Recensione: Visions Of Time

Di Gaetano Loffredo - 6 Marzo 2007 - 0:00
Visions Of Time
Band: Vinder
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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72

La storia dei Vinder non è affatto articolata ma, se vogliamo studiarne la genesi, è indispensabile un salto nel tempo lungo venticinque anni quando Ralf Schulz e Oli Kaufmann unirono le forze per costituire gli influenti Tyran’ Pace. L’album di debutto è datato, 1984 per la precisione,  e al microfono  Ralf Scheepers (Gamma Ray, Primal Fear) poneva le basi per un futuro in prima linea.
La defezione di Schulz (che tradì Ralf per i Sinner), costrinse Kaufmann agli straordinari di Long Live Metal e di Watching You prima dell’infelice binomio dei Challenger proprio con Scheepers.
2001, tempo di reunion: Schulz re-incontra Kaufmann e lo convince a collaborare sul nuovo progetto chiamato, per l’appunto, Vinder.
Huyz al basso, Foti alla chitarra, Nick Winkler al microfono. Questi a completare la formazione dell’album di debutto intitolato Visions of Time.

E che disco. Vivace ed oltremodo poderoso, pronto nel duemilasei e in gravissimo ritardo sui tempi di consegna. Dimenticatevi Sinner, Primal Fear, Gamma Ray ed in generale il power speed tedesco che, con i Vinder, non ha nulla da spartire.

Già dall’analisi macroscopica dei dieci brani pubblicati si possono cogliere soluzioni stilistiche significative, infatti, nonostante un indicativo appiattimento del genere proposto, il gusto di Visions of Time si sposa benissimo con la necessità di agevolare l’espressione artistica dei singoli. Caratteristica da non sottovalutare.
I due registi firmano un LP dai ritmi sostenuti e dallo svolgimento risoluto; heavy-thrash metal (più thrash che heavy a dire il vero) nel quale ogni situazione e ogni battuta rivela aggressività latente e nevrosi manifesta.
Dust To Dust, Demon’s Hate e Thrash Of Society scorazzano tra i sentieri di mostri sacri quali Exodus e soprattutto Metallica, questi ultimi rievocati dai suoni sporchi e malsani che ricordano da vicino quelli dei primi immortali quattro dischi dei four horsemen. Ripeto: i suoni, non la musica.

Vengono in esso alternati straripanti riff e situazioni corali ad effetto di marca teutonica (Mr. Knowitall) ed altri più inclini al thrash statunitense (F.U.C.K. this), il tutto sostenuto da una sezione ritmica robusta, nella quale emerge il poderoso drumming di Ralf Schulz e l’eccezionale vocazione ritmica di Kaufmann con la sua chitarra. Presenti anche tentativi andati a più o meno a vuoto (Slave, Whore Babylon) che ridimensionano parzialmente l’operato. Da rivedere, oltretutto, la prestazione vocale di Nick Winkler.

Visions of Time si colloca ben al di sopra della media, pur senza presentare particolarità di rilievo. La maniera più banale per ottenere un risultato significativo consiste nel mescolare “delicatamente” gli ingredienti che hanno fatto la storia del metal per poi servire il composto ottenuto, completo di citazioni del caso, nell’unica forma che i Vinder conoscono: scagliandotelo in pieno viso. Teneteli sotto controllo.

Piccola curiosità in chiusura: i Vinder sono co-autori del brano Sacred Illusions contenuto sul disco Devil’s Ground dei Primal Fear.

Gaetano Loffredo

Tracklist:
1.Dust To Dust
2.Demon’s Hate
3.Thrash Of Society
4.Fuck This
5.Mr. Know It All
6.Slave
7.Pandoras Box
8.TV Kid
9.Visions Of Time
10.Whore Babylon

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