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Recensione libro: Fatal Report, dai primi Iron Maiden ai Big Four

Di Stefano Ricetti - 10 Maggio 2019 - 12:30
Recensione libro: Fatal Report, dai primi Iron Maiden ai Big Four

Fatal Report

I grandi concerti metal in Italia dai primi Iron Maiden al Big Four

di Francesco Ceccamea

 

305 pagine

CRAC Edizioni

Lingua: Italiano

ISBN-10: 889738952X

ISBN-13: 978-8897389521

20 Euro

 

 

Francesco Ceccamea, autore del libro Fatal Report, ha così spiegato la genesi del suo ultimo lavoro editoriale:

(…) è un libro che ho ideato, in parte scritto, e curato interamente io. L’idea mi è venuta tre anni fa, quando ancora impazzavano le polemiche attorno al mio Shocking Metal – Storia del giornalismo metal in Italia e mi ritrovavo quasi tutte le mattine, su messenger, minacce di denunce e insulti. La mia domanda era come fare per trasformare il tetro mondo delle lettere e le borchie in un piccolo paradiso di bisboccia e truzza armonia. Ho pensato che sarebbe stato bello mettere nello stesso volume i contributi di tutte le migliori penne metallare, dai tempi di HM fino ai più spudorati blogger di oggi, e di farlo chiedendo a costoro di raccontare, nei modi e con gli spazi che preferivano, un concerto metal rimastogli nel cuore.

(…) Per quanto riguarda le firme c’è davvero di tutto, dai veterani Fuzz, Ricetti, Loria, Maiorino, Zaccagnini, Coppo, Luca Signorelli, Ariatti, Bosio, Pera, fino alla terra di mezzo dei Grazioli, Filippozzi, Mazzeo, Marando, Aramini, Fiorelli, Melillo, Cerati, Pantano, Mora, Raffaldini e De Paola. C’è posto anche per le cosiddette nuove leve come Michele Marinel, Andrea Guglielmino, Max Incerti Guidotti, Fabio Bonazzi Bonaca e il sottoscritto (che firma ahivoi ben tre report) e persino musicisti quali Maurizio Angus Bidoli dei Fingernails  e Andrea Signorelli dei Braindamage. (…) Chi manca è per motivi che conosce benissimo anche lui.

 

Ritengo Fatal Report la trasposizione cartacea di un’intuizione vincente, tutto quanto NON viene raccontato è destinato a perdersi. Ai tempi d’oro (o di ottone, dipende dai gusti, si parla di decenni fa…), mentre ero in altre faccende affacendato, scrissi personalmente una lettera, di quelle col francobollo appiccicato fuori, alla redazione di una rivista del settore proponendo di istituire una nuova rubrica ove trattare, su ogni numero in uscita, storie, leggende ed eventuali balle colossali legate a un concerto avvenuto nel passato, da parte dell’inviato che vi aveva presenziato. Mi rispose una ragazza, sinceramente non ne ricordo il nome, che con entusiasmo disse che la cosa sarebbe stata realizzata, complimentandosi per il suggerimento e l’idea. Non ne fecero più nulla. Poi il magazine chiuse, tempo dopo, certamente non per questo motivo, ma cessò di esistere per sempre.

L’editoria italiana necessitava dell’ultimo nato in seno alla Crac Edizioni, leggere le testimonianze di chi ha partecipato a un evento che si è svolto nel Nostro Paese ma non soltanto fa parte di un percorso che giustamente va a fissare dei punti fermi nella storiografia dell’Acciaio declinato in musica. Non a caso il libro come sottotitolo riporta: dai primi Iron Maiden ai Big Four. Il fatto che il dissacrante Ceccamea abbia fornito carta bianca alla fauna scribacchina coinvolta porge decisamente a Suo favore: i live report trattati risultano totalmente caratterizzati dallo stile e dalla sensibilità della penna illustre (?), obbligatorio il punto interrogativo, che vi si è cimentata. All’interno delle trecento pagine e poco più dedicate all’argomento fra i vari soloni (?) c’è chi ha sfoderato il canonico trombone, sempre pronto all’uso, chi invece l’ha spolverato a puntino e riutilizzato dopo tempo immemore per l’occasione. Fra coloro i quali si divertono più a raccontare i fattacci propri che non il concerto, chi se la tira e chi invece no, il dandy con le borchie scintillanti e il vero (o finto, giudicherete poi voi) alternativo di giornata, le odi delle gesta eroiche sviluppate nelle kermesse metalliche dal 1980 al 2010 circa scorrono che è un piacere, facendosi largo a fior di spintoni all’interno di una selva ben nutrita di refusi. Che è poi il vero difetto del libro.

Un viaggio lungo cinquanta e rotti racconti (o farneticazioni) mediamente avvincenti, va sottolineato, che passano in rassegna festival: Gods Of Metal, Certaldo, Big Four, Tradate, Monsters Of Rock, Gazoldo Degli Ippoliti, Clash Of The Titans, Sonoria ma anche date più o meno singole di vari artisti quali  Venom, Exodus, Negazione, Slayer, Motorhead, Twisted Sister, Ozzy Osbourne, Metallica, Saxon (ops… Saxon no!), Manowar, Kiss, Armored Saint, Pantera, David Lee Roth, Running Wild, Sentenced, Deicide, Dissection, Carcass, Megadeth, Pantera, Cradle Of Filth, Danzig, System Of A Dawn, Dokken, Deicide e qualcun altro nelle location più disparate. In realtà il concerto assume i toni della “scusa per…”.

I veri protagonisti di questi estratti redatti dall’intellighenzia della letteratura metallara italiota che ha aderito alla chiamata ceccameica sono il viaggio, le persone incontrate, le sbornie, i contrattempi, il panico e le incazzature, i treni persi, i momenti di crisi alle quattro del mattino in una stazione solo apparentemente deserta, le trattative coi bagarini, il sonno che se ne è andato a Pechino e in generale tutto quanto fa letteratura Rrrrrock. Vuoi mettere la differenza morbosa che esiste fra un convoglio sfuggito sotto le mille luci di Detroit rispetto al Locale FS delle 03.45 proveniente da Sailca**o che non arriva mai, pallidi come cenci, magari dopo un concerto sotto l’acqua e un importante appuntamento per il giorno dopo destinato a saltare?

Ogni racconto vive di vita propria, l’autore ha cercato di legare le varie storie attraverso un filo conduttore di massima con il contributo di inserti esterni per dare continuità e logica ad una lettura che di logica talvolta non ne ha. La magia di Fatal Report risiede nel poter sovrapporre, attraverso le parole degli altri, le proprie esperienze, e riviverle con la stessa passione, o ansia, dei compatrioti che hanno stilato lo scritto.       

Il libro Crac, con la copertina curata da Roberto Marinelli, gode altresì di dodici pagine con le foto di Paolo Bianco in bianco e nero (non è un gioco di parole voluto…). Fra le altre sparse, spettacolare quella che ritrae Candace Kucsulain dei Walls Of Jericho a Milano nel 2007.

Cantami o diva del tal concerto, che infiniti addusse godimenti ai metallari italiani… 

Imperdibile.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Avvertenza: si consiglia di leggere tutto quanto sopra esposto con la necessaria dose di ironia.

 

 

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