Recensione: Venus In Overdrive / From The Vault

Di Fabio Vellata - 24 Febbraio 2010 - 0:00
Venus In Overdrive / From The Vault
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Anno: 2010
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70

Ben due uscite contemporanee e separate per il cantante-attore d’origini australiane Rick Springfield, in circolazione sul territorio del vecchio continente con “Venus in Overdrive” – disco pubblicato in origine nel corso del 2008 – ed una raccolta celebrativa di materiale inedito, realizzata in combutta con il songwriter, produttore, musicista e sodale di vecchia data, Jeff Silverman.

Attivo da un considerevole numero di anni (primi anni settanta) Springfield non ha mai raggiunto vertici di particolare popolarità alle nostre latitudini, rimanendo confinato in ambiti strettamente sotterranei e per amatori, in virtù di una proposta spesso in bilico tra elegante westcoast e semplice pop da hit parade che, sia in un caso, sia nell’altro, non ha mai offerto le caratteristiche peculiari necessarie per far breccia in un’audience esigente e dai gusti variegati come quella europea. Non tanto per lo meno, quanto sperimentato negli Stati Uniti e nella natia Australia, terre prodighe sin dagli esordi, di grossi onori per l’artista di Sydney, apprezzatissimo nella duplice veste di cantautore e di protagonista in numerosi serial televisivi.

I due nuovi prodotti presentano, in modo alquanto esplicito e lampante, tutti quelli che possono essere considerati i pregi ed i difetti della proposta di Springfield, amatissimo da alcuni, decisamente inviso ad altri.
Se da un lato cioè, è indubitabile e manifesto un eccellente senso melodico ed una predisposizione per l’air play ricco di suggestioni solari e rilassate, dall’altro è in effetti improbabile non trovarsi a dover fronteggiare con puntuale costanza una serie di “mollezze” e cadute di tono che, di quando in quando, tendono a spuntare repentine dalla tracklist per sconfinare apertamente in stilemi affini al più banale e vacuo pop dall’easy listening “scivoloso” e tutt’altro che incisivo. Croce e delizia per tutti gli appassionati che, almeno una volta, abbiano avuto il piacere d’imbattersi in un’opera del buon Rick, anche il songwriting di cui si anima il pur valido “Venus in Overdrive” è essenzialmente descrivibile come una miscela dalle evidenti connotazioni d’eleganza e raffinatezza, cui spesso vengono a mancare maggiori e più abbondanti dosi di dinamismo e mordente.
Uno stile che insegue in perpetuo l’hookline memorizzabile ed il coro a presa rapida che, tuttavia, trascura in larga parte altri elementi fondamentali quali energia ed adrenalina e che, qualora non supportato da intuizioni di buona caratura, rischia a volte di scadere in formule compositive piuttosto banali, scontate e sin troppo radiofoniche.

Ad offrire il “polso” di questa situazione, giungono le battute d’apertura proprio di “Venus In Overdrive”: due tracce di buona qualità – articoli da FM americano, non trascendentali ma molto ben confezionati – quali l’ironica “What’s Victoria Secrets” e “I’ll Miss That Someday”, cui fa seguito il tipico esempio di filler pedante e noiosissimo, rappresentato dalla stucchevole e tediosa title track.
Corredato da suggestioni in alcuni casi un po’ forzate di stampo “beatlesiano” e dal solito eccellente lavoro di Bob Marlette alla consolle, il platter mostra comunque attimi positivi ed un assortimento più che dignitoso di episodi westocoastiani e di momenti pop-rock dalla fattura pregevole e molto curata (“Passenger”, “3 Warning Shots” e “Mr.PC” su tutte), sufficienti al fine di equilibrare le inevitabili secche creative ed a far pendere l’ago della bilancia verso una promozione, nel complesso, piena e meritata.

Discorso a parte, come ovvio, è da riservare invece per “From The Vault”, come riferito in apertura, sorta di compilation celebrativa di materiale raro ed inedito, composto ed eseguito da Springfield in collaborazione con l’amico e collega Jeff Silverman.
Dai toni decisamente più “demodé” rispetto a “Venus In Overdrive”, l’album si presenta come una raccolta destinata per lo più ai fan, in forza di una qualità effettiva dei brani discreta, m piuttosto disomogenea. Alla resa dei conti ed in un’unica definizione: di scarsa consistenza.
Canzoni high-tech AOR dall’indissolubile fascino stile “radio FM anni ottanta” come “Dancing On The Edge Of The World”,“Right Planet, Wrong World” e “Love Receiver” (che almeno un po’, richiamano alla memoria il progetto Sahara Snow, condiviso nel 1997 da Springfield con Tim Pierce e Bob Marlette), non sono poi supportate da una tracklist in grado di mostrare particolari spunti o grandissimi motivi di interesse.
Prodotto in maniera accettabile ed armato del solo fascino riverberato da release dedicate ai cultori, “From The Vault” è insomma, il classico disco che sin dal concepimento, si confina entro la categoria delle uscite riservate a soli grandi collezionisti e die hard fan.

Due titoli in definitiva, che non aggiungono particolari ragioni di discussione a suffragio delle tesi di detrattori ed aficionados di Rick Springfield e si presentano, come qualsiasi altra uscita del singer, attore e musicista australo-americano, nelle vesti di novità riservate agli amanti del lato infinitamente più morbido, lieve e commerciale dell’universo AOR.

Nota a margine. L’edizione di “Venus In Overdrive” licenziata da Frontiers Records reca, quale bonus omaggio, il DVD intitolato “Live In Rockford”, registrazione dell’evento live tenuto da mr. Springfield a Rockford, Illinois, nel corso del 2006.

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Tracklist “Venus In Overdrive”:

01. What’s Victoria’s Secret?
02. I’ll Miss That Someday
03. Venus In Overdrive
04. One Passenger
05. Oblivious
06. 3 Warning Shots
07. Time Stand Still
08. God Blinked (Swing It Sister)
09. Mr. PC
10. She
11. Nothing Is Ever Lost
12. Saint Sahara

Tracklist “From The Vault”:

01. Dancin’ On The Edge of the World
02. Right Planet, Wrong World
03. You Write The Book
04. Monkey
05. Love Receiver
06. Hey Eileen
07. Dream in Colour (demo)
08. Woman II
09. Religion of the Heart
10. Why Don’t You Dance
11. Somewhere
12. My Depression
13. In Veronica’s Head
 

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