Recensione: Vis Et Honor

Di Enzo - 3 Novembre 2005 - 0:00
Vis Et Honor
Band: Holy Martyr
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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85

This is the third and last effort from Holy Martyr.This is for you all.
E’ con queste parole che gli Holy Martyr salutano tutti i loro assidui supporters. Dopo averci regalato quelle piccole perle di genuino ed incontaminato Epic Metal tutto italiano che venivano al titolo rispettivamente di “Hatred and Warlust” ed “Hail to Hellas” (spettacolare) i sardi ci salutano con questo ultimo capitolo della loro breve discografia, il patriottico “Vis Et Honor”.
Fautori di un diretto e mitologico spartan epic metal (termine coniato al momento dal sottoscritto, ma che ben descrive la loro proposta musicale) la band di Ivano Spiga e compagni rilascia, dopo 2 anni dall’ultimo lavoro, questo Vis Et Honor. Se c’è una critica che potenzialmente può essere mossa a questo mini è la sua brevità, specialmente se paragonato ai precedenti lavori della band, ma tuttavia ciò è compensato dal fatto che la title track, Vis Et Honor, è uno dei più belli e riusciti componimenti mai partoriti dalla band sarda. Ma torniamo a noi.
L’ep è introdotto dalla preghiera del legionario, solenne poesia d’acciaio interamente in latino intenta a mostrare il valore e l’orgoglio degli uomini di Roma. L’incipit bellico con cui il brano prosegue nel suo incedere strumentale trova il suo naturale sbocco nella successiva Vis Et Honor. La song in questione, cui già abbiamo accennato, si snoda attraverso una magmatica costruzione melodica portata in trionfo dal roboante e feroce guitar riffing. Il cadenzato blocco di metallo epico si fluidifica attraverso l’imponenza dell’audace ed eroico refrain scandito solennemente da un coro secco, irruento e bellicosamente epico. Uno dei punti sicuramente più belli dell’intera Holy Martyr discography. Ma il disco vive un altro splendido momento grazie alla successiva Ares Guide My Spear (Hellenic Warrior Spirit). La canzone, più cadenzata e meditata rispetto alla precedente, è una solenne ode metallica, inno trionfale in onore di Ares, dio della guerra ellenico ed in onore dello spirito guerriero tanto caro agli opliti. Di chiara ispirazione al precedente EP Hail To Hellas, il componimento fa dell’arma vincente ancora unavolta la sua accurata costruzione melodica ed i suoi travolgentissimi e quasi malinconici refrain, assoluto culto. Chiude l’EP The Call To Arms, brano che compariva nel precedente EP e reso qui in una versione acustica davvero carica di pathos intenta a trasformare il pezzo in un triste epitaffio finale dedicato a quel “sacro martire” che è riuscito a regalare all’Epic Metal tricolore momenti tanto belli quanto sofferti.

Il disco è limitato a sole 500 copie numerate ed è venduto ad un’onestissima cifra attraverso il loro sito ufficiale. Nella speranza di un ipotetico e fantomatico full-lenght che racchiuda quanto di meglio mai fatto dalla band, concludo dicendo che “Vis et Honor” è il degno epilogo alla carriera di un gruppo che ha colto, con il suo Epic Metal, quel lato della storia classica, quell’”epos classico” che fin troppo spesso è stato accantonato in favore di storie vichinghe non esattamente proprie della cultura italica. Holy Martyr è stata un’ode musicale alla nostra storia ed alle nostre radici, un commovente susseguirsi di ricordi di gesta ed eroi oggi fin troppo spesso dimenticati. Holy martyr è stato questo…ed altro ancora. “Ares guide my spear”, il resto, conta poco.

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