Recensione: Vehemence of Human Displeasure

Di Giorgio Vicentini - 22 Giugno 2005 - 0:00
Vehemence of Human Displeasure
Band: Exsecrator
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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68

I giovani Exsecrator, i quali precisano di avere un’età media di 21 anni, nascono nel 2001 come death metal band devota ai primi Sepultura/Death, variando lungo il cammino la propria direttrice musicale ed un numero rilevante di pedine della formazione. Arriva il 2005 e lo stile si consolida sulla formula attuale, sempre e comunque dedita al più brutale ed affossante death metal in american style che vorrebbe essere un mix tra Hate Eternal/Nile immersi nelle atmosfere dei Morbid Angel

Lasciando da parte la citazione di cotanti nomi, che al momento vedo lontani all’orizzonte, punterei l’attenzione su una questione per me rilevante: è giusto o no sottolineare che il trio è oggettivamente giovane? Secondo me sì, perché un disco del genere in mano ad una band più esperta potrebbe essere maggiormente criticabile, mentre proposto da ragazzi tra i quali suona anche un diciassettenne (al basso) fa ben sperare. 
Vehemence of Human Displeasure è già completo sotto l’aspetto dell’attitudine e ben focalizzato sulle sensazione in quanto buio e brutale, oltre che compatto come una treno in corsa su rotaie di blast beat a profusione e ritmiche oscure e serrate. Growl profondo, gutturale e catarroso, chitarre corpose, veloci e ribassate, riffoni violenti d’assalto e sporadici assoli che si gettano a testa bassa nel massacro.

Il disco, più che buono dal punto strettamente “accademico”, mette in campo un complesso di idee e di intenti ben inquadrati oltre ad essere arricchito da qualche spunto interessante. In particolare, giudico positivamente varie scelte, dalla produzione potente, moderna e competente, all’artwork curato nell’idea anche se da rivedere nella scelta dei colori (i testi marroni sono davvero difficili da decifrare), al lavoro atletico (ma non solo) dei musicisti ed in particolare del drummer il quale dimostra un uso apprezzabile della sua batteria. Con tutti i dichiarati limiti del suo essere amatoriale, mi è piaciuta anche la scelta di allegare al cd una registrazione live della band del dicembre 2004, sfruttando giustamente la tecnologia per mostrarsi anche in altri contesti.

Valutando la band attuale, la strada sembra essere sufficientemente delineata in fatto d’atmosfere e decisione, serve però una crescita del songwriting valido al momento, ma da rinfrescare in alcuni punti, soprattutto per un genere tanto cupo e violento che io trovo spesso più noioso che abbacinante. Per il bene del terzetto, mi auguro anche una progressiva crescita tecnica, per accompagnare degnamente lo sbocciare di nuove idee che diano un tocco personale indispensabile.

Vehemence of Human Displeasure è oggettivamente breve, durando un’inezia come nove minuti, ma gli Exsecrator sembrano avere varie frecce in faretra, pertanto meritano fiducia che spero sarà ripagata con un full length trita carne.

Tracklist:
01. La Caida del Ingenio
02. In the Depths of Okehazama
03. Vehemence of Human Displeasure

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