Recensione: Warriors of the rainbow bridge

Di Claudio Casero - 9 Giugno 2005 - 0:00
Warriors of the rainbow bridge
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Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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80

Nuovo lavoro per gli inossidabili Molly Hatchet che, con questo “Warriors of the rainbow bridge” danno ulteriore conferma di quanto l’hard rock vecchio stile non sia morto riuscendo a sfornare lavori di ottima fattura e particolarmente interessanti.

Ci troviamo di fronte ad un album carico di emozioni e riff granitici che colpiscono l’ascoltatore fin dal primo ascolto; ritmi cadenzati e potenti si alternano a cori magistralmente eseguiti e particolarmente orecchiabili come nel caso di “Son of the south”. La voce è sempre convincente caratterizzata da una raucità mai esasperata che dà quel tocco di “marcio” che rende il lavoro più rozzo senza però scadere mai nel patetico.
In molti casi sono le chitarre a farla da padrone come nel caso di “Moonlight dancing on the bayou” che potrebbe essere l’ideale per un lungo viaggio per le polverose strade dei deserti americani. Molto piacevoli risultano essere anche i cori femminili che danno quel tocco di “dolcezza” che non guasta riportando il sound ad un hard rock anni ‘80 carico di nostalgia e ricordi.
Il ritmo non ha mai cadute di stile anche quando il gruppo si cimenta in brani più lenti e di aerosmithiana memoria come nel caso di “Time keeps sleeping away” in cui un sound tipicamente seventies si mescola magistralmente con momenti più moderni ed incisivi; l’utilizzo del pianoforte dà quel tocco retrò alquanto piacevole e originale.
Unico brano che mi convince poco rimane “Get in the name” in cui i riff sembrano essere un po’ moscetti e scontati rendendo la canzone lenta e noiosa alla lunga; non lo considero un passo falso ma solo un brano che può essere apprezzato dopo un notevole numero di ascolti.
Miglior brano di tutto il cd è “Gone in sixty seconds” in cui melodia e potenza si mischiano dando una canzone di rara bellezza e sfido chiunque a star fermo sulla sedia mentre la si ascolta; i cori femminili completano il tutto dando un tocco di sensualità a tutto.
Stupendo il sound “stradaiolo” di molti brani in cui la semplicità la fa da padrona; questo non vuol dire che i brani sono semplicistici e poco curati, tutt’altro; la linearità delle canzoni è talmente ben curata da rendere impossibile trovare un momento in cui si scade nella banalità.

In conclusione questo non è altro che la conferma, anche se non ce n’era bisogno, della validità dei Molly Hatchet che sono vivi più che mai. In tutto il lavoro non esistono cadute di stile e il gruppo tiene sempre alta la bandiera dell’ hard rock vecchio stile; questi brani insegnano che non è necessario usare riff iperveloci o ritmi di batteria “al frullatore” per esprimere potenza. Quindi prendetevi un bel bicchiere di whisky americano, sedetevi in poltrona e gustatevi questo ottimo lavoro e state fermi, se ci riuscite.

TRACKLIST:
1. Son of the south
2. Moonlight dancing on the bayou
3. I’m ready for you
4. Roadhouse Boogie
5. Time keeps slipping away
6. Get in the game
7. Flames are burning
8. Hell has no fury
9. Gone in sixty seconds
10. Behind the bedroom door
11. No stranger in the darkness
12. Rainbow bridge

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