Recensione: V Empire

Di Alessandro Calvi - 24 Gennaio 2004 - 0:00
V Empire
Etichetta:
Genere:
Anno: 1996
Nazione:
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75

Seconda pubblicazione ufficiale del gruppo inglese dopo Principle of Evil Made Flesh e datata 1996, lo stesso anno del loro secondo album completo, Dusk and Her Embrace, ma precedente al cambio di etichetta che li avrebbe portati a passare dalla Cacophonous Records alla Music for Nations.
Questo VEmpire è un miniCD, la sua durata è di circa 40 minuti e contiene solo 6 brani di cui uno, The Forest Whispers My Name, oltretutto già presente sul loro cd di esordio Principle of Evil Made Flesh.

Dopo una simile presentazione e simili punti di partenza sarebbe piuttosto facile pensare male e ritenere questo mini come un riempitivo dovuto unicamente a doveri contrattuali, un prodotto banale gettato sul mercato solo perchè il contratto con la Cacophonous probabilmente era stato firmato per 2 pubblicazioni e doveva essere rispettato prima di passare alla nuova etichetta. In alternativa si può sempre pensare che i Cradle morissero dalla voglia di pubblicare questo miniCD e ci siano riusciti appena prima di cambiare etichetta. Come sempre probabilmente la verità sta da qualche parte nel mezzo, il momento in cui è uscito è un fatto, ma è un fatto anche l’indubbia qualità del prodotto.

Al di là di The Forest Whispers My Name, una delle canzoni migliori già del loro primo album Principle of Evil Made Flesh, anche le altre canzoni non sfigurano. Una cosa caratteristica di queste canzoni è che effettivamente nonostante la loro pubblicazione appena prima di Dusk and Her Embrace, si collocano dal punto di vista della composizione e della produzione a metà strada fra il primo e il secondo full-lenght dei vampiri inglesi.
Tra le altre canzoni, due che secondo me spiccano piuttosto prepotentemente all’interno del lotto sono Queen of Winter Throne e soprattutto The Rape and Ruin of Angels, la mia song preferita di questo mini. Indipendentemente dal fatto che siano le canzoni che mi sono piaciute di più, sono anche le due che maggiormente credo facciano decadere l’ipotesi di una pubblicazione a solo scopo contrattuale. Indipendentemente dal lavore intrinseco delle due song, che a me pare piuttosto alto all’interno della discografia dei Cradle of Filth, nel caso di una pubblicazione “per dovere” non mi pare plausibile comporre canzoni che superano i 10 minuti come nel caso della prima o gli 8 nel caso della seconda.

Per tirare le somme di questo disco mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti dei vampiri inglesi, si tratta di una tappa piuttosto importante nella loro discografia che mostra una sorta di stile intermedio tra “Principle…” e “Dusk…”. Sicuramente apprezzato da tutti quelli che seguono i Cradle of Filth da tempo, la durata un po’ meno lunga rispetto ai full-lenght della band non dovrebbe influenzare più di tanto l’acquisto per un prodotto comunque di qualità. Per coloro che non si sono mai avvicinati a questa particolare band il consiglio è di partire dall’inizio per chi è appassionato di sonorità più estreme o dalla fine della loro discografia per chi frequenta generi più melodici.

Tracklist:
01 Ebony Dressed for Sunset
02 The Forest Whispers My Name
03 Queen of Winter, Throned
04 Nocturnal Supremacy
05 She Mourns a Lengthening Shadow
06 The Rape and Ruin of Angels

Alex “Engash-Krul” Calvi

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