Recensione: Where Twilight Dwells

Di Daniele Balestrieri - 31 Marzo 2005 - 0:00
Where Twilight Dwells
Band: Midnattsol
Etichetta:
Genere: Gothic 
Anno: 2005
Nazione:
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78

Devo ammettere di aver accolto quest’album di debutto dei Midnattsol con un certo timore: il nome Espesnes mi riportava alla mente i Theater of Tragedy, e immaginavo mi sarei trovato di fronte a un turbinio gotico di rose macchiate di sangue e figure eteree a spasso per tenebrosi boschi di salici piangenti. La prima informazione felice, invece, è stata quella che non mi trovavo di fronte a Liv Espesnes bensì alla sorellina Carmen Elise Espesnes, la quale forte di una sorella che ha militato in band come Leaves’ Eyes e Cradle of Filth ha avuto modo di debuttare come unico membro norvegese in una band tedesca, sia come cantante che come vera e propria madrina intellettuale.

Dopo un demo francamente niente male, ascoltato un anno fa ormai, questi Midnattsol debuttano sul mercato tramite la navigatissima label austriaca Napalm Records, la quale non si è fatta troppi scrupoli a spingere la band etichettandola allo stesso modo degli Asmegin: Nordic Folk Metal. Come, una cantante dal chiaro background Gothic immersa in un’atmosfera dichiaratamente gothic etichettata come una band folk-black barocca? Sicuramente c’è da aspettarsi qualche sorpresa.

Where Twilight Dwells mostra sicuramente dei tratti decadenti e gotici, e la maggior parte del lavoro atmosferico è indotto dalla piccola Carmen, dotata di una voce delicata e ferma, anche se ancora non pienamente sviluppata a livello melodico – chiari sono i suoi limiti (dovuti all’età più che altro) proprio nell’apertura, “Another Return“, che la mette di fronte ad arzigogolii a volte un po’ eccessivi. Purtroppo, o per fortuna, le similitudini con il gothic si fermano praticamente qui. Il CD ha una chiara matrice folk, un folk dalle atmosfere che tradiscono dichiaratamente le proprie origini norvegesi (alla Lumsk, per intenderci) piuttosto che germaniche (alla Menhir). L’apparato musicale ovviamente è semplice, lontano dalle festose evoluzioni di Åsmund Frægdegjevar, e musicalmente si lascia trascinare da un buon lavoro di batteria e da melodie eteree, fumose, che mostrano il proprio picco specialmente all’inizio e alla fine dell’album.

Non sono davvero un amante di questo genere di musicalità, eppure qualcosa in questo CD mi ha rapito. Non tutto, purtroppo. Le canzoni trascorrono in un mix abbastanza omogeneo di chitarre pacate, a volte quasi heavy come in “Haunted“, a volte estremamente complesse come in “Dancing with the Midnight Sun“, e la voce di Carmen riveste la totalità delle tracce come un velo che a volte non lascia respirare, e genera quello che considero il difetto più grande di questo album, ovvero la metodicità un po’ impostata del cantato. Gli arrangiamenti melodici sono abbastanza uniformi, e la voce non fa altro che distendersi in un terreno uniforme, rendendo l’album discretamente lineare. Dalla sua, per fortuna, ha l’apprezzabile misticità e poesia dell’interpretazione della giovane Espesnes, un chiaro lascito della sorella che tante band ha ispirato nei primi lavori dei Theater of Tragedy. A tratti si percepisce qualche movimento alla Within Temptation o alla After Forever, probabilmente per via del canto femminile, e il tutto non può che far piacere agli amanti del genere. Tecnicamente è difficile trovare un difetto a quest’album: la produzione è cristallina, la copertina decisamente accattivante e i temi molto poetici; merita una menzione speciale quella che considero la traccia più bella in assoluto del CD, “Tapt av Håp“, una struggente ballata ispirata alla tristissima Solveig, moglie in perenne attesa del suo Peer Gynt che solo dopo molti anni tornò nella sua capanna nel bosco. Una melodia densa di significato che lascerà davvero il segno nella carriera di questa giovane e promettente band.

La dicitura gothic gli và decisamente stretta, così come la dicitura folk o heavy. Diciamo che come tutte le ultime produzioni nord-europee c’è un po’ di tutto, il che non fa altro che rendere quest’uscita non sconsigliabile a nessuno in particolare – è riuscita persino a perforare una testa di legno come la mia, e probabilmente lo farà anche con molti altri. Consigliatissimo agli amanti di questo genere di atmosfere, i quali già sapranno a cosa vanno incontro.

Tracklist:

  1. Another Return
  2. Lament
  3. Unpayable Silence
  4. Haunted
  5. Desolation
  6. Enlightenment
  7. Tårefall
  8. Infinite Fairytale
  9. På Leting
  10. Dancing With The Midnight Sun
  11. Tapt Av Håp

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