Recensione: Underworld

Di Eugenio Giordano - 23 Ottobre 2003 - 0:00
Underworld
Band: Adagio
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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87

I francesi Adagio sono arrivati alla seconda pubblicazione sulla lunga distanza e lo hanno fatto dopo essersi accasati presso la Nothing To Say Records che sembra essere intenzionata a puntare moltissimo su questo gruppo. Gli Adagio possono essere considerati senza complessi di inferiorità una delle pichissime band eredi dello stile e della classe dei primi Symphony X riuscendo a spaziare con abilità ed eleganza tra complessi fraseggi strumentali e grandi movimeti melodici. Rispetto all’esordio gli Adagio rinunciano alle contaminazioni power per dedicarsi completamente al prog metal più tecnico e raffinato, il nuovo disco rappresenta anche una maturazione artistica indiscutibile che libera la band dall’alone del trend power oggi imperante. La produzione sonora di questo cd, interamente effettuata in terra germanica, enfatizza l’impiego di chitarre oscure e velocissime, all’insegna dello stile di Michael Romeo spesso affiancandole a bellissime aperture pianistiche di chiara matrice classica che rendono il disco incredibilmente emozionante. Al microfono troviamo David Readman dei Pink Cream 69 e le linee vocali di questo singer contribuiscono sensibilmente a personalizzare il sound del gruppo, l’interpretazione vocale è incentrata su una timbrica coinvolgente che non eccede in verticalismi ma si mantiene sobria ed efficace lungo tutta la durata del disco.

Il disco, intitolato “Underworld” si apre con la bellissima “Next profundis” incentrata su un lavoro magistrale di composizione che ha saputo abbinare con grande gusto le melodie pianistiche ai riff oscuri e progressivi delle chitarre, un brano completo ed intelligente che subito mostra con chiarezza il talento del gruppo. Più ambiziosa e elaborata “Solvet saeclum in favilla” è aperta da un intro sinfonica e drammatica che ricorda da vicino la musica classica dei Carmina Burana, poi il brano esplode letteralmente in una architettura eccentrica ma certamente ispirata ed efficace, certo sono necessari più ascolti per un pieno apprezzamento del brano. Più trascinante e pesante “Chosen” possiede il tiro dei migliori brani dei Symphony X come “Smoke and mirrors” quindi si basa su un riffing tecnico e fluido che sostiene linee vocali trascinanti e convincenti fin dal primo ascolto. Il progressive di “From sleep to someone else” ripropone gli Adagio alle prese con musica metal davvero elaborata e tecnica, qui il gruppo sforna una prova compositiva sopraffina e dalla notevole caratura artisitca. La title track è una suite che percorre quasi quattordici minuti di durata, l’apertura del brano è affidata a una drammatica composizione sinfonica dal forte refrain minore, ancora una volta il pianoforte è padrone dei momenti più rallentati del platter, ma presto i ritmi si incendiano all’insegna di un prog metal dinamico e raffinatissimo, dove la sezione ritmica è padrona assoluta, un brano eccezionale. La successiva “Promises” è una articolata composizione semiacustica e incentrata su fraseggi pianistici e elegantissime linee vocali, in questo frangente abbiamo la possibilità di apprezzare in pieno le doti canore di Readman. Con “The mirror stage” gli Adagio si rituffano nel prog metal tecnico e complesso che sembra essere la matrice fondamentale di questo cd, il gruppo non rinuncia alla potenza degli arrangiamenti e delle chitarre ma i nostri sanno fondere con perizia melodie coinvolgenti e le vibrazioni oscure della sezione ritmica. Il disco si chiude con lo strumetale “Niflheim” che alterna momenti progressivi e decisamente ambiziosi a sonorità drammatiche di chiara matrice sinfonica, ancora una volta nasce un dualismo bellissimo tra parti pianistiche e chitarre soliste, questo binomio ha veramente fatto maturare moltissimo il sound della band in questa seconda prova discografica.

Per me questo “Underworld” è un platter bellissimo, completo, elegante e ambizioso, un disco composto da una band padrona del suo sound che ha saputo evolversi e trovare una sua personale via al progressive metal, avanti così.

Tracklist:

1 Next profundis
2 Solvet saeclum in favilla
3 Chosen
4 From my sleep to someone else
5 Underworld
6 Promises
7 The mirror stage
8 Niflheim

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