Recensione: Use your illusion II

Di Paolo Beretta - 25 Aprile 2003 - 0:00
Use your illusion II
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Anno: 1991
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85

Il triste, rabbioso canto del cigno di una band, a mio modestissimo parere storica, che con tre album di una bellezza rude ma sopraffina ha incantato milioni di giovani componendo canzoni che ancor oggi fanno scalpore. Nel 1991 i Guns’N’Roses pubblicarono contemporaneamente Use your illusion I e II lasciando a noi fans tracce che testimoniano la qualità assoluta di una formazione che purtroppo da allora è “morta” lasciando un grosso, profondo buco incolmabile. Il disco si apre con un lento commovente, Civil war, che inizia con sonorità grigie, fioche, appannate magistralmente interpretate dall’ugola di Axl; successivamente l’opener si anima, prende forza con l’arrivo delle chitarre elettriche che con assoli opachi e ritmi inesorabili nella loro tristezza, accompagnati da un testo che grida contro la guerra, fanno venire il magone all’ascoltatore. Si prosegue con 14 Years una song spensierata che risulta essere particolarmente piacevole nel coro solare, grazie anche al perenne supporto del piano che si fonde con il “dolce” ( per nulla aggressivo ) sound metallico. Yesterdays è una track leggera, dotata di sonorità piacevoli che mettono in evidenza il lato più melodico e immediato dei Guns. Impercettibili i favolosi lavori di basso e batteria che si animano solo a tratti lasciando spazio alla voce di Rose, davvero superba. E così si giunge a Knocking on Heaven’s door, una delle cover ( Dylan ) più famose del mondo ( e non credo di stare esagerando ). Chi non conosce questa ballad? Questa dolce carezza accogliente che scivola su note calde e piacevoli. La band Californiana è riuscita a non rovinare la bellezza della versione originale interpretando in maniera più “decisa” il pezzo, che incanta nel celeberrimo coro. Semplicemente impressionante l’urlo di migliaia di fans che gridano a squarciagola “Guns’N’Roses” in Get in the ring. Cavalcata potente e trascinante dotata di una sezione ritmica sostenuta che non lascia scampo, di un sound maledettamente Rock, di un riuscito break centrale ( con lungo parlato ) e di taglienti gli assoli confezionati da Slash. Shotgun blues è un’altra testimonianza di Hard Rock di pregevole fattura. Veloce e penetrante la voce di Axl ben sostenuta da tempi incalzanti e da un riffing incessante, pesante e deciso. Un fischio ci introduce magnificamente a Breakdown. Un bel brano dove si intersecano le dolci note del piano con le chitarre elettriche per dare vita a ritmi esaltanti, che rapiscono la mente dell’ascoltatore portandola lontano, lontano grazie alla loro immediatezza. Le strofe scorrono sul velluto; il break invece, grezzo e rude ( nel cantato rabbioso ) non fa che rendere il pezzo ancora più apprezzabile. Pretty tied up è una perla che mescola un sound orientale ad Hard Rock puro e semplice. La canzone vola sulle ali dell’entusiasmo di un coro dalle melodie curatissime e si sviluppa su assoli fulminanti, immediati, che si intrecciano con il piano. Locomotive è invece una traccia particolare, dalle sonorità particolari che vengono magistralmente riprese dalla voce a tratti nasale di Axl. Onnipresente il potente lavoro di riffing che accompagna come un ombra sotto il sole il cantato ipnotico e infinito che alla fine non può rimanere impresso a fuoco nella mente dell’ascoltatore così come la totale bellezza del cambio di ritmo. Un break affascinante, delicato, che diventa grazie all’apporto del pianoforte in controversa e originale contrapposizione con il resto della song. So fine è un lento fragile. I-nizialmente sembra quasi che basso, batteria, chitarra e voce ( eccezionale Duff ) non vogliano svegliare la canzone, in dormiveglia, che tuttavia esplode due volte in tutta la sua potenza per poi morire dolcemente tornando alle lente sonorità iniziali. Estranged è un capolavoro che ad ogni ascolto mi lascia sempre basito dal profondo. Una track che emoziona davvero; 9 minuti di poesia d’autore. La voce di Axl si immedesima, si fonde, con il pianto delle chitarre e con la sezione ritmica appesa ad un leggero e sottile filo. Successivamente il pezzo prende vigore. Lentamente ma inesorabilmente, le atmosfere tristi e cupe vengono spazzate via dalle note serene del piano e dal cantato più solare. Aumenta di potenza secondo dopo secondo, cresce, e dà il via ad un finale che mi stringe il cuore, che mi fa sentire vivo e che… You could be mine invece è un pezzo coinvolgente molto Heavy. Colonna sonora del celeberrimo T2 ( Terminator II ). Sebbene io odi dal profondo le soundtrack devo dire che la song in questione non mi è dispiaciuta affatto con il suo riffing deciso e con il suo coro immediato. Don’t you cry ha fatto scuola. Chi non ha baciato la/il sua/suo bella/o con in sottofondo questa ballad commovente. Un testo elementare, ma profondo, che riesce a risultare perfetto come l’assolo struggente di Slash che lascia il segno nella sua semplicità e chiude questo Use your illusion II ( in quanto My world non la definisco una canzone ma un ammasso di suoni prodotto dalla band durante una “sana” sbronza colossale! ). Sono molto legato a questo cd dal momento che mi ha avvicinato al Metal in generale; un album ben prodotto e suonato che, sebbene non sia al livello di Appetite for destruction, secondo me è semplicemente indispensabile per chiunque ami la buona musica!

TRACKLIST
1. CIVIL WAR 2. 14 YEARS 3. YESTERDAYS 4. KNOCKIN’ ON HEAVEN’S DOOR 5. GET IN THE RING 6. SHOTGUN BLUES 7. BREAKDOWN 8. PRETTY TIED UP 9. LOCOMOTIVE 10. SO FINE 11. ESTRANGED 12. YOU COULD BE MINE 13. DON’T CRY 14. MY WORLD.

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