Recensione: Thunderball

Di Matteo Lavazza - 29 Marzo 2004 - 0:00
Thunderball
Band: UDO
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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70

Nuovo capitolo dell’ormai lunga storia di Udo, sia come solista che come cantante degli storici Accept, una band che ha davvero fatto la storia dell’Heavy Metal.
Ormai la voce del singer tedesco è davvero un punto di riferimento per quello che riguarda il Metal di scuola tedesca, forse non tutti gradiscono le tonalità sporche e ruvide del singer, ma è impossibile non riconoscere l’importanza che la voce di quest’uomo ha avuto nella storia della nostra musica.
Il nuovo lavoro degli UDO viene aperto dalla title track, “Thunderball” per l’appunto, una canzone che non avrebbe sfigurato in nessuno degli album della band madre di Udo, un pezzo di metallo puro, potente e cattivo come si addice alla migliore tradizione tedesca.
Diciamo che questo nuovo album mette in mostra come la band sia più a suo agio in pezzi tirati piuttosto che in quelli lenti e pesanti, come dimostrano canzoni tipo “Hell Bites Back” o la già citata canzone che da il titolo all’album, anche se di certo canzoni come la made in Ac/Dc “Tough Luck II”, la bella “The Land of the Midnight Sun”, “The Magic Mirror”, davvero coinvolgente grazie all’atmosfera particolare che riesce a creare, e “Fistful of Anger”, un pezzo che riesce davvero a trasmettere una gran energia, sono canzoni davvero ben riuscite.
Un capitolo a parte lo merita “Trainride to Russia”, una canzone davvero splendida ed originale, infatti si tratta di un brano quasi folk, ovviamente di matrice sovietica, con tanto di fisarmonica che si coniuga alla perfezione con le chitarre elettriche, e con la voce di Mr. Dirkschneider inaspettatamente , almeno per me, perfetta per il flavour di una canzone del genere, davvero una bella sorpresa.
Gli altri pezzi del disco sono tutti piuttosto gradevoli, ma a mio parere non hanno nulla che faccia si che possano essere ricordati, si lasciano ascoltare con piacere ma non lasciano un gran che alla fine.
I suoni del disco sono davvero belli, soprattutto la batteria, suonata da Lorenzo Milani (che sia forse italiano?) è davvero potentissima, ma è il sound in generale ad essere veramente compatto.
Tecnicamente non si può dire nulla alla band, non ci sono grandi virtuosismi, ma tutti i musicisti lavorano alla grande in funzione di ogni singola canzone, in modo che tutti i pezzi riescano ad avere la giusta atmosfera e il giusto tiro.
In chiusura posso solo dire che Udo è un artista che merita a mio parere un rispetto incondizionato da chiunque ascolti musica Metal, ha infatti dimostrato nel corso della sua lunga carriera una coerenza che pochi possono vantare, senza per questo risultare ripetitivo o datato, è questo secondo me è uno dei più grandi pregi che può avere un personaggio della scena Heavy Metal. Per quanto riguarda questo disco che dire, puro metallo sparato al massimo del volume, di certo non particolarmente originale, anche se un paio di brani riescono a stupire, ma dannatamente coinvolgente, per me questo non è poco, anzi.

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