Recensione: Violencia

Di Nicola Furlan - 20 Aprile 2010 - 0:00
Violencia
Band: Cyril Achard
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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75

Vi piacciono i dischi strumentali? Vi stuzzica l’idea che qualche talentuoso musicista riesca a farsi riconoscere grazie al sound partorito dalla propria sei corde? Bene, allora “Violencia” potrebbe fare al caso vostro.
E credo di non sbagliare se affermo che dischi come questo non capitano per le mani ogni giorno. Di musicisti bravi ne è pieno il mondo, di persone dotate di ingegnosità ed estro un po’ meno!
Beh, con questo disco Cyril Achard ha dimostrato che, per dar vita a un buon prodotto, non è necessario dar sfogo a tutto il proprio orgoglio di chitarrista preparato, ovvero non è necessario far vedere al mondo ‘di che pasta sei fatto’.
Alla fine dei conti la musica è pur sempre musica. Nella sua accezione più intima e personale, l’obiettivo essenziale che ci si prefigge è quello di rendere lo strumento portavoce dell’esigenza di comunicare sentimenti. Aggressivo o no che sia, romantico o sognante, ogni disco che si rispetti nasce dal bisogno d’instaurare una corrispondenza di “amorosi sensi” tra chi suona e chi ascolta. Achard sembra aver ipotizzato che per raggiungere tale scopo sia necessario suonare in maniera spontanea. Scontato? Non proprio.

Sia dal punto di vista produttivo, sia dal punto di vista compositivo, “Violencia” è un album schietto e inusuale se confrontato con la maggior parte delle produzioni ‘made in guitar hero’. I suoni, volutamente rustici, conferiscono al prodotto un gusto sincero, quasi garage, sebbene le canzoni siano raffinate e di notevole livello qualitativo. Ed è proprio questa dicotomia a conferire al disco la personalità accattivante e la particolarità che gli permette di emergere con prepotenza dalla massa di produzioni discografiche che saturano il mercato odierno.

Il songwriting è di tutto rispetto. Rock e metal sono legati da combinazioni compositive inattese in grado di tener alta l’attenzione dell’ascolto. I brani sono slanciati, impattano alla grande e denotano marcata personalità. La musica si presenta ricca di groove, manifesta irruenza e aggredisce con colpi di sciabola.
Già, “Violencia” riserva pochi colpi di fioretto! Il tutto è poi condito da una volontà di improvvisazione prettamente fusion che riduce la potenziale banalità di alcuni passaggi ritmici, valorizzandone il gusto (su tutte “I Don’t Believe”).

Ma cosa vorrà mai lasciar di sé questo album? Me lo sono domandato in più occasioni durante gli ascolti. Ovvio, senza testi risulta difficile comprenderne le trame liriche e concettuali. Resta solo una parola, unico spunto di riflessione. Non saprei darvi un’interpretazione, però posso ipotizzare che “Violencia” si riferisce alla crudezza di questi otto brani, alla sofferenza di canzoni come “Brutalize”, “All or Nothing”, la title track piuttosto che “Strong Hearted”.
Pure i brani più onirici come “I’ts a Gloomy Day” o “I Don’t Believe” non stanno là per rilassar l’ascoltatore, quanto più per trasportarlo nella loro dimensione oscura ed emigmatica.

Infine, nulla da eccepire sulla prestazione offerta dai compagni di squadra. Le singole prove di Franck Hermanny e Eric Lebailly si attestano inappuntabili e la sinergia derivante da queste non è da meno. Le sezioni ritmiche sono intrecciate con stile e costituiscono una solida base su cui Cyril Achard può dar sfogo a tutti i suoi turbamenti interiori e ai suoi urli soffocati.
Forse “Violencia” potrà non esser compreso fino in fondo, ma di certo non lascia indifferenti e, considerati i tempi, è già una gran cosa.

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Tracklist:

01 Brutalize
02 Saint Hetfield
03 All or Nothing
04 I’ts a Gloomy Day
05 Violencia
06 Sweet and Furious
07 Strong Hearted
08 I Don’t Believe

Line Up:

Cyril Achard: Chitarra
Franck Hermanny: Basso
Eric Lebailly: Batteria

 

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