Manowar: le verità di Columbus

Di - 18 Giugno 2010 - 12:14
Manowar: le verità di Columbus

Di seguito alcuni passaggi particolarmente significativi dell’intervista rilasciata da Scott Columbus (di seguito rinominato SC), ex batterista dei Manowar, al giornalista Kern Rob di Classic Rock, (di seguito rinominato CR). Di recente, il batterista ha annunciato di non far piú parte della band, mentre il gruppo capitanato dal bassista DeMaio, non ha ancora confermato lo split.


CR: Qual’è il tuo stato nei Manowar?
SC: Il mio stato attuale?… (pausa) Beh, se guardate il loro sito la mia immagine è ancora lì, ma non so perché. Io non faccio piú parte dei Manowar.
 
CR: Inquadri le ragioni dello split come problemi di tipo personale, finanziari o musicali?
SC: [ride]. La mia risposta è sì, a causa di tutto quanto da te citato.
 
CR: Nel corso degli ultimi anni i Manowar hanno cambiato rotta orientandosi dal tradizionale Power Metal verso uno stile piú Symphonic Metal. Questo ha contribuito a farti prendere la decisione di lasciare?
SC: Il fatto è sono un ragazzo della vecchia scuola. Devi capire che sono un po’ ingegnere, un po’ produttore, molto batterista e così via. Ho sempre amato i suoni analogici, fin da ragazzo. Adoro l’uso delle amplificazioni valvolari, mi piace il vecchio metodo di registrazione dove il gruppo è assieme nella stessa stanza, assieme nello stesso momento e inizia a suonare: “Uno, due, tre, quattro, bang!”… e parte la registrazione dal vivo. Di questi tempi nessuno piú lavora in tal modo. Questo è stato solo uno dei fatti che hanno causato la separazione.
Uno dei musicisti a cui mi sono ispirato è stato Joe Walsh. Poco anni fa ha fatto una dichiarazione dove diceva che, ora come ora, qualsiasi ragazzo, in cantina, con un impianto Pro Tools, è in grado di farsi un disco. Ma lui preferisce entrare con la sua band, incidere tutto su un nastro da due pollici, con l’ingegnere che gli dice: “Vai!”… e quindi registrare il disco. Joe disse che potrebbe fare un disco con X dollari e che certamente suonerebbe meglio di tutta questa roba elaborata, digitalizzata, accuratamente calcolata, tagliata e incollata. Sono anche io un tipo ‘old school’.
 
CR: I Manowar hanno dichiarato che fai ancora parte del gruppo e che ti stai solo prendendo tempo per affrontare delle tragedie personali. Qual è la tua opinione in proposito?
SC: Beh, ti riferisci credo a qualche domanda fa, quando ti ho detto che per alcune cose personali ero in disaccordo con Mr. DeMaio. In altre parole, forse è una domanda alla quale risponderà lui se glielo chiedi. Io non faccio parte della band. Ecco tutto.
 
CR: Hai lasciato la band per un periodo nei primi anni ’90 e i Manowar hanno attribuito ció ai problemi di salute di tuo figlio. Era questo il caso?
SC: Ho lasciato a cavallo tra il 1989 e il 1990, ma ufficialmente me ne sono andato nel 1990. Posso solo dire a tutti quanti che mio figlio non è mai stato malato. Ora, ognuno deduca ció che vuol dedurre.
 
CR: Non avevano per caso affermato che avesse la leucemia?
SC: Non importa. Yeah.
 
CR: La tua faccia è ancora sul sito della band…
SC: L’unica cosa che posso pensare è che non hanno trovato un batterista sostituto così bello come me [ride]. Non lo so. Oltre a questo, non so cosa dirti.
 
CR: Hai avuto contatti con la band dopo il tuo abbandono avvenuto nell’aprile del 2008?
SC: Sì, parlo spesso con il cantante [Eric Adams] che è un caro, carissimo mio amico. Siamo stati ‘on-the-road’ per tanto tempo e per molti anni. Con Joey [DeMaio] parlo periodicamente. Parlo poi con coloro che hanno collaborano al progetto Manowar perchè non vorrei mai che problemi di tipo professionale possano interrompere i rapporti interpersonali. Tendo a farmi amici per la vita. Una volta che la gente m’ha conosciuto capisce che sono una persona dal cuore aperto e non ci sono stronzate su di me.
 
CR: I Manowar stanno lavorando ad un nuovo album: hai contribuito anche tu prima della partenza?
SC: Sono lontano dagli studi di registrazione da piú di due anni.
 
CR: Tu e Ross The Boss vi siete riavvicinati musicalmente: vedi il giorno in cui si potrebbero riformare nuovamente i Manowar?
SC: Sai, credo nella veridicitá del detto: ‘mai dire mai’, ma al momento quel giorno non lo vedo. Non sono Nostradamus e non posso prevedere il futuro e se potessi farlo, dopo questa intervista, uscirei a comprare un biglietto della lotteria per vincere un paio di milioni di dollari.

CR: Come pensi che i Manowar prenderanno queste tue dichiarazioni?
SC: Questa è una domanda da porre ai Manowar. Io guardo al futuro, i Manowar fanno parte del passato. Io non vedo l’ora d’uscire a suonare nuovamente. E passato troppo tempo per i miei fan; è passato troppo tempo per me. Sono pronto.
 
 
PS: si ringrazia Dario Paletta per la segnalazione