Recensione: Where lost souls dwell

Di Claudio Casero - 6 Maggio 2006 - 0:00
Where lost souls dwell
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Anno: 2006
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78

Gli olandesi The Bloodline, duo composto da Roman Schoensee e Kemi Vita, ci propongono questo “Where the lost souls dwell”. In questa occasione la band ha chiamato a partecipare numerosi guest musicians per rendere il lavoro ancora più interessante. La musica proposta dal combo è un gothic metal che segue tutti i cliché del genere pur mantenendo una buona dose di personalità.

Il fattore più importante all’interno di tutto il cd è sicuramente l’aspetto sinfonico della musica grazie al quale i Bloodline riescono a trasportare l’ascoltatore, attraverso un viaggio fantastico, in luoghi che hanno ben poco di reale. In brani come “At the waters of lethe” e “Final Journey” troviamo un evidente contrasto tra melodia e potenza, la prima data da un tappeto stupendo di tastiere e da una melodiosa voce femminile; la potenza e invece espressa da riff di chitarra granitici che accompagnano una voce maschile growl di tutto rispetto. Troviamo anche parte narrate che contribuiscono notevolmente nel creare un’atmosfera gothic molto “psicologica”.
Discorso decisamente diverso deve essere fatto per brani come “Opium hearts” che basa la sua bellezza sulla lentezza della musica e sul calore creato da un vocalist che dimostra di non aver nessun problema anche con il cantato pulito; ammetto che il brano in questione alla lunga sia un po’ noioso ma è di certo originale ed interessante anche grazie alle sue tendenze doomeggianti.
Con “Remember” torniamo verso il gothic propriamente detto con evidenti riferimenti a gruppi come Nightwish e Within Temptation con la differenza che i Bloodline riescono a rendere con il loro sound una maggiore teatralità aumentata da alcuni suoni di tastiera che prendono spunto dalla musica elettronica dei primi anni ’90.
In “Abandon all hope” troviamo Volker Buchele alla voce che, oltre a dare una ventata di novità al lavoro, riesce a rendere il brano ancora più interessante e particolare; la lentezza del ritmo, in questo caso, non è sintomo di noia, ma bensì, grazie ai numerosi momenti cadenzati, si riesce a creare un’atmosfera cupa e triste senza dover arrivare alla lagnosità che spesso perversa in questo genere di musica.
Altri sprazzi di musica elettronica li troviamo in “I think we simply fall” grazie a suoni di tastiera alquanto sintetici che rasentano, in alcuni sai, l’industrial. Il suono ricorda quello dei primi lavori di Marylin Manson anche se maggiormente studiato e legato a un underground gothic di tutto rispetto.

Questo “Where lost souls dwell” non porta di certo nulla di nuovo in ambito gothic nonostante alcune sperimentazioni presenti al suo interno. Il cd rimane in qualsiasi caso un lavoro valido sotto tutti gli aspetti che riesce a convincere anche dopo un primo ascolto; premesso che i riferimenti ad altri gruppi più blasonati sono notevoli, i The Bloodline riescono a mantenere una propria personalità senza cadere quasi mai nel banale o nel noioso. Consiglio il cd però solo ai cultori del genere dal momento che agli altri potrebbe sembrare il solito cd di gothic come ne escono tanti.

TRACKLIST
1. At the waters of lethe
2. Final journey
3. Opium hearts
4. Cut the corts
5. Remember
6. Abandon all hope
7. I think we simply fall
8. Where lost souls dwell
9. Ocean in flames

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