Recensione: Wings Of Love

Di Fabio Vellata - 4 Settembre 2013 - 0:02
Wings Of Love
Band: Find Me
Etichetta:
Genere: AOR 
Anno: 2013
Nazione:
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82

Daniel Flores e Robbie LaBlanc: una coppia d’assi al servizio della musica di classe.
Il primo, eccellente music-maker noto per la partecipazione ad una enormità di progetti sempre orbitanti attorno a “questioni” melodiche; il secondo, conosciuto essenzialmente per la militanza nei magnifici Blanc Faces (e prima ancora – correva il 1985 – nei Fury) in compagnia del fratello Brian, con il quale si è reso protagonista nella creazione di una coppia di album a dir poco deliziosi.

Un’unione benedetta dall’immancabile Frontiers Records (non poteva essere altrimenti) che da origine a Find Me, ennesimo side project di grandi potenzialità e fascino: una promessa per le orecchie dei più accaniti Aor-maniac, fatta di scenari edulcorati, armonie eleganti e raffinatezze assortite. Proprio come gli “dei” dell’AOR comandano.

Inutile nascondersi: già il singolo lanciato in orbita dall’etichetta partenopea nel corso delle prime settimane di luglio, aveva suscitato un notevole interesse tra gli appassionati, regalando speranze per un’altrettanto accattivante prosecuzione dell’album.
“Road To Nowhere”, infatti, si presentava con le sembianze di un brano estremamente “ricco”, elegantissimo negli arrangiamenti “techno-Aor” carichi di fascino e nella progressione di un’armonia volitiva ed immediata, su cui far risplendere la voce di LaBlanc.
Il classico pezzo che in altri tempi si sarebbe definito “melodic rock cromato e radiofonico”, giusto per dare ad intendere uno stile di composizione orecchiabile e di facile fruizione, seppure, al tempo stesso, raffinato, intenso e saturo di molte piccole accortezze utili nel rendere il sound quanto possibile accattivante e “lucido”.

Un profilo, uno stile, un modo di concepire la materia melodica che, come sperato, si riverbera nell’arco dell’intero album, consegnando una serie di piccole perle di pura passione AOR, in cui riconoscere con chiarezza alcuni dei caratteri che hanno reso celebre il genere.
Al netto di una minima sensazione di ripetitività concentrata nelle battute finali del CD (per chiamare le cose con il proprio nome, è utile riferirsi proprio alla conclusiva “Your Lips”, discreto filler, fornito però di un chorus un po’ stiracchiato), sono molti i brani che possono dirsi sopra la media e rispecchiare, chi per una ragione, chi per un’altra, i canoni del proverbiale “lusso” melodico.

Si va ad esempio dalla già citata traccia iniziale, la brillante e levigata “Road To Nowhere”, dall’arrangiamento di grandissima classe e dall’assolo di chitarra sorprendente, per procedere con la successiva “Another World”, episodio che ricorda molto da vicino le arie scintillanti dei Vega di Nick Workman (quelli del debutto) e giungere – dopo qualche sensazione dal taglio notturno – ad albe soleggiate e rilucenti con lo splendore vacanziero di “Dancing To An Heartbeat”, “On The Outside”, “Bottom Of My Heart” e “Unbreakable”, passaggi in cui Survivor e Giant si fondono per dare vita ad un impasto melodico che, nemmeno a dirlo, spesso rimembra proprio l’eccellenza di certi Blanc Faces.
Magari, solo ammantati di un flavour leggermente più nordico: la line up dei Find Me è, non a caso, completata da Daniel Palmqvist e Johnny Trobro degli X-Origin, aiutati da Sören Kronqvist (Crash The System) ed Erik Mårtensson (Eclipse, W.E.T., Jimi Jamison) in termini di songwriting: Scandinavia mon amour

Che Daniel Flores abbia costruito il nucleo di canzoni in modo da “vestirle” sulla voce di LaBlanc è cosa manifesta che proprio non sorprende: “One Soul”, “Powerless” e, soprattutto, l’imprescindibile ballad “Eternally”, ne riferiscono con dovizia di particolari, lasciando – tra echi di Survivor, Work Of Art, Vega, W.E.T., Def Leppard e Foreigner – l’ennesima grande impressione sulle doti canore del singer statunitense.

Una per una, le dodici tracce di “Wings Of Love” scorrono amabilmente sullo sfondo di paesaggi costieri, strade assolate e skyline notturni da poster patinato.
Immagini perfette per un ottimo e squisito album di AOR “d’autore”, confezionato con tutti gli ingredienti ideali ad ingolosire i seguaci del genere.

Personalmente, il disco AOR dell’estate…

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