Recensione: United

Di Stefano Burini - 22 Maggio 2017 - 10:00
United
Band: Harem Scarem
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2017
Nazione:
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78

Ne è passata di acqua sotto ai ponti dai tempi dell’esordio auto intitolato o di quel “Mood Swings” che rappresentò uno dei picchi più luminosi di tutta la stagione del melodic rock, eppure a distanza di ventiquattro anni suonati gli Harem Scarem sono ancora sulla piazza e non certo come banali figuranti.

Indubbiamente il sound ha subito qualche aggiornamento rispetto ad allora, ma siamo in ogni caso ben lontani dal modern hard rock di gruppi come Alter Bridge e Black Stone Cherry e il nuovissimo “United” pare voler ribadire con forza e una volta di più l’attaccamento della band canadese alle radici dell’hard/aor nordamericano di fine anni ’80.

“United” non sarà esplosivo come i citati capolavori di inizio anni ’90 ma restituisce una band in gran forma, trainata dalla sempre notevole voce di Harry Hess e dall’esuberante chitarra di Pete Lesperance e in grado di mettere in tavola undici canzoni ispirate e ben strutturate, equamente divise tra momenti più spinti e immancabili power ballad di spessore.

Tra gli high-light in scaletta vale certamente la pena citare la saltellante “Gravity”, animata da un giro di chitarra assolutamente irresistibile, la successiva “Sinking Ship” dal coinvolgente ritornello, le Van Halen – iane “No Regrets” e “The Sky Is Falling”, la power ballad “Things I Know” e la conclusiva “Indestructible”.

Ad ogni modo il pregio forse maggiore di “United” è quello di risultare fresco e piacevole all’ascolto anche dopo numerosi passaggi nello stereo, in barba all’età – non più verdissima – dei componenti della band e al genere proposta, troppo spesso e a torto “accusato” di essere stato ormai talmente saccheggiato in lungo e in largo negli anni da non poter più proporre nulla di nuovo o meritevole.

Accanto alle canzoni precedentemente elencate trovano dunque posto brani forse un filino meno brillanti ma assolutamente piacevoli come la title-track, le Bon Jovi-ane “Here Today Gone Tomorrow” e “Heaven And Earth” e le ipermelodiche “One Of Life Mysteries” e “Bite The Bullet”, a completare un quadro complessivamente molto positivo.

Harem Scarem: un nome, una garanzia per tutti gli amanti dell’hard/aor di qualità da un quarto di secolo a questa parte.

Stefano Burini

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