Recensione: Through and Through

Di Nectar - 27 Maggio 2002 - 0:00
Through and Through
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Anno: 2000
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80

Penso proprio che recensire questo album sia superfluo quanto mai inutile dato che pochissime persone sanno chi sia questo grandissimo e sconosciuto gruppo e che perciò siano interessati alla loro musica stralunata e criptica, ma io credo nei miracoli quindi……

I TUR suonano un genere di prog difficile da catalogare perché non assomigliano a nessuno dei gruppi simbolo del genere, e probabilmente anche il fatto di definirli prog-band può essere una improprietà tuttavia per non complicarci troppo la vita manteniamoci su questi canoni.

Unite le progressioni atonali dei King Crimson, le elaborate asimmetrie degli Spiral Architect con gli arrangiamenti autonomi del trio McGill/Manring/Stevens (il loro cd è imperdibile per tutti gli amanti della prog-fusion d’alta scuola) e vi avvicinerete quanto basta per capire se questo cd è fatto per voi oppure no.

Tecnicamente il gruppo viaggia su standard elevatissimi anche se non soffre dell’ accentuato protagonismo del filone Dream Theater , i passaggi più complicati godono di una lucidità esecutiva propria di quei gruppi ormai navigati che pianificano nota per nota il loro lavoro curando nei minimi particolari suoni (inusuali e ricercati) e arrangiamenti.

Le soluzioni melodiche possono sembrare spesso azzardate ma non dimenticate che sono le armonizzazioni oblique che hanno fatto il successo di gruppi come i King Crimson, certo non è facile digerirle né comprenderle, ma è proprio per questo che il disco in questione non è per tutti.

Segnalare una canzone più riuscita delle altre sminuirebbe il valore di questa piccola opera d’arte, vi basti sapere che le atmosfere sono sempre permeate di una rilassatezza sognante (a volte addirittura new-age) e raramente il gruppo si concede a sterzate più elettriche (come nella clamorosa In The Factory, come diavolo riescono a mantenersi perfettamente coordinati suonando 5 tempi diversi?!).

Un disco da amare o odiare senza mezze misure quindi, che vi può conquistare col suo sottilissimo fascino o lasciarvi del tutto indifferenti. Per ora non ho ancora incontrato chi come me conosce e apprezza questo cd (ai miei amici ho fatto ascoltare i primi minuti,veramente tosti, della lunghissima title-track e ho ricevuto derisione, compatimento e odio……mah).

Tuttavia se siete interessati o anche solo incuriositi vi devo però dire che l’album è di difficile reperibilità o almeno lo è stato per me a suo tempo.

Un cd comunque originale, in tutti i sensi.

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