Recensione: Torn

Di Angelo D'Acunto - 13 Ottobre 2008 - 0:00
Torn
Band: Evergrey
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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80

Gli Evergrey sono fra quei gruppi che si sono sempre mantenuti ai confini di
più generi senza mai pretendere un’etichetta ben precisa, muovendosi a cavallo fra prog, power, heavy
con quel retrogusto tipicamente dark contenuto nei testi.
Se con i primi dischi la band proponeva un sound fatto di ritmiche più
complesse, con il passare del tempo è riuscita a sfornare una serie di album
contenenti al loro interno pezzi sempre più semplici, lasciando da
parte le soluzioni intricate degli esordi per dare grande spazio a brani
altamente melodici e immediati.

Torn non si discosta più di tanto dalle soluzioni adottate negli ultimi
full-length dal combo di Gothenburg, senza troppo continuare l’evoluzione di un
sound che pare aver trovato la sua direzione definitiva. Viene quindi mantenuta
quella semplicità e linearità compositiva che già caratterizzava il precedente
Monday Morning Apocalypse, in modo da giovare non poco sul fronte
dell’immediatezza, rendendo i brani facilmente assimilabili sin dal primo
ascolto. Il primo punto di forza risiede sicuramente in una produzione (curata
dallo stesso Tom S. Englund) moderna e potente come mai si era sentita sui
dischi del gruppo svedese. Se il lavoro precedente peccava sopratutto nei suoni
di chitarre poco incisivi e in una qualità di pezzi altalenante fra il mediocre
e il poco convincente, Torn ci mette in mostra il meglio delle composizioni che
potevano uscire fuori dagli Evergrey; il tutto condito da un riffing aggressivo al
punto giusto e da una serie di brani veramente convincenti, grazie anche a un songwriting ispirato e originale.
L’inizio del disco è affidato a Broken Wings, dove l’irruenza delle chitarre si
fonde in un tutt’uno con le melodie semplici e facilmente memorizzabili dettate
dalla voce di un Tom in forma smagliante. Se Fear si lascia andare
con un riffing
violento e nettamente più heavy-oriented, in cui spicca il sempre ottimo lavoro
delle chitarre della coppia Englund/Danhage, la successiva When Kingdoms Fall
rallenta di poco la marcia per lasciare spazio ai rintocchi di pianoforte che
vanno a dipingere atmosfere più oscure e depressive. Il restante della tracklist
è un susseguirsi di vere e proprie perle che non intaccano per niente l’alto
livello qualitativo dell’intera produzione. Su tutte spiccano la potente In Confidence, le atmosfere più delicate e introspettive di
Fail e il refrain
ossessivo della coinvolgente Nothing Is Erased. La chiusura è affidata a
These
Scars
: traccia caratterizzata da vari cambi di tempo, ora più irruenti, ora più
leggeri e raffinati, con in aggiunta gli innesti di voce femminile ad opera di
Carina Englund.

Molte volte si pensa che le soluzioni adottate all’interno di un disco più
sono elaborate, più possono essere affiancate al sinonimo di qualità. Torn è la
prova che non sempre i tecnicismi spropositati possano dare alla luce lavori
godibili e di valore. Gli Evergrey, dopo qualche prova in studio poco
convincente, sono riusciti a comporre un disco tanto semplice e immediato,
quanto affascinante e maturo a livello di songwriting e sopratutto senza
mai scadere nella banalità. Un cenno finale è d’obbligo per lo splendido artwork
ad opera di Mattias Noren, sicuramente fra migliori lavori che abbia mai
realizzato in tutta la sua carriera.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Broken Wings
02 Soaked
03 Fear
04 When Kingdoms Fall
05 In Confidence
06 Fail
07 Numb
08 Torn
09 Nothing Is Erased
10 Still Walk Alone
11 These Scars

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