Hard Rock

Enzo Rizzi: il racconto dell’incontro con Alice Cooper

Di Stefano Ricetti - 18 Novembre 2015 - 12:30
Enzo Rizzi: il racconto dell’incontro con Alice Cooper

 

 

MANY YEARS AGO

 

Hell-O, rock’n rollers !!!

E’ un piacere ritornare sulle pagine di “TrueMetal” dopo una pausa durata sin troppo tempo. Un ritorno motivato dalla realizzazione di un sogno che cullavo da 30 anni… incontrare Alice Cooper. “EkeCATZ…!!!” direte voi…:” Trent’anni ?????? Ma… perché aspettare tanto tempo ??” Certo, boyZ… avrei potuto incontrarlo una vita fa, dopotutto Mr.Furnier dagli anni ’80 ad oggi ha suonato in Italia decine di volte. Avrei potuto fare come tanti die-hard fan e chessò, aspettarlo davanti all’albergo dove soggiornava… o magari avrei potuto acquistare uno dei famigerati “Meet and Greet”… Il fatto è, dear friends, che oltre alle difficoltà di riuscire a districarsi dagli impegni della vita di ogni giorno (lavoro, famiglia e KTZvari) non era questa la mia “idea di incontro”.

Mentre gli anni passavano (inesorabilmente) si faceva strada in me il desiderio di riuscire un giorno ad incontrare Alice Cooper grazie alla mia passione più grande….”disegnare la Musica” (e a questo punto potrei partire con un altro sermone e raccontarvi di come, per una vita, mi è stato detto che non esisteva alcun mercato per la Musica disegnata e che ero un folle a sprecare tutte le mie energie per realizzare un progetto del genere… ed invece. MAI arrendersi ragazzi… e credere sempre in se stessi! Vabbè dai, basta divagare… torniamo ad Alice Cooper… Ma perché proprio il rocker di Detroit???

Chi segue la mia attività, chi conosce il mio Heavy Bone, il serial-killer di rockstar (personaggio protagonista di volumi editi dalla “NPE” e sulle pagine della rivista “Metal Maniac”) sa bene che uno dei momenti chiave per la sua nascita fu proprio il deflagrante impatto che ebbe su di me il re dello Shock-Rock, il Signore del Grand-Guignol. Le foto che comparivano su riviste come “H/M” e “Metal Shock” dove Alice era immortalato in pantaloni di pelle macchiati di sangue mentre reggeva un’ascia nella mano destra e nella sinistra la testa di una bambola, lo sguardo da assassino psicopatico e sullo sfondo una ghigliottina, fecero presa sul sottoscritto, allora più che ventenne, appassionato di fumetti horror dai titoli inequivocabili come “I racconti della cripta”, “Eerie” e “Creepy”.

Alice Cooper e poi KISS, W.AS.P, Motley Crue… tutte band che ai miei occhi apparivano come i cattivi di un fumetto e che avrebbero finito (uniti alla visione del film “Il Corvo”) col contribuire al look del mio zombie. Potrò mai negare che il trucco che incornicia lo sguardo di Mr.Bone paga il suo tributo a Mr. Furnier??? Non credo proprio, my dears… Ma torniamo agli anni ’80, periodo in cui i miei primi disegni raffiguranti rockstar cominciarono a trovare spazio prima nelle pagine della posta della rivista “H/M” e poi sulle pagine di “Flash”.

Naturalmente Alice Cooper, proprio per il suo look, era tra gli artisti che preferivo ritrarre poiché in quel momento avevo l’impressione di disegnare non solo un cantante ma anche il classico killer psicopatico protagonista di uno qualsiasi dei fumetti horror che ero solito leggere. Così la passione per Alice-il personaggio e quella per l’Alice Cooper performer, crebbe di pari passo. Album come “Love it to death”, “Schools’out”, “Welcome to my Nightmare” si insinuarono nel mio DNA con la forza di uno tsunami spingendomi ad ascoltarli come sottofondo nello stesso momento in cui lo raffiguravo.

Ed eccolo allora sulle pagine di “FLASH”, nelle pagine del nro. zero della mia ‘zine “Comics & Roll” e su una copertina dello stesso magazine. Nelle pagine di un “Almanacco della Paura di Dylan Dog”, su tante altre riviste di musica come “Rock Hard” e infine protagonista, con tanti altri rockers, dei volumi targati “NPE”. All’improvviso e senza neanche accorgermene gli anni erano passati ed io avevo realizzato una mole di tavole raffiguranti Alice ( e migliaia di tante altre rockstars) non indifferente.

 

WELCOME TO MY NIGHTMARE

 

Arriviamo così a Giugno scorso quando in rete veniva annunciato il Tour di addio di un’altra band con la quale mi ero avvicinato alle sonorità metal, i “Motley Crue”. La scoperta che ad aprire il loro concerto sarebbe stato Alice Cooper mi convinse che non potevo permettermi di perdermi due band che avevano caratterizzato la mia gioventù e che non avevo mai avuto modo di vedere dal vivo. Ci volle solo un attimo e (anche grazie alle pressioni di mio figlio e di mio fratello) i biglietti erano stati acquistati. Finalmente avrei visto uno show di Alice Cooper dal vivo. Nel corso dei mesi che mi separavano dallo spettacolo, cominciò a prendere forma la malsana idea di dover fare qualcosa per incontrare Alice Cooper. Dopotutto, mi dicevo, sono uno dei pochi illustratori in Italia ad averlo raffigurato tante volte e pensai così che se il manager di Alice Cooper fosse venuto a conoscenza della mia passione per il suo pupillo, forse avrei avuto una piccolissima possibilità di giocarmi le mie carte… e poi… non dimentichiamoci che Mr. Cooper aveva più volte manifestato la sua passione per il disegno ed i fumetti, interesse questo che era sfociato negli anni ’70 nella sua collaborazione con la “Marvel” e poi negli anni ’90 con la “Vertigo Comics”.

O.K. ora il problema era… chi conoscevo che avrebbe potuto mettermi in contatto con il manager di Alice Cooper? A chi rompere le palle con questa richiesta assurda e fuori luogo, secondo tante persone alle quali avevo confessato il mio sogno? Dopo un paio di tentativi falliti mi ricordai che Mickey E. Vil, giornalista, conduttore di “Heavy Demon’s Radio Show” e cantante dei “Mugshots” aveva realizzato un CD con Dick Wagner (R.I.P.) ex chitarrista di Alice Cooper, Mickey, dicevo, aveva intervistato sia me (quindi conosceva i miei lavori ed il mio background) che Alice Cooper… Ecco… Mickey avrebbe potuto essere il mio tramite ideale. Ed infatti, il leader dei “Mugshots” si rese subito disponibile e fu così che il manager di Alice ricevette una serie di illustrazioni che ritraevano “The Coop”, con la specifica che il mio Heavy Bone pagava il suo tributo al Re dello Shock-Rock. La risposta non tardò ad arrivare e dopo una settimana il manager scrisse a Mickey che c’erano serie possibilità che Mr. Cooper avrebbe accettato di incontrarmi. Il mese successivo lo trascorsi vagando per casa con lo sguardo allucinato di chi “non osa credere che qualcosa di fantastico e fuori da ogni logica sarebbe potuto accadere”. L’attesa durò sino al giorno prima del concerto quando Mickey mi girò una mail nella quale c’era scritto che la sera dello show avrei trovato presso il Box Office del Forum di Assago una busta contenete un “Pass V.I.P” e le indicazioni che mi avrebbero permesso di incontrare Alice. Incredulo ma felice come un quindicenne, iniziò il conto alla rovescia più lungo della mia vita di appassionato di musica.

 

WELCOME TO THE SHOW

 

Siamo arrivati così alla sera dello show, con mio figlio Emanuele e mio fratello Wlady che non perdono occasione per prendermi per il K**O visto il mio esagerato nervosismo… E già… perché, anche se oramai sono in possesso del Pass, non è che sia poi tanto sicuro che tutto andrà come previsto… ed infatti… subito dopo lo show di Alice (un set fantastico, con “The Coop” in piena forma ed una band compatta ed assassina) mi lancio dalla tribuna con tra le mani il mio nuovo volume e le tavole originali contenute in esso (da regalare ad Alice). Nella foga faccio volare in aria un borsone e tre bicchieroni d’acqua (e non di whisky… non so se l’avete capito ma io non conduco un tipo di vita Rock’n Roll) che in precedenza avevo poggiato dinanzi ai miei piedi e di cui mi ero dimenticato dell’esistenza. Comunque… in un attimo sono alle spalle del lato sinistro dello Stage. Tra me e la mia ambita meta solo un tipo dello Staff. Tronfio, mostro il “Pass V.I.P.” per sentirmi dire, con freddo distacco, ciò che temevo: “Mi spiace ma quel Pass non le permette di entrare in questa zona!!!”. MERDA !!!! CAZZO!!!! EKKEKATZO!!! Naturalmente tutte imprecazioni che si susseguono solo nella mia testolina… Nella realtà cerco di mantenere la calma e di convincere il tipo che ho con me le indicazioni lasciatemi dal “Manager di Alice Cooper!!!!”…Niente. Insisto… Il tipo è inamovibile. Figurati. Lo sapevo… sono fottuto! Figuriamoci se incontravo Alice Cooper. Manca poco per sKlerare quando all’improvviso dinanzi a me compare un tipo della Security. Nonostante io sia mt.1,84 e pesi 80kg., la mole del tipo mi fa ombra…

E’ gigantesco… quasi due metri, circa 150kg. vestito tutto di nero… insomma sono belloKefottuto. L’energumeno si avvicina e mi invita a dirigermi fuori dalla zona stage: “Prosegua dritto e poi subito a destra”, mi dice. La sua stazza ed il suo piglio autoritario mi convincono a fare quel che mi suggerisce. Mi volto e mi incammino con il volume ed i disegni sotto il braccio nella direzione indicatami. Ecco…a quanto pare sono arrivato… giro a destra… KATZO!!!! Dinanzi a me campeggia la scritta “W.C.”… katzokatzokatzo!!! Il tipo mi ha “mandato a cagare”….PorK…: “Mi ha mandato a cagare!!!”… Un attimo di smarrimento… Cerco di recuperare un po’ di lucidità…

No… non può essere… mi sto sbagliando… Non può essere questo il punto che mi ha indicato… Faccio ancora 5 passi… ECCOLA!!!! E’ questa la porta che mi ha suggerito!!! Ma che brava persona… e io che l’avevo considerato una mer#… Ora dinanzi a me una porta presidiata da un altro tipo dello Staff… Ecco… ricominciamo da capo a mendicare l’ incontro con Alice… All’improvviso… la salvezza. Una tipa dello Staff di Alice Cooper vede il mio Pass e in inglese, mi invita ad aspettare lì senza muovermi… tra un po’ potremo incontrare Alice. Come “potremo”??? AZZ… Nella trance del momento non mi sono reso conto di aver superato, senza volerlo, una fila di una ventina di persone, tutte lì per incontrare il loro idolo. Sarà per i miei capelli bianchi ma nessuno dei tipi mi dice niente ed io… ne approfitto. Nessuno mi muoverà da quella postazione… Sono il primo della fila. Ora siamo raggiunti da un’altra responsabile dello Staff americano, una bella bionda spilungona che ci invita a muoverci. In tutta fretta attraversiamo il retro dello stage e veniamo divisi in due gruppi ognuno dei quali viene fatto accomodare in una stanza creata per l’occasione i cui muri sono in realtà dei tendoni neri che scendono a piombo dal soffitto. Siamo così raggiunti da un altro tipo, anche lui americano, che ci comunica che, tempo una ventina di minuti, incontreremo Alice Cooper. Ci lascia non prima di averci fatto alcune raccomandazioni. Niente foto con i nostri telefonini poiché l’incontro sarà immortalato dal fotografo ufficiale di Alice e poi, solo un paio di items ciascuno da fare autografare.

 

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Enzo Rizzi e Alice Cooper

 

O.K. la tensione inizia farsi sentire…Chissà come sarà Alice… Sarà stanco? Affabile? Scontroso? Disponibile? Tutti dubbi che vengono fugati in un attimo dal suo arrivo. E’ lui… il grande Alice Cooper… un’icona della musica Rock/Metal mondiale… eccolo… davanti a me che mi allunga la mano per salutarmi e per salutare cordialmente e col sorriso tutti i presenti. Mi sembra di essere in un sogno… tutto mi sembra inverosimile. Alice inizia proprio da me, si avvicina, affabile e mi chiede se ho con me qualcosa che vorrei farmi autografare… Io lo spiazzo rispondendogli di no… Mi sorride. In realtà, gli dico non prima di essermi complimentato con lui per lo show appena concluso, che sono lì per ringraziarlo. Mi guarda con curiosità ed ascolta. Gli spiego che sono un disegnatore, gli parlo del mio Heavy Bone e di come lui sia stato fonte di ispirazione per la creazione del mio personaggio. Gli parlo del mio nuovo volume che gli sfoglio dinanzi sino ad arrivare alle pagine a lui dedicate. Alice osserva con interesse, mi fa i complimenti per le tavole, poi indica una vignetta nella quale l’ho ritratto assieme a Miss Piggy, ospite del “Muppet Show”, sorride e mi dice:” Ma allora…sono io che devo chiedere l’autografo a te!”. Vorrei svenire ma riesco a mantenere un contegno. Apro le prime pagine del volume e gli faccio notare che una dedica glie l’avevo già preparata: “To the “Coop” recita la mia scritta. Alice mi abbraccia, mi ringrazia.

 

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E’ contento del pensiero e lo diventa ancora di più quando gli regalo anche le tavole originali che lo ritraggono e che ha appena visto sul volume. Ora sono felice come un bimbo. Sembro un pugile appena colpito alla tempia. E’ Alice a condurre il gioco. Prende in mano il volume e dice di volersi fare la foto mentre lo regge. Il fotografo ci bombarda di scatti. Ringrazio Alice e faccio per allontanarmi ma Alice mi richiama per un altra foto… mi mette le mani alla gola ed io capisco di non avere scampo… Alice Cooper mi sta strangolando… Cavolo ragazzi… ci pensate? Se non avessi avuto il coraggio di pensare in grande, se mi fossi arreso al pensiero di non avere alcuna possibilità di incontrare Alice grazie alla mia attività di illustratore appassionato di musica… non avrei realizzato il mio sogno… ed invece… Intanto il fotografo ha completato il suo lavoro. Io ed Alice ci salutiamo. Soddisfatto e gratificato me ne ritorno (con un sorriso che si estende da un orecchio all’altro) verso la tribuna dove mio figlio e mio fratello mi stanno aspettando, impazienti di sentirsi raccontare la favola che vi ho appena raccontato.

Stay Heavy (Bone), boyZ !

 

Enzo Rizzi

 

Qui di seguito gallery con disegni e foto… 

 

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