Recensione: Vîrstele Pamîntului

Di Alessandro Calvi - 9 Aprile 2010 - 0:00
Vîrstele Pamîntului

A breve distanza dall’uscita di “Maiestrit”, ri-registrazione dell’ormai classico “Maiastru Sfetnic” e ultima produzione dell’originaria formazione dei Negura Bunget, ecco vedere la luce la prima fatica della band rumena pressochè rifondata da Negru. Dei componenti originari del gruppo, infatti, è rimasto il solo batterista, mentre divergenze artistiche hanno portato Hupogrammos e Spurcatu ha lasciare la compagine per fondare i Dordeduh.

Se si guarda alla recente produzione in studio dei Negura Bunget troviamo un paio di titoli come “Maiestrit” e “Om” che son indiscutibilmente dischi che fan girare la testa per bellezza e qualità. L’evidenza ci dice che la line-up appena esplosa era capace di produzioni di livello non indifferente, per questo una rifondazione così completa del gruppo avrebbe potuto portare a cocenti delusioni per i fan.

Nonostante i diversi musicisti, però, il sound dei Negura Bunget è rimasto, fortunatamente, pressochè invariato. Il mix di folk, black metal, tastiere epiche e passaggi acustici e tribali è ancora alla base dei brani del gruppo rumeno. Anche a livello di prestazione vocale bisogna rilevare come il neo-entrato Corb si esibisca in una “imitazione” quasi perfetta del suo predecessore. La somiglianza sia nel timbro (sia in pulito che in scream) che nel modo di cantare tra i due ha qualcosa di abbastanza sorprendente e di certo il nuovo acquisto sembra la soluzione migliore per non far sentire troppo ai fan la mancanza di Hupogrammos.
Anche sotto il profilo del songwriting sembra cambiato ben poco, nonostante così illustri defezioni. Bisogna comunque rilevare che si è in presenza di un’opera sontuosa come era “Om”. Elaborata, intricata, complessa, tanto da necessitare più e più ascolti per essere pienamente compresa e assimilata. In “Vîrstele Pamîntului” i riff e la struttura stessa delle canzoni risultano più semplici e più immediate, ma solo all’inizio.
L’effetto di orecchiabilità di queste composizioni, infatti, va via via spegnendosi ascolto dopo ascolto. A ogni passaggio nel lettore emerge un nuovo particolare, a volte addirittura uno strumento, che prima non si era notato. “Vîrstele Pamîntului” non è un disco facile, ma lo fa capire solo poco a poco, prendendo per mano l’ascoltatore e incantandolo con le sue melodie fino a che non ne è completamente conquistato. A quel punto non solo non se ne può più andare, ma non vuole, incuriosito dalle novità che un nuovo ascolto potrebbe riservare.
Da questo punto di vista questa nuova fatica dei Negura Bunget è forse anche superiore a “Om”, disco bellissimo che, però, è risultato ostico a molti. Questo perchè “Vîrstele Pamîntului” si presenta come stratificato su diversi livelli di lettura. Orecchiabile e immediato a un ascolto superficiale, ma anche profondo e con grandi doti in attesa di essere scoperte da chi volesse donargli maggiore attenzione. Il risultato è, quindi, un’ottima via di mezzo, un perfetto mix che rappresenta benissimo ciò che questa band è davvero in grado di fare, ieri come oggi e domani.

Per concludere la nuova fatica di Negru e soci ci presenta un gruppo che, incredibilmente, sembra non aver perso una virgola di spessore e capacità compositive nonostante lo split con due personaggi importanti come Hupogrammos e Spurcatu. “Vîrstele Pamîntului” è un album pienamente Negura Bunget nel sound, così come nella profondità della musica. Un acquisto immancabile per i fan del gruppo e per tutti gli appassionati di quel black metal dotato di anima e cervello.

Tracklist:
01 Pãmînt
02 Dacia Hiperboreanã
03 Umbra
04 Ochiul Inimii
05 Chei de Rouã
06 Cara de Dincolo de Negurã
07 Jar
08 Arborele Lumii
09 Întoarcerea Amurgului

Alex “Engash-Krul” Calvi

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