Recensione: War Law [Reissue]

Di - 10 Febbraio 2011 - 0:00
War Law [Reissue]
Band: Mass
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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53

Mai come di questi tempi le case discografiche hanno dato fondo agli archivi storici dell’heavy metal per tirare fuori dal proprio cilindro band cadute, a torto o a ragione, nel dimenticatoio. Il fenomeno reunion, poi, agevola notevolmente questo ripescaggio e dona nuove possibilità a gruppi che, all’epoca della loro nascita, non ne hanno avute molte. Addirittura abbiamo assistito alla fondazione di etichette specializzate nelle operazioni di archeologia musicale, come la polacca Metal Mind, poi evolutasi successivamente in label vera e propria.

Venendo al merito di queste uscite a nome Mass, la risorta Spv ha riesumato una misconosciuta band tedesca attiva dal 1976 al 1987 e che produsse un totale di otto album ispirati all’hard rock prima e poi ad un primordiale heavy metal con enormi riferimenti all’allora imperante NWOBHM. Da non confondere con gli omonimi e connazionali formatisi nel 1998 e fautori di un doom/stoner estremamente psichedelico, i Mass avevano come particolarità il fatto di incorporare in formazione un cantante afro/tedesco, il riccioluto Jack E. Burnside, il quale si produce, in alcuni frangenti, in prove caratterizzate da un’improbabile pronuncia inglese deviata dal forte accento teutonico.

La serie di quattro ristampe finora uscite prende in considerazione il periodo dal 1980 al 1984 e, nello specifico, riporta alla luce Angel Power, Swiss Connection, Metal Fighter e War Law, esempi di proto-metal che non fanno certo gridare al miracolo. In particolare, in questa sede, vale la pena analizzare l’ultimo di questi, datato proprio 1984 e sicuramente il migliore del lotto in quanto più pesante e tipicamente heavy metal rispetto agli altri.

Se nelle precedenti uscite i Mass avevano spesso e volentieri flirtato con il blues ed il rock’n’roll modello Ac/dc, all’interno di War Law queste influenze si fanno più rare per lasciare spazio ad un tipico esempio di HM targato 1980. Infatti il grosso difetto dei Mass è quello di essere arrivati in ritardo con una proposta che, a conti fatti, non fa altro che inseguire il carrozzone guidato egregiamente già dai vari degni rappresentanti della NWOBHM.

I brani contenuti nell’ottavo disco di questo quartetto infatti denotano un notevole attaccamento ai vari Judas Priest dell’epoca British Steel, ai Saxon di Wheels Of Steel ed a certi accorgimenti tipici degli Iron Maiden periodo Killers. Le uniche eccezioni a questa regola vengono da Chained, canzone in purissimo stile class metal con un ritornello memore degli Ac/dc di Thunderstruck, e da Loose And Booze, una citazione dei Van Halen con non pochi richiami al primo omonimo album della band guidata dal grande guitar hero.

Dando il via all’ascolto, la titletrack posta in apertura regala un’introduzione tipica dei Priest anche se il ritornello non è certamente tra i più incisivi ed il tutto suona abbastanza banale, cosa che si ripete anche per la successiva Devil’s Gate. In Loud And Proud si assiste ad un leggero spostamento verso lidi meno pesanti e più hard rock, con una linea melodica ben più accessibile ed un ritornello che pare funzionare meglio dei suoi predecessori, soprattutto in previsione di un’esibizione dal vivo. Le già citate Loose And Booze e Chained riprendono la lezione che fu dell’hard rock propriamente detto e See The Light si staglia su lidi cari agli Angel Witch con un break centrale che profuma di doom. Metal Hymn chiude poi ufficiosamente il disco mantenendo esattamente ciò che promette, cioè un pezzo anthemico e ritmato che inneggia alla fede metallica.

La bonus track presente in questa ristampa è di qualità decisamente inferiore rispetto alle canzoni “ufficiali”, anche perché si presenta come un hard rock tinto di blues in puro stile Ac/dc che poco ha a che fare con il resto dell’album, trovandosi nello scomodo ruolo di materiale recuperato giusto per far numero e minutaggio.

Insomma, War Law ha rappresentato un’uscita più focalizzata rispetto ai suoi predecessori, ma che tiene ancora il piede in due scarpe senza sbilanciarsi troppo tra heavy metal ed hard rock, un confine spesso labile, ma comunque individuabile con un po’ di attenzione. Dopo la pubblicazione di questo disco, il gruppo diede alle stampe Kick Your Ass sotto GWR Records, etichetta di Motorhead, Girlschool, Hawkwind e Lita Ford, per poi vedere l’abbandono della barca da parte del cantante Jack E. Burnside e del chitarrista Dave Schreiber, sostituiti per una sola stagione dal singer Ritchie Newton e dalla coppia d’asce formata da Heinz Götz e Bernie Hohenester. A seguito di ciò, la band si sciolse lasciando in eredità ben otto dischi.

Con i Mass la storia dell’heavy metal non ha perso certo un nome di punta, ma comunque una realtà di nicchia che ha avuto il solo difetto di inseguire una corrente ritenuta certamente innovativa, ma balzando sul carrozzone in tempo solo per raccogliere qualche briciola.

In conclusione, tornando a parlare dell’operazione di tutte le ristampe finora uscite a nome Mass, va anche detto che i dischi sono correlati da booklet decisamente insufficienti, contenenti giusto qualche nota e poco altro, quindi anche da questo punto di vista il tutto è ben poco appetibile per un eventuale compratore, il quale si ritroverà in mano dei prodotti che, rispetto alla versione originale, hanno in più solo un packaging differente ed una bonus track di pessima qualità ciascuno.

Materiale in ogni caso destinato ai soli completisti dell’epoca.

Andrea Rodella

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Tracklist:
1 – War-Law
2 – Devil’s Gate
3 – Loud And Proud
4 – Fire At Night
5 – See The Light
6 – Lose And Booze
7 – Chained
8 – Metal Hymn
9 – Playing In A Rock N’ Roll Band (Bonus Track)

Durata: 37:13 min.

Lineup:
Gunther V. Radny – Bass
Johannes Eder – Drums
Dave Schreiber – Guitars
Jack E. Burnside – Vocals

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