Recensione: Vaxis – Act I: The Unheavenly Creatures

Di Roberto Gelmi - 11 Ottobre 2018 - 12:00
Vaxis – Act I: The Unheavenly Creatures
Etichetta:
Genere: Progressive 
Anno: 2018
Nazione:
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75

Definire la musica dei Coheed and Cambria è impresa non da poco, il termine che meglio si avvicina a descrivere il loro trademark è originalità a ogni costo. Paragonabili ai cugini 3, la band dell’ipertricotico Claudio Sanchez, con oltre vent’anni di carriera alle spalle, arriva al nono studio album e lo fa – dopo la parentesi a latere di The Color Before the Sun – restando assiduamente fedele alla concept continuity di stampo fantascientifico, che rende riconoscibile ogni uscita targata C&C. Giusto per farci un’idea del valore della band, solo Good Apollo Volume One ha venduto un milione di copie in tutto il mondo, inutile girarci intorno. A riprova del momento più che positivo della band, i Coheed and Cambria hanno recentemente partecipato alle celebrazioni per il sessantesimo anniversario della NASA suonando con la National Symphony Orchestra al The Kennedy Center di Washington D.C. Con l’atteso Vaxis – Act I, la saga sci-fi The Amory Wars continua a stupire e il disco si presenta forte di un artwork (che definire intrigante sarebbe riduttivo) e un minutaggio attorno agli 80 minuti. Il full-length segna, altresì, il ritorno con Roadrunner Records dopo la collaborazione nel 2010 per la pubblicazione di Year of the Black Rainbow.

Immergiamoci nei 15 brani che compongono la scaletta. S’inizia con la traccia più lunga “The Dark Sentencer”, quasi otto minuti di musica tipicamente C&C: tutto torna, le chitarre mai troppo invasive, le linee vocali ammiccanti, il drumwork ficcante… un opener catchy e al contempo articolato, un ottimo biglietto da visita. Segue la title-track (in posizione atipica) che convince a metà: bene gl’inserti MIDI, meno convincente il refrain, sincopato in modo eccessivo. Niente paura, tuttavia, “Toys” riporta il disco su binari d’eccellenza, complice un inizio atmosferico, cui subentrano strofe scanzonate con sano approccio hard rock; l’assolo attorno al sesto minuto è pura goduria e uno dei migliori del platter. Si passa a due tracce dai titoli oscuri “Black Sunday” e “Queen of the dark”: a tratti tiratissima la prima, impalpabile e poco memorabile la seconda. Il basso bistrattato all’avvio di “True Ugly” torna a mostrare i muscoli del sound dei C&C, che infilano un’ulteriore serie di ritmiche arzigogolate con il solito lavoro a mosaico in fase d’arrangiamento.
Accoppiata di pezzi più easy-listening, “Love Protocol” e “The Pavilion (A Long Way Back)” scorrono vellutati senza risultare dei filler. La ballad sci-fi “Night-Time Walkers” strizza l’occhio a certe sonorità degli Ayreon, con il ricorso a filtri vocali che trasformano la voce di Sanchez in un recitativo robotico. L’ultima mezzora circa del platter si divide in cinque brani dal minutaggio similare. Giuste asprezze in “The Gutter”, doppio pedale in “It Walks Among Us”; cori scanzonati in “Old Flames” ed epilogo con la delicata e cullante “Lucky Stars”, traccia avvolgente e magnetica da ascoltare più e più volte. Un’altra serie di brani senza sbavature, dunque, anche negli ultimi momenti del nuovo capitolo della saga.

Vaxis – Act I è indubbiamente un disco di valore, composto e arrangiato da un gruppo in ottimo stato di salute. Detto questo, il limite principale della proposta messa in campo dai C&C resta quello già emerso negli album precedenti, ossia un’estrema coerenza nel loro modo d’intendere la musica, che vive dell’eclettismo messo in campo da Claudio Sanchez, il quale, tuttavia, attira a sé l’intero comparto strumentale, costretto ad adattarsi alla sua particolare timbrica. Il flusso narrativo del concept, in secondo luogo, tende a uniformare la tracklist, che appare priva di veri momenti apicali ma si mantiene quasi sempre su buoni livelli qualitativi. Il minutaggio è eccessivo, si poteva sfoltire la tracklist rendendola più efficace, ma è evidente che sviluppare una vicenda richiede una visione d’insieme maggiormente articolata (i Dream Theater hanno addirittura azzardato un doppio album con The Astonishing). Prendere o lasciare, questi sono i Coheed and Cambria, ben vengano band che non scendono a compromessi. A luglio il gruppo inizierà un nuovo tour da headliner in America con i Taking Back Sunday (co-headliner) e i The Story So Far. Nel caso foste nel Nuovo Continente…
 
p.s. considerata la centralità del concept Vaxis è stato pubblicato anche in una versione per collezionisti, che include il racconto completo scritto da Sanchez con la moglie Chondra Echert, un bonus disk (The Crown Heights Demos) e tanto di maschera del protagonista.

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