Recensione: Thrashumancy

Di Federico Reale - 24 Maggio 2011 - 0:00
Thrashumancy
Band: Breathless
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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68

Si può tranquillamente affermare che, a partire dalla seconda metà degli anni 2000, il thrash metal abbia cominciato ad attraversare una seconda fase di giovinezza e floridezza: oltre alle vecchie glorie (Overkill, Heathen, Destruction), a dare nuova linfa vitale a un genere ormai dato per morto a causa del periodo buio degli anni novanta ci ha pensato una miriade di nuovi gruppi validi (chi più, chi meno), come Gama Bomb, Municipal Waste, Evile, Bonded By Blood, Havok e, chi più ne ha, più ne metta.

A questa folta schiera di band si aggiungono gli spagnoli Breathless che, formatisi nel 1999, dopo ben dodici anni di gavetta arrivano, nel 2011, a pubblicare il loro esordio: “Thrashumancy”.
Lo stile dei Breathless si rifà al classico old school thrash: chitarre taglienti, ritmiche serrate e ossessive, voce graffiante e aggressiva, in alcuni casi vicina al growl.

L’album inizia decisamente bene come dimostrano l’iniziale (esclusa la breve intro “Faceless Perspective” di soli quarantotto secondi) “Nuclear Seas” e la granitica title-track, presentando talvolta anche piccoli capolavori come “Among Two Worlds Of Lies”, caratterizzata da un guitarwork veramente eccellente (riff e soli cattivi e aggressivi) e da una voce abrasiva, o le melodie maligne di “Slavery Of The Masses”, intervallate da altri episodi minori ma piacevoli come “Anoxia” o la strumentale “El 5° Mafioso”.

Tutto sembra andare per il meglio ma, superata la metà, la ripetitività prende il sopravvento. Così, parte una sfilza di brani decisamente evitabili e pesanti (“Arrass Attack!”), se non addirittura irritanti (“Pastors Of Hell”).
Se è vero che tutto il disco non brilla dal punto di vista dell’originalità, esso può perlomeno contare su una freschezza compositiva invidiabile; totalmente assente in queste tracce intermedie in cui si ripetono sempre le stesse linee vocali e i medesimi riff che portano, inevitabilmente, sino allo sfinimento; facendo così calare notevolmente il valore del lotto.

Fortunatamente, verso la fine, si registra un nuovo incremento di qualità con l’accoppiata finale “Ramiro Has A Gun”/“Storming For Vengeance”, grazie a ritornelli finalmente convincenti e riff terremotanti (in particolare, nel secondo episodio il lavoro di chitarra è probabilmente il migliore dell’album) che impedisce a “Thrashumancy” di scadere nell’anonimato.

Nonostante la notevole battuta d’arresto nel mezzo, questo lavoro offre spunti davvero interessanti che lasciano intravedere il grande potenziale dei Breathless che, con i prossimi album, dovrà guadagnarsi un posto tra le realtà più promettenti della scena.
Da tenere d’occhio!

Federico “Federico95” Reale
 

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Track-list:
1. Faceless Perspective 0:48
2. Nuclear Seas 3:47
3. Thrashumancy 4:06
4. Slavery Of The Masses 3:52
5. El 5° Mafioso (instrumental) 3:33
6. Among Two Worlds Of Lies 4:00
7. Anoxia 3:10
8. Pastors Of Hell 3:38
9. Penelaster 3:16
10. Arrass Attack! 3:26
11. Ramiro Has A Gun (instrumental) 4:28
12. Storming For Vengeance 3:33
13. Deadly Sessions (outro) 1:40

All tracks 43 min. ca.

Line-up:
Eduardo Moreno – Guitars, vocals
Oscar Maestre – Guitars
Javier Marti – Bass
Joan Font – Drums
 

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