Recensione: Wish I Could Dream It Again…

Di Onirica - 27 Marzo 2002 - 0:00
Wish I Could Dream It Again…
Band: Novembre
Etichetta:
Genere:
Anno: 1994
Nazione:
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93

Sono passati più di sette anni dalla pubblicazione di questo disco, eppure è ancora vivo e con affanno si trascina lo spirito di un approccio unico con la musica. Già perchè ovunque sentirete il nome Novembre, la prima qualità che raggiungerà le vostre orecchie non sarà quella della performance esecutiva ma quella passione insostenibile, figlia del dolore, che questo gruppo come nessun’altro è in grado di esprimere. Per il resto, è solo musica.

Questo è il primo album registrato ufficialmente sotto il nome di Novembre dopo, per chi non lo sapesse, i due demo incisi per i Catacomb. Ebbene, ecco a voi la malattia che striscia fuori dalla mente di Carmelo Orlando, frontman al microfono e alla chitarra: ogni nota, ogni parola di questo disco è frutto della sua oscura creatività; solo il brano, se così semplicemente si può definire, Night/At Once porta le parole di uno ospite d’eccezione come Salvatore Quasimodo.

The Dream Of The Old Boats rappresenta forse l’essenza di questo disco che sin dal primo istante chiarisce l’equilibrio precario e decadente che tenta di mantenere fino alla fine, lasciando a chi ascolta le sorti di questa triste storia. Ogni arrangiamento perde la sua determinata importanza insieme alla qualità di registrazione di un disco che in primo piano vuole solo angoscia e tanto grigio, tanta fredda foschia che afferra le ossa, stringendo con forza allo stomaco.

Let Me Hate frantuma il cielo con la velocità fulminea di un altro genio della lampada. Il fratellino Giuseppe Orlando è instancabile e come assetato di tanta angoscia, trasmessa da Carmelo con un growl leggero, quasi tristemente ironico e sconsolato: il pezzo dura circa tre minuti di eterno. Segue la pelle d’oca di Sirens In Filth dove la tastiera di Thomas Negrini non può che peggiorare la condizione dei pensieri in cui ogni umano destinatario sarà ormai sommerso.

Sempre le tastiere accolgono l’entrata di The Music, brano senza dubbio più apprezzato con il quale mi sono innamorato di questi infiniti Novembre from Catania. Probabilmente quello più orecchiabile, vede un gigantesco Giuseppe sempre più veloce, sempre più veloce, sempre più veloce. Mentre in Nostalgia/Its Gaze troviamo la famosa frase pronunciata in italiano da un caldissimo Carmelo (già citata dal sottoscritto nella rece di Novembrine Waltz), con Old Lighthouse Tale ritrovo il mio pezzo preferito in assoluto considerando l’intera discografia, presente e futura, di questo combo italiano: disperata, spaventosa, angosciante, affamata di un riff impenetrabile, vivace del ritmo tormentoso della vita.
Queste sono solo poche delle tredici tracce che potrete soffrire se riuscirete a trovare questo album.

Insomma, passano gli anni e questo capolavoro si rivela tanto intramontabile quanto irraggiungibile.
Grazie ragazzi, vi dobbiamo tutti un grosso favore.  

TrackList:

1. The Dream of the Old Boats
2. Novembre/Its Blood
3. Night/At Once
4. Let Me Hate
5. Sirens in Filth
6. Swim Seagull in the Sky
7. The Music
8. Nostalgia/Its Gaze
9. Behind My Window/My Seas of South
10.Old Lighthouse Tale
11.The White Eyed
12.Neanderthal Sands
13.Christal

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