Recensione: Up The Dosage

Di Eric Nicodemo - 11 Febbraio 2014 - 0:03
Up The Dosage
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2014
Nazione:
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70

Cosa sarebbe un concerto hard’n’roll privo di un’ottima band capace di regalarci emozioni e divertimento?
Poco o niente e, al di là della buona musica, anche l’elemento funny ha il giusto peso in una performance live, cosa risaputa dai Nashville Pussy, che enfatizzano gli aspetti più pittoreschi e bondage del genere…      

Zero classe, goliardia a fiumi e pura attitudine hard rock come piace a Lemmy: questo il biglietto da visita dei Nashville Pussy, un quartetto sgangherato nato dalla mente di Blaine Cartwright e Ruyter Suys alla fine degli anni novanta in Georgia dalle ceneri dei Nine Pound Hammer.
Assieme al batterista Jeremy Thompson e alla bassista Bonnie Buitrago, i due sopracitati “piccioncini” danno alle stampe il seguito di “From Hell To Texas” (2009), intitolandolo   emblematicamente “Up The Dosage”.
Già dal primo incontro, nella fattispecie “Everybody’s Fault But Mine”, non ci sono possibilità di sbagliare: il groove è trascinante quanto un volante alcolico, giocato su un riff compatto e ruvido in grado di sprigionare la rozza energia di Blaine e soci.
L’inflessione cafona è un vero e proprio viatico per i Nostri che sbandierano il loro vizio in tutto il disco: nessuna concessione nella programmatica “Rub It To Death”, che ribadisce un’acredine all’ordine nella sua indiavolata ritmica, sconquassata dal rullare del drumming e da un attacco chitarristico serrato, che non sfigurerebbe alla corte di sua maestà Kilmister.  

Il livello di maleducazione aumenta ed è canalizzato efficacemente in “Till The Meat Falls Off The Bone”, proponendo una versione inacidita dell’aerosmithiana “Walk This Way”.
Per i Nostri è fondamentale rimanere duri e sguaiati ma è altrettanto importante mantenere un senso comico straripante per scrivere una canzone come la sfrenata “The South’s Too Fat To Rise Again”, memore di una convincente accelerazione del guitarplay, inserito tra i backing vocals delle “scolarette” Suys e Buitrago.  
Se la parola d’ordine per i Nashville è trasgressione non si fa fatica a capire come i Nostri abbiano partorito l’acustica “Before The Drugs Wear Of”, dove il combo esprime un amore viscerale per il coutry rock con una sana (over)dose di blues perché, tutto sommato, anche i nostri gentiluomini sono degli insanabili romanticoni!  
Guarda caso, dietro a tanta energia southern, si nasconde Eddie Spaghetti, bassista dei Supersuckers, che ha collaborato alla scrittura di ben tre canzoni del lotto.
“Spent” è ancora una lezione di “finezza” elargita con un corollario di parolacce da far impallidire pure il mitico Pino Scotto (!), il tutto infiocchettato da riff quadrati e refrain concentrici.  
“Beginning Of The End” e la title track sono due esempi inequivocabili di rutilante boogie woogie in stile ZZ-Top arroventato da lunghe ed articolate sfuriate chitarristiche.

Ci addentriamo in territori anni settanta (Black Sabbath) con la sboccata “White And Loud”, per poi assaporare la scanzonata country ballad “Hooray For Cocaine, Hooray For Tennessee” dove la coca, il Tennessee e un mandolino convivono tutti allegramente in quella polverosa, assolata “…fucking street…”.
Per concludere in bellezza non può mancare l’indiavolato rock’n’blues di “Pillbilly Blues” mentre l’essenza del disco è riassunta nei testi inequivocabili di “Pussy’s Not Dirty Word”, degnamente onorati, da una parte, dal plettraggio spigoloso e dinamico, dall’altra, da vibrati graffianti e sgraziati.      
Inoltre, per chi acquisterà la versione in digipack e la versione in vinile, ci sono ben due sorprese: “Begging For A Taste” e la versione alternativa di “Before The Drugs Wear Off”.

“Up The Dosage” è, in  definitiva, una prova rude e priva di fronzoli, appropriata ad una band verace come poche, che celebra l’irriverenza del vecchio, sanguigno hard rock, restituendolo alla sua dimensione più becera e istintiva.
Se vi ritenete raffinati intenditori o amanti di ascolti impegnati e non volete in alcun modo lasciare i vostri lidi dorati, le alternative sono due: fuggire o pogare affannosamente con i vostri imbufaliti beniamini!       

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Genere:
Anno: 2005
78