Recensione: Vigilance

Di Daniele D'Adamo - 5 Ottobre 2009 - 0:00
Vigilance
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
75

Los Angeles, 1989.
Lo avrebbero mai pensato, Burton C. Bell & Co., che il loro “progetto Fear Factory”, ancora allo stato embrionale, avrebbe avuto un peso determinante nel futuro?
Determinante perché, da quell’istante, successivamente conclamatosi con Demanufacture (1995), è sostanzialmente nato un sottogenere del Metal, che ancora oggi non ha un nome ben definito. Invero, si sono fatti dei tentativi, ad esempio con l’Industrial Metal, ma la base Death si è dimostrata di peso specifico troppo elevato per finire in quell’ambito.
Si potrebbe forse scrivere “Cyber Death Metal”, con che si verrebbero a tratteggiare immediatamente le relative linee stilistiche: matrice fondamentale Death, chitarre che macinano in maniera reiterata riffs iper-stoppati e super-compressi, basso distorto ed assai cinetico, batteria possente e dinamica, voce che alterna scream e clean, soli di chitarra rari se non assenti, determinazione nel delineare un groove meccanico, inserti Ambient dalle tetre e fosche tinte futuristiche.
Ed in questo calderone, sguazzano come anguille i canadesi Threat Signal, che con Vigilance arrivano al secondo disco della loro carriera, partita nel 2003.

Non a caso, invero, la line-up del gruppo s’interseca proprio con quella dei Fear Factory, specificamente per quanto riguarda il progetto parallelo Arkaea dei transfughi Christian Olde Wolbers e Raymond Herrera.
A questo punto si possono percorrere due strade: prendere i canadesi come semplice gruppo-clone dei losangeliani, oppure come esponenti del sopra citato “Cyber Death Metal”.
Dopo numerosi ascolti e riflessioni, appare riduttivo concludere secondo la prima opzione, una volta acquisita l’identità del Metal act proveniente dall’Ontario.

Masticata e digerita questa interpretazione, si può analizzare più nel dettaglio il disco.
Che, ad onor del vero, si muove nei limiti del genere con abilità, professionalità, e con qualche spunto interessante, ma non troppo, andando spesso a sconfinare nel Thrash.
Dopo l’ormai “classico” intro Ambient, si delinea in Afterlife il possente drumming in doppia cassa di Killeen, che modula il tempo in modo secco e impersonale, su cui Howard appoggia le proprie linee vocali, non troppo scream ma a volte isteriche; scream che evapora durante l’interpretazione del ritornello, catchy per quanto possa esserlo in questo genere di Metal estremo.
Con Through My Eyes parte, diretto allo stomaco, un pugno dal guanto borchiato tipico del Thrash (stesso parziale approccio in Escape From Reality). Non vengono poi lesinati break dal taglio melodico per quanto riguarda le sovrapposizioni delle chitarre, che sciorinano soli di qualità in maniera (non troppo) sparsa sulla superficie del disco argentato.
Proseguendo con calma negli ascolti, i vari brani assumono connotati ben precisi: meccanica razionale in The Beginning Of The End, che contiene il refrain più gradevole del platter ed un lungo solo di chitarra (sic!).
Ancora meccanismi ritmici in United We Stand, complessivamente simile, per struttura, alla canzone precedente.
Si cambia registro per l’improvvisa, aggressiva accelerazione di Beyond Recognition, dal break centrale di “slayeriana” memoria e dal coro di ampio respiro.
Il mid-tempo Another Source Of Light approfondisce, senza esagerare, il lato intimistico che, evidentemente, i nordamericani possiedono fra le crepe del loro sound solo apparentemente granitico ed inattaccabile agli agenti atmosferici.
Tempesta dopo la calma, Hate Machine mette giù una buona dose di potenza e di controllata velocità.
Insomma, alla fine, più o meno, le canzoni sopra citate sviluppano ed evidenziano le caratteristiche peculiare di Vigilance, preso atto che il resto dell’album mantiene inalterate le stesse coordinate stilistiche.

L’impressione che se ne ricava, alla fine, è che i Threat Signal abbiano svolto più che sufficientemente il loro “compitino”, evitando di innovare o ampliare, senza stravolgerlo, l’ambito musicale in cui si sono mossi con precisione da musicisti cibernetici, non osando, ma anzi trattenendosi in un atteggiamento sin troppo conservativo che, in ultima analisi, ha tarpato loro le ali (in gergo tennistico, “braccino”).
In ogni caso, sia che si amino i Fear Factory ed i loro cloni e/o il “Cyber Death Metal” (a seconda delle personali interpretazioni), l’album è gradevole e scorre con fluidità, data la precisione strumentale del quintetto di Hamilton e la pulizia della produzione.

Daniele “dani66” D’Adamo.

Discutine sul Forum nel topic relativo!

Tracklist:

01. Afterlife 4:06
02. Through My Eyes 4:35
03. The Beginning Of The End 4:00
04. United We Stand 4:21
05. Beyond Recognition 4:05
06. Another Source Of Light 4:53
07. Hate Machine 3:37
08. Severed 3:18
09. Lost 5:04
10. Revision 3:10
11. In Repair 3:28
12. Escape From Reality 4:20
13. To Remember 5:49

Line-up:

Jon Howard – Voce
Travis Montgomery – Chitarra
Adam Weber – Chitarra
Pat Kavanagh – Basso
Norman Killeen – Batteria
 

Ultimi album di Threat Signal

Genere: Death 
Anno: 2017
62
Genere:
Anno: 2011
77
Genere:
Anno: 2009
75