Recensione: Time Odyssey

Di domy74 - 23 Ottobre 2006 - 0:00
Time Odyssey
Band: Vinnie Moore
Etichetta:
Genere:
Anno: 1988
Nazione:
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85

Time Odyssey…the journey through life itself

Questa è la frase contenuta all’interno del booklet del secondo album solista del nostro guitar hero e niente risulterà più adatto per introdurre e preparare le nostre orecchie a quello che ascolteranno nel corso degli oltre sessanta minuti di questa opera. Dopo il debut album “Mind‘s Eye” (considerato dalle riviste del settore tra i dieci migliori dischi di neoclassico di sempre), Vinnie Moore abbassa il volume della sua chitarra, le dona un timbro più caldo e ovattato e così anche le sfuriate neoclassiche della sua sei corde assumono un sapore più introspettivo e ragionato.
Alle tastiere viene accompagnato da un giovane talento del nome di Jordan Rudess (lo conoscete vero?), qui quasi agli esordi, al posto del già validissimo Tony Macalpine. La sua presenza sarà costante nell’arco di tutto l’album, sia per duellare a colpi di assoli con Vinnie, sia per creare intense atmosfere di accompagnamento alle song.

Il disco si apre con con “Morning star”, song dal ritornello semplice e rilassante, ma che al suo interno racchiude intensi lick neoclassici suonanti alla velocità della luce, i quali non risultano però mai banali e ripetitivi. Si prosegue con “Prelude/into the future”: l’apertura del brano è tutta per le atmosferiche tastiere simil-spaziali di Rudess, poi il pezzo prosegue in pieno stile neoclassico con lunghe fughe chitarristiche che nel mezzo della song cominciano a duellare a colpi di splendidi solos con le tastiere di Jordan. La successiva “Beyond the door” ritorna sui passi del pezzo di apertura. Il sound si fa di nuovo rilassato, il ritornello torna riconoscibile ma come al solito il break centrale è un turbinio di suoni che testimonia l’eccellenza di una tecnica mai fine a se stessa.
“Message in a dream”, della durata di oltre nove minuti, è invece un pezzo atipico per Vinnie, ma non per questo meno bello e intenso degli altri. Racchiude in se tre differenti parti, ciascuna caratterizzata da una particolare atmosfera: nella prima troviamo una stupenda introduzione di tastiera, nella seconda un bel solo di chitarra quasi da ballata e solamente nella terza parte sembra cominciare il pezzo vero e proprio, che come al solito lascia a bocca aperta. Con “As time slips by” siamo di fronte al primo vero lento dell’album. La prova di Vinnie è veramente molto accorata e non eccede mai in inutili acrobazie alla sei corde: il guitar-hero sembra voler scegliere ogni singola nota con cura meticolosa, ed il risultato è un pezzo molto atmosferico, tra i più belli della sua intera discografia. “Race with destiny” è invece un orgasmo di note, c’è tutto quello che serve per un ottima song neoclassica: bello il ritornello con le corde stoppate, e poi avanti con un fiume di legati, sweep e plettrata alternata. Leggendario poi il break centrale con il solito duello con Rudess e le sue tastiere.
L’album procede con la cover “While my guitar gently wheeps” di George Benson. Qui non ci si limita al solito compitino di riproposizione dell’originale: Vinnie nel mezzo del brano ci mette del suo ed inventa un solo che ben si amalgama con il resto della cover, registrando un successo completo. Per “The tempest” vale un discorso simile a quello fatto con “Race”: una nuova orgia di note impreziosita però nel finale da un bel solo alla chitarra acustica, con tanto di plettrata alternata da urlo. “Pieces of a picture” è invece un pezzo che comincia quasi come un brano dal sapore country-western, ma poi torna subito nelle coordinate care al nostro chitarrista con un ritornello riconoscibilissimo e le solite – ma mai stancanti – sfuriate neoclassiche. L’album si chiude con “April sky”, riarrangiamento per le sei corde della celeberrima aria sulla quarta corda di Bach, sincero tributo a un artista immortale, un vero e proprio mito per il nostro guitar hero.

C’è poco da aggiungere: ci troviamo, secondo il sottoscritto, di fronte a uno dei più bei album strumentali neoclassici di sempre, consigliato comunque a tutti gli amanti della buona musica con una mentalità aperta.

Grazie per lo stupendo regalo Vinnie….

Line-up:
Vinnie Moore: guitar
Jordan Rudess: keyboards
Michael Bean: bass
Joe Franco:drums

Tracklist:
Morning star 3:22
Prelude/into the future 4:23
Beyond the door 5:30
Message in a dream 9:02
As time slips by 6:42
Race with destiny 6:38
While my guitar gently weeps 4:40
The tempest 8:48
Pieces of a picture 6:13
April sky 5:15

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