Recensione: Unexpected Evil

Di Beppe Diana - 28 Febbraio 2002 - 0:00
Unexpected Evil
Band: Exile
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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80

Da non confondersi con l’omonima power metal band meneghina capitanata dal vocalist Davide Dell’Orto, passato di recente fra le fila dei Drakkar, questi Exile provengono da Palermo e si presentano con un’ottimo demo intriso di sonorità hard’n’heavy che ci catapultano indietro di una quindicina d’anni.

Già la fantastica copertina ha il potere di riportatare in memoria un capolavoro del passato come “Violence and Force” dei canadesi Exciter, di cui i nostri ripropongono la cover dell’oscura “Die in the night”, mentre per il resto la band pare ispirarsi al class metal a stelle e strisce che spopolava nelle classifiche di Bill Board quando gente come Dokken, Malice e Loudness la facevano da padrone. Ma se queste bands hanno da tempo smesso di proporre musica affascinante, i fan del genere non hanno nulla da temere poiché la successione del trono è garantita proprio dai cinque siciliani che, forti dell’ugola potente e viziosa del singer Marco Salafia, un cantante che da prova di una tecnica vocale non indifferente, giusto compendio fra Mike Vescera (Obsession, Loudness) e Micheal Sweet (Stryper), sa ricostruire piccoli/grandi gioielli che ricordano le costruzioni armoniche vicine a capolavori come “Lightning Strike” e “Licence to kill”, evidenti punti di riferimento per il sound degli Exile.

Registrato magistralmente ai “Circle of power”, gli studi personali del batterista dei Thy Majesty, “Unexpected evil” ci mostra una band consapevole dei propri mezzi che con maestria si prodiga in cinque vere e proprie kickin’ ass dalla carica agonistica senza pari, cinque possibili high list che da “Remember Yesterday” che dà il via alle danze, un brano così groovy al quale è difficile resistere, a “Rebel without chains” il cui refrain potrebbe benissimo essere stato scritto dal mago Desmond Child, per passare al mid tempo “Live for the rock” e la speedy “Exile”, ci deliziano con una musica che si riassume con due sole parole ovvero potenza e melodia.

Credo che oggigiorno sia una scelta coraggiosa portare avanti un discorso musicale che in qualche modo li “esula” dalla odierna scena metallica italiana fatta di power metal band tutte uguali l’una alle altre, ed è per questo che gli Exile dovrebbero essere premiati. Se solo fossero nati in Germania…….

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80