Recensione: Vintage Love – The Best Of

Di Francesco Maraglino - 2 Gennaio 2012 - 0:00
Vintage Love – The Best Of
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Anno: 2011
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73

Iain Ashley Hersey è un chitarrista ed autore nato nel New England e cresciuto a pane ed hard rock classico del genere Rainbow e Deep Purple, il quale ha esordito discograficamente nel 1999 con un full-length da titolo “Fallen Angel”, seguito nel 2005 e nel 2008, rispettivamente, da “The Holy Grail” e da “Nomad”.

Adesso, con questo “Vintage Love – The Best”, la label Avenue of Allies prova a riepilogare la carriera dell’axeman, riproponendo in un’unica soluzione quanto di meglio si poteva estrarre dai CD precedenti e facendo scorrere, tra l’altro, una carrellata di prestigiosi vocalist i quali hanno prestato la propria ugola alle creazioni musicali del nostro.
Nel complesso, “Vintage Love” offre all’ascoltatore uno squarcio nostalgico ed appassionato su di un hard rock, appunto, vintage, devoto fino al midollo ai già citati Deep Purple e Rainbow, ma anche a Bad Company, Free, Led Zeppelin, Whitesnake, e si allinea, alla fin fine, con quella riscoperta di tali suoni senza tempo che sia nuove bands (come Rival Sons, The Answer) che antiche glorie rivitalizzate dal mix con nuovi talenti (Black Country Communion) hanno recentemente riportato in auge.
Piacerà certamente, ad esempio, proprio ai fans dei Black Country Communion, “Blood Of Kings”, con alla voce David Montgomery. La track, infatti, pomposa e bombastica, ci accoglie con poderosi riff di chitarra e tastiere che c’introducono e ci accompagnano in un classic hard rock devoto, come si diceva, a Bad Company, Rainbow e Deep Purple.

Analogo discorso può essere fatto per “Voodoo Spirits” (qui troviamo Carlsten Schulz dietro il microfono), che si distingue per il suo contrasto, posto in apertura, tra fisarmonica, chitarra distorta e tastiere oscure.
Pure l’inedita “Red Head Rampage” è un rocker pieno di groove e dalle atmosfere e dai riferimenti di cui sopra, mentre sterza sul versante zeppeliniano dell’ispirazione la dura “The Outcaste”.
E sempre in ambito particolarmente hard si colloca “Goin’ Down And Dirty”, dall’eccellente riffing e dai ficcanti assoli memori di Whitesnake e Rainbow (qui è Dante Marchi a far da vocalist) mentre il frizzante Hard r’n’r dal titolo “Walking The Talk” ci riporta in area Rainbow (e, guarda caso, alla voce c’è qui Graham Bonnet, che proprio dei Rainbow, oltre che di Alcatrazz e MSG, è stato uno dei singer).
Non mancano aperture di natura melodica, che fanno pensare ad influenze del Serpente Bianco.
È il caso di “Distant Memories”, brano robusto ed enfatico, pieno di melodia con rallentamenti e cambi di ritmo, di “Hold On”, midtempo melodico ma pieno d’evoluzioni sonore e soprattutto chitarristiche, con una bella prestazione vocale di Paul Shortino, ma pure delle piacevolissime “Vintage Love” e dell’evocativa “When Will My Love Fade”, entrambe debitrici nei confronti del patinato rock degli Eighties, come peraltro la limpida “Blink Of An Eye”, sconfinante nell’AOR.

“Vintage Love – The Best” è, in conclusione, un album antologico che testimonia un talento chitarristico ed un autore innamorato perso del classic rock, in grado di confezionare brani di buona fattura e di canonica scuola, piacevoli e indubitabilmente degni di attenzione.

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Line Up:

Iain Ashley Hersey – Chitarre, basso, Hammond;
Graham Bonnet, Dante Marchi, David “Swan” Montgomery, Carsten “Lizard” Schulz, Paul Shortino, Mike Stone, Doogie White, Randy Williams – voce
Steffen “Seegi” Seeger – chitarre; Paul Logue, Jochen Mayer, Marvin Sperling, Dave Sutton – basso
Sam Aliano, Jimmy Griego, Bernd Herrmann, Frank Kraus, Tony Medeiros – batteria; Jim Austin, Alessandro Del Vecchio, Pat Regan, Holger Seeger, Harlan Spector – tastiere

Tracklist:

01. Goin’ Down And Dirty
02. Distant Memories
03. Hold On
04. The Outcaste
05. Blood Of Kings
06. Walking The Talk
07. Calling For The Moon
08. Blink Of An Eye
09. The Holy Grail
10. Voodoo Spirits
11. Sacrifice The Sun
12. L.A. Connection
13. Vintage Love
14. When Will My Love Fade
15. Red Head Rampage

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