Recensione: The Eclipse Of Worlds

Di Massimo Giangregorio - 10 Novembre 2025 - 21:00
The Eclipse of Worlds
Etichetta: Ulterium Records
Genere: Power 
Anno: 2024
Nazione:
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90

Questa volta parto da quella che avrebbe dovuto essere la fine di questa recensione: questo è uno dei dischi più belli del 2024! Me ne avevano parlato molto bene (in primis il grande Ninni Cangiano) ma non credevo che fosse così bello. In principio furono gli Helloween. Furono loro tra i primissimi a fondere power metal, epic e musica classica in quell’album seminale che fu “Keeper of the Seven Keys”. Seguirono un’orda di bands affamate di proporre questa miscela micidiale; bands soprattutto provenienti dalle teutoniche e limitrofe terre (tra cui annoveriamo i mitici Within Temptation, Epica, etc.) creando un marchio di fabbrica d.o.c. contraddistinguibile come sound tipicamente mitteleuropeo , alle quali – però – ben presto si affiancarono una moltitudine di gruppi scandinavi, orgogliosi di martellarci come novelli vikinghi, sebbene un po’ più orientati verso la musica sinfonica (tra i quali troviamo gli altrettanto mitici Nightwish di Tarja Turunen, Stratovarius, Sonata Arctica, Twilight Force, etc) .

I Within Silence, in questo panorama, si collocano come la classica mosca bianca, perché si sono formati nel 2014 a Kosice, in Slovacchia. Il loro debutto, però, è datato 2015 con “Gallery of Life”. Un paio di singoli nel 2017 (“Heroes Must Return” e “Children of Light”)  hanno fatto da apripista al secondo album “Return from the Shadows”. Ancora due singoli (“Flame of Peace” e “Battle Hymn”) targati rispettivamente 2022 e 2024 e poi, come da tradizione, ecco questo  loro ultimo full-length “The Eclipse Of Worlds”  del quale ho sentito parlare talmente bene che mi son voluto prendere la briga di andarlo a riesumare dagli archivi metallici dello scorso anno.

E ho fatto veramente bene!  Questo è un disco fantastico! I nostri cinque ragazzotti slovacchi ci dimostrano di aver assimilato perfettamente tutti gli ingredienti musicali ai quali ho fatto riferimento in precedenza: il disco è costituito da ben 9 autentiche gemme di power-epic metal con tinte che affondano le radici nella tradizione folkloristica e mitologica della terra loro e di quelle limitrofe centro-europee. Potenza e melodia vivono in simbiosi come non mai, in questa release: il singing di Martin è limpido e possente, i cori super efficaci e sempre ben collocati nel contesto dei brani, così come le tastiere altisonanti e ficcanti; la doppia cassa di Peter va sempre a manetta e gli assoli di Richard e Majo sono sublimi, degni della scuola malmsteeniana più cristallina. La classe sfoggiata da questa band è adamantina, dalla opening alla final track  con nel mezzo una ballad (“Storyline”) emozionante. Sugli scudi ci colloco la title track, un pezzo di rara bellezza, trascinante. Comunque, ribadisco che ci troviamo al cospetto di una opera che ben potrebbe rappresentare un vero e proprio monumento al power metal.

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