Recensione: Whoracle

Di Alessandro Di Clemente - 28 Febbraio 2003 - 0:00
Whoracle
Band: In Flames
Etichetta:
Genere:
Anno: 1997
Nazione:
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80

Anno 1997: gli In Flames escono con questo Whoracle, nel tentativo di bissare il successo di The Jester’s Race, optando per un cambiamento di coordinate sonore. I nostri decidono di abbandonare, o meglio, di attenuare le influenze NWOBHM in favore di un sound più corposo, thrash, assai più cadenzato. I ritmi si rallentano e le atmosfere si fanno più malinconiche. Questo in parole povere è il contenuto stilistico/sonoro di Whoracle. Un album strepitoso, in cui non viene meno la vena creativa dei nostri svedesi di cui canzoni quali Jotun, Food For The Gods, Episode666 sono un esempio lampante. Questo è l’ultimo album in cui appare la stessa formazione di “The Jester’s Race” ed infatti sul libretto si possono leggere i ringraziamenti a Johan Larsson e Glenn Ljungstrom che hanno abbandonato la band dopo le registrazioni. Le musiche sono, come al solito, ad opera della coppia Stromblad/Gelotte mentre è di particolare interesse il lavoro compositivo delle lyrics: l’intero album è un concept sul comportamento umano studiato attraverso un susseguirsi di ere in cui passato, presente e futuro si incrociano scavalcandosi in mondi paralleli; quest’argomento, la cui ottica è tutt’altro che positivista, è stato frutto di dialoghi intercorsi tra il vocalist Anders Friden ed il mastermind dei Dark Tranquillity Niclas Sundin, il quale, dopo aver raccolto il materiale di queste conversazioni, ha scritto tutti i testi dietro esplicita richiesta dello stesso Friden. Un ottimo lavoro svolto dai nostri, anche analizzando il rapporto musica/testo: il pessimismo cosmico che pervade l’intero platter a livello di concept si intona perfettamente al mood thrash-midtempo-malinconico della parte musicale. Alla luce di queste considerazioni, canzoni quali Food For The Gods, The Hive (che nel solo presenta un omaggio al mitico Randy Rhoads di Mr. Crowley), Morphing Into Primal, ecc… evidenziano una poetica difficile da riscontrare in altre bands decretate simili o migliori dei nostri svedesi. In questo contesto mi sembra assolutamente azzeccata la scelta di proporre una cover dei Depeche Mode. Everything Counts, questo è il titolo, riproposta in maniera magistrale, non snaturandone l’origine dark/wave, ma gli In Flames riescono ad arrangiarla in modo tale che possa essere scambiata per una loro composizione. Personalmente considero The Jester’s Race un album migliore rispetto a questo, pur ottimo, Whoracle, che risulta però un po’ monotono (a livello di ritmi, melodie e atmosfera) ma che non poteva essere altrimenti causa la restrizione data dal concept. Più maturo rispetto ai precedenti, che forse difettavano di un forte attaccamento alle radici NWOBHM, e da molti considerato il migliore. Resta comunque un segnale forte che i cinque di Goteborg continuino ad essere tra i migliori (se non i migliori in assoluto) in questo campo.

Tracklist:

1. Jotun
2. Food For The Gods
3. Gyroscope
4. Dialogue With The Stars
5. The Hive
6. Jester Script Transfigured
7. Morphing Into Primal
8. Worlds Within The Margin
9. Episode 666
10. Everything Counts
11. Whoracle

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