Recensione: Time

Di Damiano Fiamin - 10 Novembre 2011 - 0:00
Time
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
65

I Paradise Inc. sono una band internazionale; sebbene sia lo sterminato Brasile a dare i natali alla maggior parte dei musicisti coinvolti nel progetto, alcuni dei partecipanti al disco provengono dal Vecchio Continente. Oltre al cantante ufficiale, di passaporto tedesco, ci sono comparsate di rilievo, come quella del cantante scozzese Doogie White (Rainbow e Malmsteen) e del tastierista italiano Alessandro del Vecchio (Glenn Hughes, Eden’s Curse). Tutti i componenti hanno cominciato la propria carriera in gruppi che omaggiavano, più o meno direttamente, grandi nomi come Bon Jovi, Skid Row e Def Leppard; con un curriculum del genere, è piuttosto semplice immaginare quale sia la proposta musicale del quintetto brasiliano: un hard rock melodico e armonioso, con vocalizzi puliti e chitarre in attesa di librarsi nel primo assolo disponibile. Vediamo un po’ cosa è uscito fuori da questo crogiuolo multietnico!

Quale apertura migliore di un ticchettio di orologio per la title track?Nessuna, infatti, i brasiliani scelgono proprio questa soluzione per avviare il disco. Mentre la chitarra ritmica e il basso continuano a scandire il tempo introduttivo con un riff primitivo, la chitarra solista e la voce si inerpicano in fraseggi puliti forse un po’ troppo elementari, fino all’immancabile crescendo strumentale che, come una pistola, da il via alla parte più ritmata e coinvolgente del brano. Close Your Eyes si apre con sonorità più decise, è impossibile non pensare ai Whitesnake, la loro presenza aleggia per tutta la durata del pezzo; chitarre che spandono le proprie note su una base di basso e batteria non eccessivamente veloce, mentre la voce si prodiga per ottenere il massimo in termini di ottave; nel complesso, una canzone piuttosto gradevole. Incipit allegro e coinvolgente quello di Who’s Foolin’ Who, un trampolino di lancio per un brano dai ritmi più seducenti e spediti, molto orecchiabile e in grado di insinuarsi subdolamente nella testa dell’ascoltatore, condannandolo ad un ripetuto canticchiamento nei giorni seguenti; nonostante abbia una struttura più che prevedibile, riesce comunque a rendersi misteriosamente accattivante. Ruggenti ed avvolgenti arpeggi sono la parte costituente dell’ingannevole introduzione di I Will Wait; nonostante il brioso incipit, lo sviluppo è piuttosto pacato, con una melodia morbida, basata sulla ripetizione costante di due, tre frasi, impreziosite da piccole variazioni di stile; niente di eclatante, ma comunque un pezzo godibile.
Wait And See è uno dei brani più “pesanti” dell’intero disco, simpaticamente brillante, saltella agevolmente tra momenti più svelti ad episodi più compressi. Sebbene in un album di rock melodico sia un po’ pretestuoso cercare di individuare la ballata, l’avvio di No More Mistakes porterebbe l’eventuale ricercatore a considerare conclusa la propria analisi; in realtà, ci sono dei momenti più graffianti che inacidiscono la complessità della struttura musicale, senza per questo riuscire mai a scuotere particolarmente un brano che non aggiunge particolarità a quanto sentito sino a questo momento. You si riallaccia alla sua precedente, appoggiandosi all’elemento comune del pianoforte, ma ispessendo la melodia e rendendola più aggressiva e incisiva. Si resta in ogni caso nei confini della musicalità più immediata, con chitarre e voce pulite che si danno vicendevolmente una mano per rendere interessante la trama sonora sin qui elaborata. Nulla di nuovo da registrare con l’arrivo di Set Me Free, ennesimo pezzo ad elevato contenuto di armonia, senza particolari trovate che lo riescano a distinguere dai suoi predecessori; senza essere brutto, risulta semplicemente ripetitivo.
La morbida apertura di Steel or Stone accumula energia per un minuto e mezzo prima di rilasciarla e dar vita ad una canzone intrigante, di sicuro impatto in sede di concerto, un bel pezzo di rock ‘n’ roll arioso e modulato che ci accompagna fino all’ultimo brano dell’album: Not In Paradise. La conclusione vede la partecipazione di Doogie White, già cantante di gruppi come Rainbow e Malmsteen; lo scozzese è ospite in uno dei pezzi più interessanti del disco, ubicato alla fine secondo per non si sa bene quale bizzarra scelta di marketing. A dispetto della struttura scolastica, la canzone si sviluppa in maniera egregia, cori carpenti, chitarre scatenate e basi ritmiche pulsanti sono il sigillo che potrebbe porre fine all’ascolto; peccato per l’inutile trascinamento finale del brano, pare quasi uno scherzo beffardo, ogni volta che l’ascoltatore è sicuro del termine del disco, viene sorpreso dalla snervante ripetizione del ritornello che, dal nulla, torna a far tremare le casse. L’edizione europea dell’album contiene anche una traccia bonus, la versione acustica di Steel or stone; il pezzo è una bella schitarrata armoniosa e pulita, una canzone da spiaggia raffinata e rifinita; molto melodica e rilassante, si lascia ascoltare prima di scivolare inesorabilmente verso l’oblio, in attesa di essere riesumata la prossima estate, davanti ad un falò.

Time” è sicuramente un esordio di buona caratura; ancora un po’ ingenuo e conformista in alcuni suoi frangenti, lascia intravedere delle buone potenzialità; certo, allo stato attuale, stiamo parlando ancora di un prodotto da sgrezzare, un disco di hard rock melodico piacevole, ma che non ha particolari assi nella manica per emergere dal calderone di un genere sin troppo sconquassato. L’album è ben suonato e ben registrato, ottimi pilastri su cui costruire una produzione pulita e armoniosa; consiglierei un ascolto a tutti i patiti del genere, senza distinzioni. Nel caso siate, invece, alla ricerca di esperienze più forti, soprassedete e non ne avrete danno alcuno.

Damiano “kewlar” Fiamin

Discutine sul topic relativo

Tracce:
1. Time
2. Close Your Eyes
3. Who’s Foolin’ Who
4. I Will Wait
5. Wait And See
6. No More Mistakes
7. You
8. Set Me Free
9. Steel Or Stone
10. Not In Paradise (Feat. Doogie White)
11. Steel Or Stone (bonus track)

Formazione:
Carsten Schulz – Voce
De Grigo – Chitarra
Marcos Peres – Chitarra
Rick A – Basso
Allan Juliano – Batteria

Ultimi album di Paradise Inc.

Genere:
Anno: 2011
65