Recensione: Trinity

Di Eugenio Giordano - 3 Maggio 2004 - 0:00
Trinity
Band: Prototype
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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80

Eclettici, atipici, personali, veramente non saprei come definire questi eccellenti statunitensi Prototype, semplicemente un gruppo geniale che finalmente ha avuto la possibilità di farsi conoscere in Europa con la pubblicazione del loro esordio “Trinity” da parte della tedesca Massacre Records.

Il biglietto da visita di questi ragazzi è il solito ottimo lavoro visuale di Travis Smith che ha firmato l’artwork di questo disco e che sembra rappresentare alla perfezione la proposta sonora dei Prototype. La band americana è autrice di un prog metal articolato e complesso che spazia agilmente tra potentissimi assalti ritmici alternati a melodie sperimentali e arrangiamenti azzardati che generano un continuo sovrapporsi di sensazioni e atmosfere. Non ascoltate questo “Trinity” in un momento di crisi personale perchè avrebbe un effetto imprevedibile, la musica dei Prototype appare concettuale e interpretabile, molto della reazione dell’ascoltatore dipende dalle sue sensazioni sul momento e senza dubbio questo disco è capace di cambiare il suo impatto su chi lo ascolta nei vari momenti della vita di una pesona. Dunque astenetevi dalla lettura di questa recensione se siete alla ricerca del solito prodotto di facile consumo, dimenticatevi soluzioni sonore di presa immediata, qui troverete solo ricerca musicale priva di qualsiasi preconcetto o definizione. Non ho idea di quale processo compositivo possa essere stato alla base della composizione di un lavoro come questo, semplicemente credo che la band abbia proiettato le sue sensazioni più profonde nella musica registrata in questo disco e francamente non credo sia facile per un ascoltatore inesperto riuscire a cogliere la profondità di quanto espresso tra i solchi di questo platter. La produzione del disco è giocata sui continui cambi di tempo e di registro ritmico che i Prototype sanno costruire e amalgamare in ogni brano di questo “Trinity”, la sezione ritmica del disco è sviluppata in maniera tecnica e personale in modo da generare un sound identificabile e personale fin dai primi passaggi del disco.

Il cd è aperto da “Live a lie” un brano che chiarisce subito la direzione sonora dei Prototype e che cancella qualsiasi possibile paragone con quanto espresso da altre band prima di loro, subito il disco prende un tono complesso, eccentrico e volutamente criptico che non potrà deludere l’ascoltatore. Con “Pure” i Prototype puntano su soluzioni ancora più azzardate e sperimentali, i continui cambi di tempo e l’impiego magistrale delle chitarre ritmiche genera un chiaro scuro avvolgente e sinceramente sconcertante. La successiva “Utopia” è uno strumentale dai toni volutamente inquetanti che lascia spazio alla title track ancora una volta incentrata su strutture sonore al limite della sperimentazione compositiva, nel raggio di pochi passaggi i Prototype hanno rielaborato quasi venti anni di metal americano spaziando dai Fates Warning ai Death con una agilità incredibile. Le sensazioni generate da “Shine” si insinuano nella mente in maniera impercettibile, tutto in questo disco sembra incentrato a rimanere assimilato in maniera inconscia, il gruppo statunitense ha un gusto compositivo differente che riesce a colpire l’ascoltatore nel profondo. Non c’è possibilità di respiro nemmeno con la successiva “By breeze” dove la band sfodera una competenza tecnica stucchevole lasciandosi dietro decine di possibili concorrenti. Ancora progressivi ed eccentrici i Prototype firmano “Dead of Jericho” una nuova prova di personalità e preparazione compositiva, certamente brani come questo sono indirizzati agli amanti del prog più estremo e richiedono alcuni ascolti per poter essere compresi. Il riffing di “I know you” possiede un incedere cambievole e avvolgente che viene interrotto da aperture melodiche raffinate senza mai scadere in soluzioni di facile presa su chi ascolta. Con “Mind in motion” e “Relativity” i Prototype concludono in maniera magistrale questo loro debutto sulla lunga distanza e impongono il loro nome tra le migliori promesse della scena americana moderna.

Amanti di Cynic, Zero Hour, Spiral Architect, Aghora, Power of Omens, Archetype, Control Denied, Pain of Salvation segnatevi il nome di questi Prototype perchè senza ombra di dubbio si tratta di una band superlativa che merita tutte le vostre attenzioni e il vostro supporto. Questo “Trinity” è un lavoro a dir poco eccelso.

1 Live a lie
2 Pure
3 Utopia
4 Trinity
5 Shine
6 By breeze
7 Dead of Jericho
8 I know you
9 Mind in motion
10 Relativity 

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Band: Prototype
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80