Recensione: Unblessed Woods

Di Emanuele Calderone - 10 Maggio 2011 - 0:00
Unblessed Woods
Band: Elffor
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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68

Generalmente accostato alle nazioni del nord Europa -in particolar modo alla Norvegia-, il black metal si è velocemente espanso in tutto il vecchio continente.
Tra i Paesi forse meno attivi figura la Spagna che, ad oggi, non è ancora riuscita a partorire una band di rilievo mondiale all’interno del panorama black.
Badate bene, questa affermazione non vuole affatto significare che nella penisola Iberica non vi siano nomi degni di attenzione, ma solo gruppi che ancora non hanno raggiunto la fama dei colleghi provenienti da altri stati.
A sostegno di quanto appena detto basterebbe nominare Elffor, attivo dal 1995 e che vede coinvolto Eöl, musicista già presente tra le linee dei Suffering Down e dei Numen.

Attivo sul mercato sin dal 1998, anno di uscita del primo disco “Into the Dark Forest”, lo spagnolo col tempo ha portato avanti questo suo progetto a cavallo tra black metal melodico di chiaro stampo norvegese, ambient e accenni viking, immergendo il tutto in un’atmosfera epica.
L’ultimo lavoro firmato Elffor esce nel 2011 con il nome di “Unblessed Woods” e altro non è che la riedizione dell’ormai introvabile “The Unblessed Woods” del 2006.
Edito dalla Soulfood Production e distribuito in Italia dalla Masterpiece, questo disco segue le tracce segnate dai celeberrimi Summoning, riproponendone sì lo stile, ma rimanendo più ancorato al black metal classico.
Tutto ciò si traduce in un album indubbiamente gradevole e orecchiabile, capace a tratti quasi di esaltare, pur senza inventare niente di nuovo.
A colpire sono innanzitutto le melodie disegnate dalle tastiere, veri perni attorno ai quali vengono costruiti tutti i brani: il lavoro svolto alle keyboard dallo strumentista è innegabilmente di alto livello, elegante e sobrio. Pur senza ricorrere a virtuosismi di alcun genere, Eöl si dimostra abile nel costruire atmosfere rarefatte decisamente accattivanti e mai scontate, riuscendo a catturare immediatamente l’attenzione dell’ascoltatore.
Molto bene anche la sezione ritmica che scandisce tempi cadenzati e mai troppo rapidi, al fine di conferire alle dieci composizioni (per un totale di 73 minuti di musica) una fierezza e una tragicità invidiabili.
A farne un poco le spese sono invece le chitarre, che rimangono per tutto il tempo un po’ in secondo piano, risultando, in finale, poco incisive. Nei rari momenti in cui riescono ad emergere, l’esito è senza dubbio positivo, grazie anche alla discreta preparazione tecnica dello spagnolo.

All’ascolto dell’opera ci si accorge, sin dalle primissime volte, che i momenti meglio riusciti sono proprio quelli più tirati e vicini alla tradizione estrema.
Non ce ne voglia nessuno, ma le lunghe sezioni strumentali e le parti orchestrate sono forse gli unici momenti di stanca di un disco che altrimenti avrebbe funzionato quasi alla perfezione.
A sostegno di ciò basterebbe ascoltare l’introduttiva “Unblessed Woods” o ancora “…From the Ancient Scrypts”, entrambe ben riuscite laddove Elffor preme il piede sull’acceleratore, ma decisamente noiose nelle lunghissime (o, per meglio dire, interminabili) introduzioni.
Va molto meglio invece in canzoni come “Hondamena”, 9 minuti e mezzo di violenza ed epicità allo stato puro, o ancora con la drammatica e affascinante “Through the Mist”, probabilmente la più riuscita del lotto grazie, soprattutto, al songwriting solido che sorregge l’intero pezzo.

Molto buona la produzione, che ridà vita alle varie tracce, grazie anche a una maggiore pulizia: quest’ultima conferisce a “Unblessed Woods” molta più profondità e riesce a far emergere numerosi particolari che nella versione del 2001 erano tenuti nascosti da un mixing non propriamente adeguato.

In conclusione, questo “Unblessed Woods” pur senza far gridare al capolavoro rimane un dischetto discreto e meritevole di attenzione da parte, in particolar modo, di tutti gli affezionati dei Summoning e di tutto quel black metal atmosferico ed epico.
Questa riedizione è uno dei rarissimi casi in cui non si può parlare di una mera operazione commerciale, ma è stata fatta piuttosto per la necessità di riportare alla luce un lavoro ingiustamente poco tenuto in considerazione.

Emanuele Calderone

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Tracklist:
01- Unblessed Woods
02- Through the Mist
03- Of Heretic Pagan Kingdom
04- Winter, Fullmoon, Sorrow…
05- Dark Horchestral Hate
06- …From Ancient Scrypts
07- Gorgorium Goth
08- The Forgotten Dying Moon
09- Hondamena
10-  Farryanth

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