Recensione: Human Key 2.0

Di Ninni Cangiano - 2 Dicembre 2025 - 8:01
Human Key 2.0
Band: Ancient Dome
Genere: Thrash 
Anno: 2025
Nazione:
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72

Nell’ormai lontana alba del nuovo millennio, l’anno 2000, nasceva a Saronno una thrash metal band denominata Ancient Dome che, dopo una manciata di demo, nel 2009 pubblicava il proprio debut album intitolato “Human Key”. Personalmente ho conosciuto ed apprezzato questo gruppo solo con il secondo full-length “Perception Of This World”, uscito nel 2010, e non avevo mai avuto modo di ascoltare il primo disco; nel 2019 arrivò poi lo scioglimento definitivo e con enorme sorpresa ho scoperto che a fine agosto la sempre attiva Punishment 18 Records ha rilasciato questo “Human Key 2.0”. Si tratta della riproposizione del debut album, ri-registrato con l’ultima formazione a 5 elementi (nei primi due dischi erano solo in 4); l’iniziativa era partita nel 2019 prima dello scioglimento per festeggiare il decennale del disco ma le tracce ri-registrate sono rimaste chiuse in un cassetto, prive di mix e mastering, fino al settembre 2024 quando il cantante Jerry (all’anagrafe Gerardo De Feo) le ha proposte alla label piemontese. Ed eccoci, a 16 anni dalla prima uscita, ultimata la produzione, ad assaporare questa specie di “canto del cigno” degli Ancient Dome, l’ultimo regalo fatto dalla band lombarda ai propri fans ed al thrash metal italiano. Già, perché parliamoci chiaro, nel thrash italiano gli Ancient Dome sono stati tra i gruppi migliori in assoluto, nonostante alla fine abbiano rilasciato solo 4 albums da studio! Oltre alla registrazione ed alla formazione che vi ha partecipato, è cambiato leggermente anche l’artwork, ma solamente nei colori delle scritte (da verdi a rosse), per il resto la tracklist è rimasta invariata con 11 tracce per la durata totale di poco superiore ai 43 minuti. Il thrash degli Ancient Dome con il passare del tempo si è raffinato, mentre in questo primo album l’approccio è decisamente rabbioso e ricco di energia, con canzoni belle tirate e ritmi spesso frizzanti che, in alcuni passaggi, strizzano l’occhio al mosh newyorkese. E’ infatti il thrash della costa est americana, più di quello che arriva dall’ovest (la famosa Bay-Area), ad essere fonte di ispirazione del gruppo italiano e questo possiamo sentirlo in canzoni come “State Of Regression”, “Aeons”, “Lost Creature” e nella conclusiva “Total Command”, ad esempio. Qualche richiamo comunque a gruppi della costa ovest, direi soprattutto Death Angel e Testament, è possibile riscontrarlo anche in canzoni come la title-track “Human Key” o nell’autocelebrativa opener Ancient Dome. Molto bella, infine, la ballad “Cold September”, in cui Jerry dimostra di saper cantare anche in maniera calda e suadente, senza essere aggressivo ed arrabbiato come nel resto dell’album. In conclusione, questo “Human Key 2.0” è un’occasione per ri-ascoltare o per scoprire (come nel mio caso) il debut album di un gruppo come gli Ancient Dome che ha scritto momenti importanti nel thrash metal italiano; fateci un pensierino!

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