Recensione libro: Heavy Metal, 50 anni di Musica Dura
Heavy Metal
50 anni di musica dura
di Cerati S.
Le Tempeste 22 – 384 pagine – 16×23
ISBN 978-88-94859-24-9
€ 23.00
Per arrivare a scrivere quasi quattrocento pagine di un libro, ça va sans dire di frasi di senso compiuto, incanalate lungo un filo logico, bisogna sbattersi NON poco. Se poi, come nel caso di Heavy Metal, 50 anni di Musica Dura, il lettering utilizzato per la stampa non è dei più imponenti, ci si può fare un’idea sin da subito di cosa ci possa attendere nel momento in cui si intenda iniziare la lettura di codesto tomo. Le immagini ivi contenute stanno a zero o quasi, quando ci sono vengono rappresentate in bianco e nero e di dimensioni che non inficino più di tanto la parte testuale, altamente preponderante.
Il lavoro si presenta quindi asciutto dal punto di vista grafico, privilegiando il racconto scritto. E’ d’altronde innegabile che tentare di condensare in un solo volume ben cinque decenni di siderurgia applicata alla musica sia impresa improba per tutti. Pensare, d’altro canto, di far uscire una sorta di enciclopedia legata agli uomini, alle gesta e alle avventure – Reader’s Digest docet – dell’heavy metal, visti i tempi di magra editoriale che stiamo vivendo, sarebbe stata un’autentica follia.
Chapeau quindi a chi si è imbarcato in questo lunghissimo excursus fatto di passione, sangue, borchie e cuoio dal momento che già la stampa specializzata, in passato, si è cimentata in operazioni similari, o quantomeno accostabili a questa. Il sapore che sa emanare Heavy Metal, 50 anni di Musica Dura costituisce però un unicum, proprio perché la visione che incarna è di ampio respiro e il registro utilizzato rifugge gli stilemi anglosassoni e men che meno ricorre a quelli americanocentrici.
Il fatto che l’abbia scritto un italiano conferisce all’opera quel gusto latino che altre pubblicazioni si sognano di poter regalare ai propri lettori. E questo non perché all’interno delle quasi quattrocento pagine vengano trattati, più che giustamente e meritatamente, of course, anche i vari Death SS, Marius Donati, Domine, Labyrinth, Vision Divine, Rhapsody Of Fire e molti altri compagni d’avventura tricolore fra i quali ricadono anche nomi non propriamente sotto la luce dei riflettori quali Ainur e Frangar. E’ il taglio impresso all’opera che sa penetrare sino al cuore degli appassionati di questo genere eroico. Ma, si badi bene, NON si tratta del “solito” libro per ultras o die hard fan only! Heavy Metal, 50 anni di Musica Dura fornisce uno spaccato di cosa voglia dire l’Acciaio declinato lungo le sette note che può essere tranquillamente fruibile anche da chi è un “semplice” appassionato di musica, non per forza assimilabile alle varie correnti del rock. Le citazioni letterarie, storiche, filosofiche a supporto del trattato musicale abbondano, proprio per questo motivo anche quelli che pensano di “saperne sempre una più del libro”, come si è usi dire dalle mie parti, possono trovare fatti, aneddoti e sfaccettature delle quali non erano a conoscenza.
La scelta editoriale e artistica di suddividere il tomo in capitoli ben definiti permette di bypassare parecchie ripetizioni di concetti, sebbene onestamente alcuni passaggi, per essere digeriti appieno, pretendano un minimo di interesse di fondo da parte di chi ne fruisce. Non è per nulla facile trasmettere un buon ritmo di lettura a lavori cotanto corposi: il libro perde qualche colpo lungo il dissertare su Tolkien, Moorcock, Lovecraft, Howard, Martin e compagnia fantasy, per poi riprendersi in piena accelerazione nel momento in cui penetra nei territori ove la guerra, la morte e la distruzione la fanno da padrone e gli Slayer si impossessano, a pieno diritto, della scena. I giri del motore permangono alti nei successivi capitoli, che sono tutto un programma già dal titolo: Serial Killer, 666 The Number Of The Beast, La Croce Rovesciata, Le Cinque Punte Del Diavolo e Satanic Wehrmacht, Il Simbolismo Nazista.
L’intento è quello di raccontare le molteplici sfaccettature dell’heavy metal, inteso come genere musicale ma anche come modalità di vita. Non si tratta di un elenco cronologico di band e dischi, che sarebbe divenuto estremamente palloso, vista anche l’ampia scelta editoriale già esistente sul mercato ma di un’analisi delle sue peculiarità e dell’estetica che incarna, scandagliando i numerosi ambiti che esso va ad accarezzare, a suon di watt roboanti: la religione, l’arte, il cinema, i fumetti, la letteratura, la pittura, il costume, la storia e più in generale la cultura popolare.
In linea con i prodotti griffati Tsunami Edizioni, qualità garantita, con refusi ai minimi sindacali fisiologici.
Monolitico ma intrigante.
…
I’ve got Heavy Metal music in my blood
And I’d like to give it to you if I could
…
It’s Heavy, Heavy, Heavy
Heavy Metal Mania all the way
…
Where is the power, where is the glory?
Heavy Metal is my story
[Heavy Metal Mania, Holocaust, 1980]
Stefano “Steven Rich” Ricetti