Recensione: Virus

Di Fabio Vellata - 8 Novembre 2008 - 0:00
Virus
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
82

Personaggio di grande carisma ed ingegno, Randy Piper può essere considerato, a buon diritto, una sorta di leggenda del circuito hard rock mondiale.
Nato artisticamente agli albori degli eighties, fu proprio Piper, in combutta con il coetaneo Steven Duren (passato poi alla storia con il più roboante appellativo di Blackie Lawless), a rendersi protagonista della fondazione di una delle entità più significative dell’heavy rock d’ogni tempo, gli shockanti e sfrontati WASP.
Solo due furono però, gli ellepi realizzati in compagnia dell’impertinente Blackie: il primo, storico W.A.S.P. e l’altrettanto seminale “The Last Command”, album ormai entrati nel mito e pietre angolari di un successo divenuto in breve planetario.
Già nel 1985, infatti, i rapporti segnavano un punto di rottura senza ritorno. La rivalità, quella con Chris Holmes, opprimente ed intollerabile, ed un ruolo ritenuto da comprimario e troppo in ombra, sfociarono nell’abbandono definitivo della band.

Ci vollero molti anni prima di sentir parlare nuovamente di Piper, scomparso quasi definitivamente dai radar (qualche breve contatto con l’entourage di Alice Cooper) per riapparire, in modo quasi inatteso, solo nel 2002 alla testa degli Animal, un progetto nuovo di zecca assemblato, guarda caso, proprio con Chris Holmes, vecchio antagonista di un tempo.
Un debut altalenante, “900 Lb Steam”, seguito però nel 2006 da “Violent New Breed”, deciso salto in avanti a livello qualitativo, rappresentarono il ritorno sulle scene del talentuoso axeman texano.

Un come back gradito e meritevole, reso finalmente autentico nella propria validità, dalla nuova ed interessantissima creatura intitolata “Virus”, disco d’insospettabile forza emotiva e verve rockettara che farà la felicità un po’ di tutti: appassionati dei vecchi WASP, “moderni” rockers metropolitani e, più in generale, di chiunque dall’hard rock pretenda massicce dosi di scariche adrenaliniche, miste a cori potenti e ad un pizzico di attitudine selvaggia ed impetuosa.

Essenzialmente, l’impianto strutturale non appare troppo lontano da quanto la band d’origine ha saputo consegnare agli annali, sebbene, il più delle volte, riesca a cogliere di sorpresa con trovate di notevole ricercatezza.
Un songwriting movimentato e travolgente, corroborato da una voce abrasiva e dominante, quella del bravissimo Rich Lewis, su cui si innestano scorribande chitarristiche dall’effetto assicurato, riff potenti e ritmiche spesso improntate verso stilemi cari all’hard rock, ma che, sorprendentemente, riescono di tanto in tanto a mutare, virando su territori quasi speed-power ed aperture al limite del progressive, garantendo così una varietà di movimenti capace di non annoiare e mantenere viva l’attenzione in ogni passaggio.
Se le iniziali “Cardiac Arrest” e “Can’t Stop” quindi, richiamano alla memoria il terremotante brio di Lawless e soci (la parte iniziale di “Can’t Stop” è una sorta di “furto” legalizzato), con cori superbi, ritmiche sprezzanti e veemenza heavy, le successive “Don’t Wanna Die”, “Crying Eagle” ed “Unnatural High”, assumono contorni difformi, raggiungendo una vivacità ed uno stile che in certi frangenti, non sarebbero fuori luogo in un album degli Edguy o negli Angel Dust del celebre “Border Of Reality”.
Radicalmente heavy è invece la furiosa “Judgement Day”, traccia in cui le chitarre di Piper e dell’ottimo Chris Laney, (già negli Zan Clan, qui in veste anche di producer) lanciano un assalto senza tregua, solo in parte smussato dalla teatrale “Who’s Next”, episodio che pare una reminescenza dei tempi trascorsi dal chitarrista di San Antonio alla corte dello “zio” Alice Cooper.
L’unico punto debole di una tracklist breve ma intensa (solo 38 minuti di durata), è rappresentato invece dall’insolita cover di “Zombie”, popolare brano dei Cranberriers, non malvagia ma un po’ fuori contesto. “Shoot To Kill” e “L.U.S.T.” chiudono degnamente un album che sorprende, convince e diverte senza la minima riserva.

Randy Piper è un talento rimasto silente per troppo tempo, meritevole d’ammirazione e con molte cose ancora da dire. La sua nuova creatura n’è la dimostrazione lampante.

C’è poco da aggiungere dunque. Quando la qualità espressa è così buona, l’unica cosa da fare è premere il tasto play e lasciare che il “Virus” entri liberamente in circolo…

Discutine sul forum nella sezione Hard Rock / AOR!

Tracklist:

01. Cardiac Arrest
02. Can’t Stop
03. Don’t Wanna Die
04. Crying Eagle
05. Unnatural High
06. Judgement Day
07. Who’s Next
08. Zombie
09. Shoot To Kill
10. L.U.S.T.

Line Up:

Rich Lewis – Voce
Randy Piper – Chitarra
Chris Laney – Chitarra
Grizzly – Basso
J.Koleberg – Batteria

Ultimi album di Randy Piper’s Animal

Genere:
Anno: 2008
82