Recensione: To Travel For Evermore

Di Mauro Gelsomini - 11 Febbraio 2003 - 0:00
To Travel For Evermore
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Genere:
Anno: 2002
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73

Dopo tre anni dal debut, i Wuthering Heights si ripresentano con il loro secondo full-length.
Il sound di questa band combina con il gusto che si addice alle band danesi (Royal Hunt su tutte) symphonic, progressive e speed metal, e non disdegna di spingersi in territori meno battuti come il folk, inteso come musica tradizionale in senso lato (non solo anglo-sassone).
A personalizzare la proposta ci pensa la voce di Kristian Andren (ex Tad Morose e Memento Mori), le cui linee sono tutt’altro che banali e noiose, anche se a volte fanno pericolosamente accostare i WH ai Tad Morose.
Ovviamente a fare da padrone nella musica del combo di Copenaghen si staglia la figura dominante del power metal neoclassico, tanto che è impossibile non notare l’influenza malmsteeniana in Erik Ravn, fondatore e chitarrista del gruppo. Esemplare in questi termini risulta la strumentale “Battle Of Seasons”, anche perché il secondo chitarrista Henrik Flyman e il tastierista Rune S. Brink supportano Erik perfettamente. Le parti di basso sono state suonate dal guest Lorenzo Deho, dei nostrani Time Machine.
I Wuthering Heights sembrano preferire di gran lunga gli up-tempo (su tutti lo speed metal di “The Nevershining Stones”), suonano per gran parte a ritmi tirati, eccezion fatta per “Lost Realms” lunga ballad in stile epico molto più cadenzata.
Non mancano, come dicevo, gli innesti progressivi, come la delirante “A Sinner’s Confession”, che piacerà sicuramente ai progsters più ostinati: si tratta di una song aggressiva, sia musicalmente che vocalmente, con snervanti innesti tastierici e di backing vocals. Qui Andren, affiancato da cornamuse,  riesce a rendere atmosfere celtic-folk, e probabilmente sarà apprezzato molto per il feeling delle sue lyrics, anche se forse non tutti i metallers old-style ne saranno attratti.
Sapientemente inserita anche la traccia più “commerciale”, ovvero “Dancer In The Light”, dal prevedibile ritornello ma dal sicuro impatto, mentre a stemperare gli ambienti popular ci pensano le percussioni di Morten Sorensen, quasi continuamente alle prese con soluzioni folk-oriented (ascoltate il delicato tribale che conclude “Through Within To Beyond”), spesso sostenuto anche dagli altri strumenti con sezioni acustiche da brividi, che spaziano un po’ su tutto il fronte musicale tradizionale europeo.
I Wuthering Heights, in conclusione, offrono un’abbondanza di chiaroscuri che non vi annoieranno, coprendo molti sotto-generi del power metal, e rendendo “To Travel For Evermore” un vero calderone di idee, forse troppo confusionario, forse troppo poco, ma direi comunque di dargli un’ascoltata.
Se siete fan di Conception e Tad Morose, vi sconsiglio di perderlo.

Tracklist:
1.Behind Tearstained Ice
2.The Nevershining Stones
3.Dancer In the Light
4.Lost Realms
5.Battle of the Seasons
6.When the Jester Cries (Japan Bonus)
7.A Sinner�s Confession
8.See Tomorrow Shine
9.Through Within to Beyond
10.River Oblivion

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