Recensione: Unleash the fury

Di Beppe Diana - 14 Agosto 2002 - 0:00
Unleash the fury
Band: Brazen
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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80

Da non confondersi con  l’omonima band di sciaquette torinesi, questi Brazen arrivano dagli States e confronto alle nostre cinque ragazzette, sanno pure suonare. Con base operativa in quel di New York, i Brazen sono una project band formata dal bassista e dal chitarrista dei Push come to shove, energica band sconosciuta al pubblico italiano, e te pareva, ma che ha mietuto più di un consenso in terra germanica dove sono  stati considerati una delle migliori realtà in campo hard’n’heavy da giornali quotati come Heavy Order Was o Rock Hard.

 

 Senza farsi tanto condizionare dall’ottimo lavoro di artwork di cui il mini in questione gode, il genere proposto dai quattro musicisti americani, non si discosta poi tanto da quanto proposto dalla band madre, assestandosi su territori molto classici, metallicamente parlando, con qualche spruzzatina di hard rock anni ottanta, che non fa mai male, tanto che un paragone con i primi Ratt, Motley Crue e Wasp non mi sembra molto azzardato.

 

“Unleash the fury” è un ottimo biglietto da visita composto in parte da brani originali, e da due cover, una dei grandiosi Saxon e l’altra dei già citati Motley Crue, brani che da quanto saputo, dovrebbero fare parte di altrettanti tributi in uscita per la Remedy records. I quattro newyorkesi ce la mettono tutta per far divertire l’ascoltatore, giuro ch’era da tempo che non sentivo una band emanare un suono così caldo e coinvolgente tanto da farmi sobbalzare più volte dalla sedia, per scuotere il mio culone flaccido e agitare la testa a mò di headbanding, un’immagina davvero impietosa, giuro.

 

Il veterano Greg Gillen forgia un numero impressionante di riffs devoti al più scatenato pogo di massa, mentre la sezione ritmica solida e compatta, tritura e macina tutto quello che si trova davanti al suo cammino, coadiuvati da uno screamer di razza che abbina tecnica e grinta da vendere. Il brano migliore? Semplice, la cover di “Red Hot” dei Crue, una vera mazzata nelle palle!!!!!! “ Red hot – red hot – to the top – we are red hot”, yeeeeaaaahhhhhh

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80