Recensione: Vertigine

Di Fabio Vellata - 6 Dicembre 2008 - 0:00
Vertigine
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
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73

Giovane ma dal curriculum già piuttosto corposo, Emanuele Caldara è un valido esponente della vasta schiera di talenti che negli ultimi tempi si sta affacciando sempre più cospicua sulle scene di casa nostra.

“Vertigine”, sua seconda autoproduzione, è una release “casereccia” ed artigianale ma dal fascino insospettabile, condita da evidenti qualità che, quasi di sorpresa, riescono a regalare una serie di spunti interessanti e di buon auspicio. Composto di sei tracce intrise d’atmosfera e melodia, frazionate equamente tra strumentali e non, il demo cattura grazie ad un gusto per la composizione che non può essere definito altrimenti che elegante e di classe.

Poco di rock e nulla di hard a dire il vero. I toni preferiti, infatti, sono quelli dell’aor ammorbidito da mille suggestioni, ovattato e quasi onirico, pronto, in taluni frangenti, a fondersi con connotazioni fusion e new age.
Il Neal Schon solista, quello più soffuso di “Late Nite” e “Beyond The Thunder”, potrebbe essere un paragone accettabile (fatti, come ovvio, i dovuti distinguo) in termini di stile ed ambientazioni, mettendo dunque in evidenza una sensibilità accentuata ed un’ottima propensione per i momenti notturni e rarefatti, frangenti in cui, Caldara dimostra di essere a proprio agio molto più che altrove.

Minima nota di disappunto, è in effetti la hard-rockeggiante (unico brano dai toni più urgenti) “Runaway”, canzone di per sé non malvagia e discretamente inerpretata, ma piuttosto ripetitiva e di scarso carattere, troppo simile a mille altre e per nulla assimilabile alla bontà espressa in altre situazioni.
Nulla a che vedere cioè, con episodi come l’avvolgente “Vertigine”, la raffinata “Crop Circles” e l’eccellente “Fall Of Memory”, composizione quest’ultima che, prendendo spunto in taluni accenti dal celebre “Flying in a Blue Dream”, dichiara la profonda devozione dell’artista lombardo per il mitico ed intramontabile Joe Satriani.

Come non menzionare infine la piacevole “Whispers”, canzone proposta in duplice veste con lyrics inglesi ed in lingua madre (”Sussurri”). Un alto potenziale radiofonico, una sorprendente ricerca “scenica” e un gusto ben assortito per la melodia, ne fanno un pezzo dalla presa immediata, rendendola il vero highlight dell’intero demo.

Musicista preparato ed estroso, Caldara dimostra dunque di essere in possesso di qualità non indifferenti un po’ in tutti i fondamentali richiesti. Tecnica non fine a se stessa, gusto, senso della melodia ma, soprattutto, feeling.
L’invito è quello di non perdersi seguendo strade già battute e poco proficue, ma di perseverare piuttosto su sentieri personali, cercando di ampliare e far crescere quelle scintille di pura classe che già emergono e s’intravedono luccicanti.
Non importa se il percorso condurrà lontano dal rock e dal metal. Il talento c’è e non metterlo a frutto sarebbe un’autentica disdetta.

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Tracklist:

01. Vertigine
02. Run Away
03. Whispers
04. Crop Circle (Phase I)
05. Fall Of Memory
06. Sussurri

Line Up:

Emanuele Caldara – Chitarra / Voce / Programming
Davide Barbieri – Voce
Francesco Marchese – Basso

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Anno: 2008
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