Recensione: White Trash Sideshow

Di Lorenzo Bacega - 25 Luglio 2010 - 0:00
White Trash Sideshow
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Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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77

Primo full length ufficiale per gli italici Witche’s Brew, terzetto proveniente dai dintorni di Como, formatosi in seguito all’incontro tra il bassista e cantante Mirko Zonca e il chitarrista (ex Disper-Azione) Mirko Bosca. Raggiunta una certa stabilità a livello di formazione con l’innesto del batterista Joseph Solci dietro le pelli, i tre comaschi decidono nel 2008 di lanciarsi in una lunga tournée che li porta ad esibirsi in svariate città europee: la deflagrante attività on stage della band viene degnamente immortalata nel breve PentatonicSpeedFreaks, primo live EP del gruppo registrato durante il concerto in Austria, pubblicato nel corso del 2009 sotto Costa Ovest Records. A distanza di un anno da questa uscita, vede finalmente la luce il tanto agognato disco di debutto dei Witche’s Brew, intitolato White Trash Sideshow, dato alle stampe nel mese di marzo del 2010 dall’etichetta genovese Black Widow Records.

Composto da undici tracce (per un minutaggio complessivo di poco superiore all’ora di durata), questo White Trash Sideshow ci propone un hard rock piuttosto robusto, polveroso e dalla spiccata componente psichedelica, equamente influenzato da band del calibro di Pink Floyd, Kyuss, Hawkwind, Lynyrd Skynyrd, Black Sabbath e Motorhead: un lavoro estremamente ruvido, potente e adrenalinico, fortemente legato alla produzione musicale degli anni settanta, e caratterizzato inoltre da ritmiche rocciose e cadenzate, lunghi segmenti strumentali e da linee vocali, ad opera di Mirko Zonca, abbondantemente filtrate ed effettate, al punto da rendere completamente incomprensibile la quasi totalità dei testi delle canzoni. Particolarmente buona la prestazione sotto il profilo strumentale offerta in questa occasione dai tre comaschi: il già citato Mirko Zonca al basso e Joseph Solci alla batteria vanno a costituire una sezione ritmica decisamente energica e assolutamente valida nel sorreggere a dovere le composizioni, mentre invece il chitarrista Mirko Bosca si mette in evidenza per una prova nel complesso pulita e senza evidenti sbavature.

Un disco, questo White Trash Sideshow, che ci offre una manciata di brani piuttosto vivaci e di grande impatto, estremamente trascinanti, e sorretti in questo caso da una produzione ottimale sotto ogni punto di vista. Un lavoro caratterizzato inoltre da un sound piuttosto sfaccettato e personale, capace di rendere i pezzi in questione abbastanza ostici da metabolizzare, e assimilabili nella loro interezza solamente dopo lunghi e ripetuti ascolti. Da sottolineare poi come le canzoni qui proposte si attestino mediamente su livelli qualitativi tutto sommato alti, senza repentini cali o clamorosi passaggi a vuoto di sorta, e senza nessun filler vero e proprio. Tra gli episodi più riusciti di questo White Trash Sideshow possiamo sicuramente annoverare l’opener Stone Cold Killer, un brano piuttosto compatto ed aggressivo, dotato al contempo di alcune melodie particolarmente azzeccate. Molto interessante anche la più complessa Rebel Goon Blues, un pezzo assolutamente fluido ed articolato, dal minutaggio piuttosto dilatato (poco più di nove minuti di durata), che mette in mostra l’anima più onirica e psichedelica del gruppo, mentre con Dusk Till Dawn ci si sposta invece su binari più rocciosi e pesanti, per una canzone che sembra provenire direttamente dalla colonna sonora di un film western. Da segnalare inoltre la presenza in coda alla tracklist di due bonus track (escluse nella versione in vinile), nell’ordine Bloody Mary e Revenge: si tratta di due brani complessivamente gradevoli, ma che non aggiungono niente a quanto espresso dalla band nel corso dell’album.

In definitiva, ci troviamo al cospetto di un disco, questo White Trash Sideshow, che si rivela nel complesso estremamente solido, molto interessante a livello di contenuti, e in fin dei conti ben suonato. Un lavoro fresco e assolutamente godibile, piuttosto sfaccettato a livello di sound, e di conseguenza assimilabile nella sua interezza solamente dopo un numero abbastanza elevato di ascolti. Certo, non possiamo affatto parlare di capolavoro, ma ciò non toglie che questo album dei comaschi Witche’s Brew risulti in ogni caso decisamente gradevole da ascoltare, e capace di regalare intense emozioni.

Lorenzo “KaiHansen85” Bacega

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Tracklist:
01. Stone Cold Killer
02. Leather
03. Rebel Goon Blues
04. The Mission
05. Seas of Shame
06. Eighty Miles Across the Sea
07. Dusk Till Dawn
08. Drunkman Soul
09. Double Trouble
10. Bloody Mary (Bonus Track)
11. Revenge (Bonus Track)

Line Up:
Mirko Zonca – Vocals, Bass
Mirko Bosca – Guitars
Joseph Solci – Drums

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