Recensione: Unity

Di Enzo - 11 Maggio 2002 - 0:00
Unity
Band: Rage
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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78

Ed ecco giunto, dopo tanta attesa quest’ultimo album dei tedeschi Rage. Come molti sanno la band tedesca, nata
negli anni 80, è stata l’autrice di album impeccabili e grandiosi che tanto hanno dato alla storia dell’heavy metal ed
allo sviluppo del power. Tuttavia negli ultimi anni la band ha avuto un notevole calo stilistico e compositivo, album
caratterizzati da orchestrazioni davvero improbabili ed eccessive che non hanno certo mantenuto ai vertici del genere
il nome dei Rage. Ed anche per ciò che questo “Unity” era particolarmente atteso, e devo dire con soddisfazione che
i Rage riescono a porsi nuovamente ai vertici della scena europea. Tutto il lavoro fa un passo indietro negli anni, sia
nella stupenda copertina che ricorda il tema di “Perfect Man”, sia nel contenuto musicale che si accosta molto a
lavori come “Trapped”. Ma partiamo subito con l’analisi delle canzoni che hanno reso ottimo questo
lavoro.

L’album parte con All I Want ed è bello poter tirare un sospiro di sollievo che scaccia via
ogni potenziale delusione. Il ritmo incalzante assicurato da una batteria incisiva di Mike Terrana e la sottile melodia
sprigionata dalla “distorta” chitarra di Victor Smolski aprono il sipario alla voce ed al basso di “Peavy” Wagner. Il
singer (e bassista) dà subito una grandissima impressione grazie alla sua voce aggressiva e ruvida quanto basta.
Molto bello il ritornello, melodico e potente. Dopo questo strepitoso inizio la successiva Insanity non fa che
confermare le ottime impressioni avute. Ritmo veloce ed irruento per questa ottima fast song.Down è invece
una canzone molto più cupa rispetto alle due precedenti, il chorus è potente ed il refrain, ancora una volta immediato
ed accattivante. Ottima l’interpretazione di Wagner che dimostra di essere notevolmente maturato sotto il punto di
vista vocale. Anche Smolski dimostra a tutti la sua abilità con fantastici assoli degni di un grande chitarrista. La
successiva Set This World On Fire è uno dei pezzi più belli dell’intero album, a partire dall’emblematico
titolo. La song in questione parte dolcemente con la calda melodia sprigionata dalla chitarra di Victor accompagnata
dalla triste voce del singer che intona il motivo di quello che sarà il refrain del pezzo (in versione velocizzata!). Ed è proprio il refrain epico e solenne a rendere mitico questo indiscusso brano! Suggestiva la seguente Dies Irae nella quale i Rage
riescono ad intrecciare cori strettamente medievaleggianti con la moderna costruzione strumentale tipicamente
metal in una maniera davvero affascinante. E se la seguente World Of Pain è un brano trascinante e di facile ascolto, la successiva Shadows è una piccola
strumentale che mi riporta alla mente, anche se solo per un attimo, vecchi ricordi targati Y&T. E proprio
Shadow è come un’introduzione per un’altra hits del disco, Living My Dream che parte accompagnata da riff
granitici e pesanti e che si snoda su di una stupenda costruzione melodica caratterizzata da uno dei refrain più belli
dell’intero lavoro, refrain che si evolve in un crescendo di emozioni musicali che avrà sicuramente la sua gran parte
negli spettacoli live della band.
Le seguenti Seven Deadly Sins e You Want It, You’ll Get It non
aggiungono nulla di nuovo all’album, belli e d’impatto i ritornelli che tendono ad annoiare negli ascolti successivi per
la troppa melodia riposta nella costruzione degli stessi. Qualcosa di nuovo invece arriva con l’ultimo pezzo del lavoro,
la title track Unity, brano strumentale che esalte le doti sia compositive che tecniche dei tre musicisti. Un
pezzo che chiude il disco nel migliore dei modi.

Concludendo non posso rimanere che soddisfatto da questo
ritorno imperioso dei Rage. La prova di ogni musicista è matura ed eccellente. E’ vero, Unity pecca in alcune parti di
ripetitività e refrain troppo melodici, ma sono difetti marginali per questo disco nel complesso affascinante e
potente, aggressivo ed energico caratterizzato da alcune hits che entrano di merito nei classici della band.
Vincenzo Ferrara

Tracklist:

1. All I Want

2. Insanity

3. Down

4. Set This World On Fire

5. Dies Irae

6. World Of Pain

7. Shadows

8. Living My Dream

9. Seven Deadly Sins

10. You Want It, You’ll Get It

11. Unity

12. Mystery Trip (Bonustrack Digi-Pack)

13. Down (Videoclip Digi-Pack)

14. Darkness Turns To Light (Japan Version)

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