Recensione: Unexpected Fate

Di Stefano Ricetti - 22 Giugno 2009 - 0:00
Unexpected Fate
Band: Bulldozer
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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81

Attesissimo. Unexpected Fate, il nuovo album dei Bulldozer dopo la reunion, esce ventun anni dopo Neurodeliri, il Loro ultimo full length in studio ufficiale. La line-up si compone dei due pilastri Alberto “AC Wild” Contini (Lead Vocals, Bass, Keyboard) e Andrea “Andy” Panigada (Guitar) con Manu dei Death Mechanism alla batteria, che sostituisce lo storico Roberto “Rob Klister” Cabrini.

Dopo un intro ispirato al maestoso e solenne Requiem di Mozart i Bulldozer danno fuoco alle polveri tramite la title track sgombrando fin da subito gli eventuali dubbi su di un Loro ammorbidimento: la batteria a mitragliatrice di Manu irrompe violenta ben supportata dalle urla malate di AC Wild, animalesco oggi come allora. Il pezzo è l’unico, all’interno del disco, a essere stato composto per intero in tempi recenti, il resto risale alla fine degli anni Ottanta. Intorno alla ripetizione ossessiva del titolo è stato costruito l’impianto portante del brano: Thrash anni Ottanta al 100% arricchito dall’assolo killer della special guest Jennifer Batten, poliedrica chitarrista statunitense che non abbisogna di presentazioni.

Aces Of Blasphemy è figlia degenere degli Slayer più classici, quelli che infiammarono il mondo del Metallo con Reign In Blood. I Bulldozer riescono comunque a scovare, all’interno delle terremotanti, massicce dosi di estremo, il ben riuscito inserto melodico che fa sì che la traccia possegga un proprio perché così come la successiva Salvation For Sale, ancora abbondantemente legata agli stilemi di Tom Araya e soci. Imprescindibile il lavoro alla solista della Batten, in tutti e due i casi.

Use Your Brain, impreziosito dall’apporto di Kiko Loureiro, che conferisce al suono quella magia tutta sudamericana, suona comunque fottutamente Bulldozer d’antan con cori marci botta e risposta come si conviene in questi casi. Monumentale il riff portante di Andy. Molto ben riuscita la successiva Micro VIP, un incrocio bastardo fra lo stile dei meneghini e alcune cose dei Suicidal Tendencies del passato. Canzone che fa del bridge a la Sodom il proprio fiore all’occhiello. 

Bastards è un bagno di salute nelle vecchie composizioni di AC Wild e soci, leggermente attualizzata dai suoni micidiali della sei corde dell’onnipresente, o quasi, bionda Jennifer. Ospiti del calibro di  Olaf Thørsen, Kiko Loureiro e Anders Rain fanno letteralmente decollare un episodio come Buried Alive By Trash, in linea con la tradizione ortodossa dei Nostri, anche in virtù delle mefitiche tastiere di sottofondo che di tanto in tanto spezzano l’ideale corda d’acciaio sempre in tensione.

Ancora velocità sostenute in The Counter-Crusade, ingentilita dal solo di basso del maestro Billy Sheehan e dal tocco soave di Kiko Loureiro che permette ad AC Wild alcuni dei passaggi epici che tanto fecero la fortuna di IX. Poi mazzate, di classe, fino alla fine, senza redenzione alcuna. Orgasmo nero nella strumentale The Prediction, dove l’ascia impietosa di Jennifer Batten disegna melodie astrali ben coadiuvate dai sinistri suoni provenienti dai tasti dell’organo suonato da Alberto.

Cala il sipario con In The Name, classicissima nell’incedere e realmente spumeggiante a livello di resa, laddove i colpi di maglio di Manu convivono con un bridge azzeccato, perverso e nello stesso tempo di grande presa, come solo i fuoriclasse sanno fare.      

Unexpected Fate gode di un suono grezzo e naturale, per volere specifico della band, senza però per questo risultare fuori tempo massimo e avulso dal mercato attuale. La voce di AC Wild, da sempre il trademark del gruppo, si è fatta più profonda e meno metallica rispetto al passato. I testi – annegati in un ottimo packaging -, che tante note dolenti portarono ai Nostri soprattutto da oltrefrontiera negli Eighties, risultano molto intriganti e introspettivi, per certi versi profetici e val davvero la pena di soffermarsi a interpretarli post traduzione. La confezione digipak, oltre al classico booklet, contiene un miniposter double face, col la foto della band da un parte e la copertina dell’album sull’altro lato. All’interno dell’intervista esclusiva pubblicata qualche tempo fa è possibile leggere il commento traccia per traccia da parte di AC Wild. 

Unexpected Fate si colloca, a livello di peso specifico, a metà fra il capolavoro IX e Neurodeliri, scoperchiando di botto e per certi versi inaspettatamente certe sonorità crude che si pensava ormai sepolte per sempre, in qualche vecchio, umido e sinistro cimitero italiano, laddove riposano i grandi.        

Welcome back to Hell, Bulldozer!   

   

Stefano “Steven Rich” Ricetti    

 

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Tracklist:
1. Unexpected Fate  
2. Aces Of Blasphemy  
3. Salvation For Sale  
4. Use Your Brain  
5. Micro VIP  
6. Bastards  
7. Buried Alive By Trash  
8. The Counter-Crusade  
9. The Prediction  
10. In The Name

Line-up:
AC Wild – Vocals, Bass, Keyboard
Andy Panigada – Guitar
Manu – Drums     
  

 

 

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