Recensione: Under A Savage Sky

Di LeatherKnight - 1 Giugno 2003 - 0:00
Under A Savage Sky
Band: Jack Starr
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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80

Ufficialmente si chiamano Guardians of the Flame, vantano nomi assai illustri nella lineup, ma sostanzialmente stiamo parlando del gradito ritorno sulla scena di messer Jack Starr (ex Virgin Steele), dopo ben 15 anni di silenzio. Gli anni sono passati, la sua abilità è rimasta su buoni livelli ed il suo stile (ce ne rallegriamo) ha saputo integrare “nuovi” elementi che hanno reso possibile la composizione di un disco potente, duro, tagliente e massiccio.

Stavolta i compagni di avventura del buon Jack sono nientemeno che Shmoulik Avigal (ex Picture, Horizon e The Rods) alla voce, Ned Meloni (Joe Lynn Turner Project) al basso ed il gigantesco Joe Hasselvander (Raven e Pentagram) alla batteria. Ognuno di questi talentuosi musicisti, ciascuno a modo suo, ha saputo imprimere il proprio marchio sul disco; dall’espressivo drumming di Hasselvander, al dinamismo di Meloni, fino ad arrivare alla più evidente incisività del veterano Shmoulik che con la ruvidità del suo timbro conferisce ancor più personalità all’album…

…ma, ripetiamo ancora una volta, il tocco finale alla completezza del disco lo dà Jack Starr. Inutile negarlo, quando suona un tizio che sa far scorrere bene le ditina lungo le sei corde non c’è ne è per nessuno: in questi casi si riesce veramente a sentire lungo la spina vertebrale la forza ed il calore sprigionato dal Vero Heavy Metal!!
No, non parliamo di vuoto tecnicismo fine a se stesso, stiamo infatti riferendoci alla violenta tempesta melodica di Acciaio Fuso che schizza fuori dall’ascia del leader dei Guardians of the Flame.

In particolare, ascoltando il disco si ha l’impressione che Mastro Starr, nella composizione delle parti di chitarra, sia rimasto influenzato in un certo modo dalla musica medievale e celtica…infatti, a parte la brevissima intro dei Carmina Burana inserita all’inizio dell’opener track, troviamo lungo il viaggio sonoro diversi passaggi che richiamano questo tipo di sonorità (“The Flame that never Dies”, la titletrack, “Sharon of the Woods”, “Return from the Ashes”…).

C’è da dire comunque che l’album, essendo molto guitar-oriented, potrebbe risultare un po’ stancante per l’insolita lunghezza dei brani (di cui ben 5 superano i 6 minuti di durata), i due pezzi strumentali (“Anthem for the Nations” e “Return from the Ashes”) od anche per la “monotonia” che alcuni potrebbero riscontrare nei riguardi della voce di mister  Avigal. Ma, insomma, salvo casi estremi di incompatibilità musicale, dopo diversi ascolti “Under A Savage Sky” vi entrerà nella pelle.

Concludiamo mandando i più cari saluti per questo brillante comeback a Jack Starr, ai Guadians of the Flame al completo ed allo staff della label ellenica Cult Metal Classics (heavy metal warlords!), nonché accogliendo “Under A Savage Sky” tra le migliori (ed altre stanno per arrivare!) uscite di questo sfolgorante 2003.

Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli

1) The Flame that Never Dies
2) Cospiratos Sanctos
3) Cry for the Dawn
4) Anthem for the Nation
5) Sharon of the Woods
6) Under a Savage Sky
7) I Stand Alone
8) Personal Demons Dethroned
9) Masters of Fate
10) Return to Ashes

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