Recensione: Victims Of Evil

Di Stefano Ricetti - 2 Maggio 2011 - 0:00
Victims Of Evil
Band: Stonewall
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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77

Stonewall: foggiani, autori di un demo nel 2009 dalla copertina guerresca assimilabile a quelle dei Molly Hatchet, riescono a siglare il primo gol ufficiale della carriera nelle serie che contano grazie alla My Graveyeard Productions, sempre attenta a dare una chance ai gruppi promettenti e con tanta voglia di fare all’interno del recinto dorato dell’HM classico made in Italy.

Victims Of Evil è il titolo del debutto, otto sono le tracce in dotazione a un album che sin dalla cover dal  retaggio italoamericano – Riot nell’anima (Thundersteel docet) e Axevyper nella realizzazione – promette battaglia siderurgica senza prigionieri. Particolarità d’altri tempi la composizione della line-up: un heavy metal trio con il cantante, Tony, che si cimenta anche nel bombardamento dei tamburi e gli altri due compari, anch’essi agghindati con chiodo obbligatorio a mo’ di seconda pelle, a dar man forte dispensando carichi da 90 alla bisogna. Vince al basso e Pier alla chitarra i Loro nomi. Booklet di otto pagine con quello che serve: testi, foto e crediti di rito.  

Un po’ Running Wild e un po’ Malice: questa è Victims Of Evil, canzone HM semplice e anthemica, ideale per essere suonata dal vivo senza tante menate tecniche ma con la magia basilare che si alimenta sulla base di litri di sudore, passione e giusta ignoranza – in senso stra-strabuono, sia ben chiaro –, quella che fa scattare l’headbanging d’ordinanza e il pugno al cielo regolare. Niente da eccepire riguardo l’incipit del disco: un sano, doveroso e ultra benefico bagno metallico nella lava anni Ottanta. In parole povere una passeggiata di salute a suon di watt nelle orecchie.

Grandi riff spacca granito a disegnare le trame offensive di Dark Revelations, pezzo tributo agli Iron Maiden arricchito però da quel feeling latino che nessuno sa creare al di fuori di Noi cantori italici, con parziale eccezione per i cugini iberici. I grandissimi Metal Church fanno capolino in mezzo alle trame di Pier, Tony e Vince nella traccia numero tre War Of The Worlds, ancora una volta all’insegna della tradizione integralista dell’heavy metal.  

No More Fear è un incrocio bastardo fra Accept e i Pirati di Amburgo di sui sopra mentre Feel My Blade paga pesantemente pegno agli Hammerfall intransigenti dei primi tempi. Goduria vecchio stampo fra i riffoni pesanti come il Ghiandone dell’Adamello profusi senza paura da Fight To Survive, canzone spudoratamente dalla metrica Dokken dei tempi d’oro.  

Che disco d’esordio di HM ortodosso sarebbe Victims O f Evil senza un accenno di ballad? Ecco quindi servita fumante We Can Change The World, che invero avrebbe potuto mietere molte più vittime se gli Stonewall ci avessero creduto fino in fondo e non solo a metà, osando in territori profondamente ma anche fieramente tamarri . Peccato, occasione buttata alle ortiche, ma ci sarà sicuramente tempo di rimediare in futuro. Discutere F.T.W. dei magnifici canadesi Sword sarebbe come dubitare su di una vittoria di De Vlaeminck al tempo che fu nella mitica Parigi-Roubaix. Gli Stonewall semplicemente si inchinano di fronte a tale maestria metallica, giustamente e con intelligenza, nulla più e nulla meno, irrorati per l’occasione dai fragorosi e benvenuti input di Guido Tiberi degli Axevyper all’ascia – anche autore della copertina del disco – e Reno degli Asgard al basso.      

Otto brani, come una volta, ai tempi delle C90, a riempire una facciata della musicassetta per non rischiare di rovinare l’immacolato vinile, dopo averlo deflorato infrangendone l’incolpevole cellophane protettivo. Otto contratti a tempo indeterminato con gli Dei del Metallo a suggellare una nuova, possente e credente realtà dal profondo Sud italiano, al servizio delle già agguerrite e forse invincibili armate dell’HM tricolore. Questo è Victims Of Evil.          
      


Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

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Tracklist:
1. Victims Of Evil
2. Dark Revelations
3. War Of The Worlds
4. No More Fear
5. Feel My Blade
6. Fight To Survive
7. We Can Change The World
8. F.T.W. (Sword cover)

Line-up:
Tony – voce, batteria
Pier – chitarra
Vince – basso

Special guest:
Giuseppe Guerrieri – backing vocals in Fight To Survive
 Luca Rubino – voce in We Can Change The World
Guido Tiberi – chitarra in F.T.W.
Renato Chiccoli – basso in F.T.W.

 

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