Recensione: Trivmvira

Di Herr Baldrud - 5 Giugno 2007 - 0:00
Trivmvira
Band: Cain
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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79

Se avete un gladio o qualcosa di simile nella vostra cantina, oppure sepolto in giardino, o ancor meglio nascosto sotto il vostro letto, sappiate che è giunta l’ora di prenderlo e tirarlo a lucido. Potrebbe servirvi molto presto… ma andiamo con ordine.
Che la dipartita dai suoi ex compagni dei Theatres des vampires avesse giovato soprattutto a Lord Vampyr era già sotto gli occhi di tutti grazie anche alle ultime imbarazzanti release discografiche dei vampiri più famosi di Roma. Ma qui il nostro piccolo geniaccio supera anche le nostre più rosee aspettative. Già eccellente con i suoi Shadowreign (Bloodcity non cambierà la storia del metal estremo ma è comunque un disco più che discreto) LV si spinge oltre e forgia un nuovo termine più che appropriato per descrivere la furia del suo nuovo progetto Cain: il Praetorian Black Metal.
Accompagnato per l’occasione da Nighthorn al basso e da Sk alla batteria il nostro da alle stampe questo Trivmvira che si pone come prima pietra nel suo nuovo ambizioso viaggio…
Cantato interamente (se si esclude Catacomb Worms) in lingua italica il disco risulta essere estremamente interessante dal punto di vista delle lyrics veramente molto belle e curate.
Musicalmente si possono riscontrare affinità sia con Spite Extreme Wing (affinità in questo caso non solo musicali) che con gli ultimi Satyricon vuoi anche e soprattuto per i tempi molte volte thrash-oriented che si snodano su territori decisamente Black’n’roll tanto per citare un termine molto in voga in questo periodo. Ma il paragone che salta subito all’orecchio, almeno a mio parere, è una certa voglia dei nostri di semplificare gli arrangiamenti per andare così a creare un suono molto “in-your-face”. Questo Praetorian BM non è altro, in effetti, che una sorta di battle-metal estremo, anche quando i tempi si fanno più cadenzati.
L’attacco è senza dubbio devastante con la doppietta da guerra “il tempio del bifronte” e la successiva “carmina praetoria” che si pone da subito come inno da concerto con il suo irresistibile corus “Heil Praetorian Black Metal!!!”.

“Ama il ferro” si apre con il riff meno Black dell’intero lavoro e si assesta su territori più miti che però vengono bilanciati dal testo più violento ed esplicito di tutto l’album (“…eccomi ti sono ora innanzi, perchè mi guardi ma taci, cane celta?”… “sulle viscere ancora calde del tuo ventre, trarrò gli auspici per la mia gente!”). Grande la prestazione vocale di LV che come ci ha abituato alterna il suo tipico screeming a parti più evocative. Sferza come vento gelido la furiosa “lapis niger” che risulta alla fine essere la traccia più espressamente Black. Unico rammarico sono le ultime due canzoni (Dioscuri Aurea Saecula e Catacomb Worms) che,già presenti sul demo, non sono state reincise e la differenza di produzione è veramente troppo evidente tanto da far perdere buoni 5 punti sul giudizio finale…
Ottimo invece l’artwork, curatissimo in ogni dettaglio.
Che dire di più? Ci mancava solo il Praetorian Black Metal… Hail Praetorian!

TRACKLIST:

1.il tempio del bifronte
2.carmina praetoria
3.ama il ferro
4.il cantico della carogna
5.carma pitagorico
6.lapis niger
7.catacomb worms
8.dioscuri aurea saecula

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