Recensione: Welcome To The Show

Di Mauro Gelsomini - 20 Giugno 2004 - 0:00
Welcome To The Show
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Anno: 2004
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67

La rivisitazione della wagneriana cavalcata delle Valkirie apre i battenti al power metal della titletrack, dirompente come al genere si conviene, nei suoi arresti e ripartenze, assoli di helloweeniana memoria, rilassamenti ritmici e brucianti accelerazioni. E’ questa la summa di ciò che incontretete se vi avventurerete nell’ascolto del debut degli Evil Masquerade, inizialmente pensato come un progetto parallelo dell’ex chitarrista di Moahni Moahna e Zool, attuale dei Wuthering Heights, Henrik Flyman, e divenuta una vera e propria band con l’innesto del primo vocalist dei Royal Hunt Henrik Brockmann, del batterista Dennis Buhl (già con i Sinphonia) e del bassista Kasper Gram. Donano qualità (o fama?) al disco tre ospiti d’eccezione, alle tastiere:  Mats Olausson (Yngwie Malmsteen), André Andersen (Royal Hunt) e Richard Andersson (Majestic, Time Requiem, Space Odyssey).
Il power metal sinfonico degli Evil Masquerade si va a posizionare in quell’ “Hollywood Metal” che spesso contraddistingue composizioni dalla spiccata attitudine teatrale; e la magniloquenza di brani come “Oh Harlequin” o “Surprises In The Dark” non lascia adito a dubbi, con le loro cavalcate, le fughe chitarra/tastiera à la Malmsteen, i cori pomposi, le atmosfere orientaleggianti e gli omaggi a composizioni classiche come la ipersfruttata Danza delle spade di Kachaturian, ben arrangiata e mixata con mini-estratti dalle varie Fur Elise o il quarto movimento della nona sinfonia di Beethoven o ancora dalla mozartiana sinfonia N. 40, riletture in chiave metal già apprezzate nei lavori della Trans-Siberian Orchestra del Savatage mastermind Jon Oliva, e portate all’apice dalla bonus track, la “Badinerie” di Bach, già portata al successo dallo stesso Malmsteen nel solo di “No Mercy”, e qui impreziosita da un esaltante contrappunto iniziale.
Trovano posto in questo platter anche episodi più ruvidi e oscuri, come “Deliver Us” o “But You were Smiling…”, dove Brockmann può dar sfogo all’energia altrove sopita del suo timbro roco e malvagio.
Tutto ciò che è stato descritto fin’ora viene riassunto nella conclusiva “Evil Masquerade”, che per la felicità di chi non è mai stanco di boombastic metal, riesce addirittura a trovare spazio per un riff – di gran gusto peraltro – boogie anni ’50 che calza a pennello sul carnevalesco monicker.

Di indubbio valore esecutivo e compositivamente sopra la media, il disco si immette in un mercato sazio e nauseato, ed anche se non è mio il compito di stimare quanto potrà incidere sulle vendite del genere, mi permetto di calcare maliziosamente la mano sul fatto che l’accostamento tra metal e musica classica ha spesso portato ad accuse di faciloneria da parte dei rockster più sofisticati, e di risibili ri-etichettamenti (parlo del trallalà metal) da parte dei metallari oltranzisti, ma che per le case discografiche che riescono a mettere insieme personaggi di spicco in grado di autoprodurre un album del genere, è una vera e propria manna dal cielo.

Track list:

  1. Intro
  2. Welcome To The Show
  3. The Wind Will Rise
  4. Oh Harlequin
  5. Surprises In The Dark
  6. But You Were Smiling…
  7. Children Of The Light
  8. Lucy The Evil
  9. Badinerie (Bonus Track)
  10. Deliver Us
  11. Evil Masquerade

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Anno: 2009
67