Recensione: Unspoken Words

Di Riccardo Angelini - 15 Aprile 2006 - 0:00
Unspoken Words
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2006
Nazione:
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74

Non sono poche le band che negli ultimi anni hanno saputo dimostrare che l’applicazione degli insegnamenti pinkfloydiani all’odierna scuola progressiva può dare buoni, ottimi frutti. La strada è stata aperta poco a poco da realtà pionieristiche quali Procupine Tree e Anathema, ma nel tempo e in misura diversa sono state molteplici le formazioni che ne hanno seguito con successo le indicazioni: tra i casi più recenti si possono segnalare i polacchi Riverside e gli olandesi The Aurora Project. Proprio questi ultimi sono giunti al debutto ufficiale sul finire del 2005, con un disco davvero promettente e già ricco di spunti interessanti.

Unspoken Words si profila come un concept album profondo e introspettivo, incentrato sul rapporto tra sensazione ed esistenza, e dal punto di vista musicale i brani mettono subito in chiaro il notevole potenziale della band, che accanto a una preparazione tecnica superiore rivela anche un apprezzabile estro compositivo. Atmosfere vacue ed eteree, di chiara matrice psichedelica, avvolgono una base metal/rock agile, cangiante, fondata sul calibrato equilibrio tra i diversi strumenti – tutti egualmente valorizzati, dalle tastiere al basso. Tra i punti di forza di questi giovani fiamminghi va senz’altro annoverata la capacità di mantenere omogenea la forma e la qualità dei brani senza cadere nella trappola della ripetitività: una dote non comune tra le band alle prime armi. Difficile a tal proposito segnalare gli episodi di maggior pregio, non fosse altro che per la mancanza di evidenti cali di tensione; ciò rende l’album maggiormente godibile se ascoltato nella sua interezza, lasciandosi avvolgere dalle sue morbide spire senza troppo curarsi dei pezzi singolarmente individuati. Questo tipo di approccio, tuttavia, è ostacolato da quella che può considerarsi la più evidente pecca dell’album, ovvero i frequenti intermezzi parlati, colpevoli di un’invadenza a tratti irritante. Tra i ben quattordici brani (più una bonus track senza titolo) di cui consta la tracklist, infatti, si annoverano solo sei canzoni vere e proprie, tre pezzi strumentali dal minutaggio inferiore ai tre minuti, e ben cinque intermezzi non musicali, concentrati soprattutto nella seconda metà del disco, fra i quali spicca un insopportabile monologo dalla durata prossima ai sei minuti. La trovata, in origine pensata per snocciolare più efficacemente le tematiche implicite nel concept, si rivela del tutto fallimentare, così che anche l’ascoltatore più paziente si dovrà rassegnare suo malgrado a sopportare in astioso silenzio o, in alternativa, ad appollaiarsi come un nibbio nei pressi del stereo per premere al momento opportuno il tasto “skip”.

Al di là di tale infelice inconveniente, per quanto concerne il mero valore espressivo Unspoken Words si rivela in tutto e per tutto un esordio di notevole spessore, che consegna una band giovane ma già dotata delle giuste qualità per conquistarsi un posto in prima fila nell’odierno panorama progressivo. Se gli Aurora Project sapranno confermare quanto di buono mostrato in questo primo lavoro – magari slegandosi dalla rete dei concept, se questa finisce per minare la fruibilità delle composizioni – c’è da scommettere che saranno presto pronti a confrontarsi alla pari con gli attuali leader del settore.

Tracklist:
1. Unspoken Words I (2:25)
2. The Betrayal (4:46)
3. SD: 9796.823 (1:00)
4. Unspoken Words II (2:27)
5. The Untold Prophecy (5:37)
6. The Event Horizon (7:03)
7. System Log (9608, 10987) (5:55)
8. The Gathering (7:15)
9. SD: 9843.123 (0:42)
10. Unspoken Words III (2:42)
11. SD: 9862.000 (0:51)
12. Nocturnal Lament (6:41)
13. SD: 9890.114 (0:53)
14. The Resurrection (8:38)
15. Bonus Song (5:51)

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