Recensione: US

Di Nicola Furlan - 17 Novembre 2012 - 0:00
US
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Anno: 2012
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70

Saranno in pochi ad aver sentito nominare gli Homicide Hagridden, band piemontese che, dal 1994 ad oggi, ha prodotto solo due full-length, questo ultimo “US” e “Dead Black Sun” uscito nel 2004. Dopo l’ascolto di questa seconda fatica discografica viene da fare subito una considerazione: che peccato! Peccato di cosa?
Peccato che questa band non abbia avuto più continuità. I quattro ci sanno fare alla grande! “US” è un concetrato di thrash classico, stile ‘bay area’, iniettato d’un briciolo di hardcore e con quel pizzico di moderno che non lo rende additabile di mediocrità. Se un disco del genere fosse uscito cinque anni fa, sarebbe stato di certo uno dei grandi album italiani da ricordare come ‘punta di qualità’ di un movimento in costante crescita ormai da quasi dieci anni. A voler citare qualche nome, tanto per darvi un’idea, gli Homicide Hagridden strizzano l’occhio a quanto prodotto dagli Exodus ‘moderni’, pur puntando, in parecchie occasioni, al tagliente ‘modus componendi’ introdotto nel corso degli anni dagli Slayer. Nomi grossi certo, ma garantiamo che l’affiancamento artistico non sfigura.
La band sa esprimersi con notevole dinamicità anche se, forse, qualche slancio sperimentale non avrebbe guastato dato che, lo si comprende, dietro gli strumenti c’è gente a cui non mancano le capacità (…fermo restando che il banco di prova resta sempre la prova dal vivo!). Sicuramente, a nostro parere, senza dover per forza intricare il songwriting di chissà quali orpelli compositivi, l’attitudine così ‘on your face’ si sarebbe potuta rivelare con maggior personalità se, in aggiunta al riffing azzeccato, alle sezioni ritiche frizzanti e al cantato caustico di Massimo Moda, si fossero aggiunti imprevedibili passaggi armonici piuttosto che qualche deflagrante groove preceduto dai tipici palpitanti secondi di cosmico silenzio. A parte queste piccole osservazioni che ci siamo sentiti di indicare, si ascolta un thrash metal diretto, ‘riffato’ con grande gusto e condito da una dose di acida invettiva che enfatizza tutto l’aspetto compositivo. Grande autore del progetto è il chitarrista e cantante Massimo Moda, autore di una grande prestazione, ritmica e canora. A fianco del citato ecco un lavoro di squadra ben affiatato, indice di una coesione ben orinentata al raggiungimento dell’obiettivo! Il tutto ben concentrato in trenta minuti che scorrono via senza momenti di stanca e lasciano una grande carica dal profumo di asfalto rovente.
I nostri non si distinguono particolarmente dai molti che, come loro, hanno tanto caro un certo modo di esprimersi. A differenza di questi ‘molti’, però, gli Homicide Hagridden riescono ad essere molto convincenti, lineari quanto si vuole, ma persuasivi come pochi e ben focalizzati ed essenziali sulle loro idee, molto ben espresse in musica (alla faccia di chi, povero di idee, produce dischi piatti e sterili, mascherando idee vincenti di altri del passato e facendole passare per prorpie… e non ci riferiamo solo all’underground!).
“US” è consigliato quindi a tutti gli amanti del thrash metal filo-statunitense (East Coast), in particolare ai ricercatori di prodotti di qualità ovvero a chi vuole far scorrere nel lettore un album nato da un gruppo con le idee chiare e che, ne siamo certi, si sente a proprio agio nel proporre del puro e compatto thrash metal. Non è cosa da poco…

Nicola Furlan

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Tracce:
01. Intro/Last Thinking         
02. World Decline         
03. Black as War         
04. Empty Thoughts         
05. The Ones         
06. Slaved From Darkness         
07. Dimension Zero         
08. Ghost Messiah         
09. Sign Of The Death

Durata: 31 minuti ca.

Formazione:
Davide Rou Roch: Basso
Stefano Moda: Batteria
Massimo Moda: Voce, chitarra
Daniele Bidoggia: Chitarra

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Genere:
Anno: 2012
70