Recensione: Unconditional Absolution

Di Stefano Ricetti - 3 Febbraio 2011 - 0:00
Unconditional Absolution
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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83


Di acqua sotto i ponti ne è passata molta, in cinque anni, fra Doomsday For The Heretic l’ultima fatica in studio Unconditional Absolution da parte dei Metal Inquisitor da Coblenza, non tenendo conto di Doomsday at the H.O.A. del 2007 e Garage Nights dell’anno successivo, in quanto, rispettivamente, live album e compilation best of. Stessa label – l’affascinante Hellion Records di Itzehoe – e stessa, granitica formazione, peraltro ormai cementata da una vita: El Rojo (Vocals), Blumi (Guitar), T.P. (Guitar), Kronos (Bass) e Havoc (Drums).   

Ricordo oggi come allora la “botta” di HM classico in mezzo alla bocca dello stomaco provocatami da Doomsday For The Heretic, disco frizzante, passato da tempo di diritto nella mia personale classifica dei migliori dieci album dell’ultimo decennio.

Grande curiosità, quindi, per questo Unconditional Absolution, con la consapevolezza che ripetersi dopo una release strepitosa come il capitolo discografico precedente possa risulta opera improba per chiunque. Libretto accompagnatorio di sedici pagine molto sobrio, con i testi delle canzoni e una sola foto centrale del gruppo, peraltro riportata uguale ma in forme diverse nella back cover e in fondo al booklet stesso. Misura, quindi, compensata da un’attitudine all’HM spropositata e un look che definirei normale per gli standard, senza forzatura alcuna.  

Inizio vagamente a la Death SS per via del giro di basso da parte dei primissimi passaggi di Extinction poi un’ora netta di colata lavica composta da Metallo fumigante fino al termine, fra schitarrate “aperte” a la Motorhead, mazzate ritmiche assortite ben assestate dalla solida coppia Kronos/Havoc, il tutto sotto la regia di un reale defender rispondente al nome di El Rojo. Pensare di schierare al posto del singer nonché autore di tutti i testi un campione del livello di Ralf Scheepers piuttosto che il Morby nazionale equivarrebbe ad avere un orgasmo siderurgico precoce, benché – sia ben chiaro – il cantante dei Metal Inquisitor se la cavi più che egregiamente, fra intonazioni alla Rhett Forrester e sconfini nell’Epic più puro. Sentire Quest for Vengeance per credere, Riot docet.

Ma non di solo HM made in Usa nutronsi i cinque metaller teutonici: Satan`s Host pesta come i Running Wild dei tempi d’oro e Necropolis possiede l’incedere pulito degli Accept dal tocco chirurgico mentre Drowning Death scomoda certi Vanexa da Savona, con tutto il Loro bagaglio di British Steel sul groppone. Tornando negli States, Betrayed Battalion è Metal Church al 100%, roba da far impallidire pure Mister Kurdt Vanderhoof così come Suffer the Heretic to Burn risulta letteralmente “rubata” da Kill’Em All dei Metallica. Chiude la magica The Path of the Righteous Man, che echeggia addirittura il gelo by Immortal di At The Heart Of Winter nella parte arpeggiata centrale… eroica di alto lignaggio mista a bordate di HM sopraffino, con El Rojo sugli scudi, punto!

Nonostante le inevitabili e obbligatorie influenze palesate in ambito straclassico, i Metal Inquisitor, dopo tre full length, riescono da avere un proprio trademark definito tanto che un orecchio allenato può riuscire “a tirarli fuori dal mazzo” dopo qualche assaggio.   
 
Spostando la lancetta del tempo avanti di dieci/quindici anni, dopo il probabile e inevitabile ritiro, per motivi meramente anagrafici, dei mostri sacri dell’HM – Judas Priest, Saxon, Manowar, Motorhead, Accept, Iron Maiden – riusciranno i Metal Inquisitor a imporsi anche solo alla metà del peso specifico della gente qua sopra? Dura, sarà mooolto dura, ma speriamoci fortemente, tenendo presente che le validissime armate italiche dedite al genere, per i soliti, cronici motivi e a meno di imprevedibili, al momento, miracoli, continueranno a galleggiare sui consueti livelli di seguito. Ai posteri, quindi, l’ardua sentenza…      

Metal Inquisitor da Koblenz: titolari assoluti nell’ideale “undici” mondiale dell’HM classico da qualche lustro a questa parte.

Stefano “Steven Rich” Ricetti   

    
      
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Tracklist:
1. Extinction
2. Casuality Evacution
3. Quest For Vengeance
4. Drowning death
5. Betrayed Battalion
6. Satan`s Host
7. The Arch Villain
8. Necropolis
9. Persuader
10. Suffer The Heretic To Burn
11. The Path Of The Righteous Man

Total playing time 01:00:15

Line-up:
El Rojo – Vocals
Blumi – Guitar
T.P. – Guitar
Kronos – Bass
Havoc – Drums

 

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